GAETA – L’interrogativo resta ancora senza risposta: perché dopo 115 anni (il suo arrivo fu sponsorizzato dall’allora Arcivescovo di Gaeta Monsignor Noli) la Congregazione delle suore di Santa Maria Maddalena Postel ha deciso di lasciare la città e l’accogliente istituto religioso al civico 64 di via Atratina? La decisione adottata giovedì Santo presso l’abbazia francese di Saint Sauveur Le Vicomt – dove ha sede la Congregazione – sarebbe stata motivata per l’aumento di una presunta esposizione debitoria e per il decrescente numero di bambini frequentanti la scuola primaria ed elementare. La situazione economica non sembra trovarsi in affanno leggendo il bilancio 2020 pubblicato nella “Sezione trasparente” del sito internet della scuola gaetana.
Nonostante la prima fase del Covid 19 ed il lockdown l’istituto delle Suore di Santa Maria Postel di Gaeta aveva chiuso il 31 dicembre 2020 il proprio esercizio finanziario in perfetto equilibrio: 377mila euro sia per quanto riguarda i costi che per i ricavi. Se per quest’ultima voce a farla da padrone sono state le rette e i contributi versati dai genitori dei bambini iscritti alla scuola materna ed elementare, la maggiore entità dei costi affrontati tre anni ha fa riguardato il pagamento degli stipendi (211mila euro) seguita dal pagamento degli oneri contributivi all’Inps (61mila euro), dai costi dei servizi (21mila euro), dal riconoscimento delle quote di trattamento di fine rapporto (18mila euro), da oneri diversi di gestione (11mila euro) e da altre spese minori. I bilanci dei due esercizi finanziari non si conoscono perché non sono stati pubblicati ma a far invertire negativamente l’ago della bilancia sono stati la pandemia e gli aumentati costi provocati dalla “generalizzata crisi economica ed energetica”. Lo si evince da una lettera che la legale rappresentante dell’ordine in Italia, Antonietta Carneglia, ha inviato il giorno di pasquetta ai genitori dei bambini che potranno frequentare l’istituto religioso di via Atratina soltanto sino al prossimo giugno.
“Il delicato momento socio economico che stiamo vivendo a livello generale – scrive Carneglia – e soprattutto la drastica diminuzione delle nascite e la conseguente riduzione e delle iscrizioni nella scuola materna e primaria hanno avuto un impatto considerevole sull’attività della scuola. Da qui la grande difficoltà a proseguire l’attività didattica”
Di certo la decisione di chiudere il 30 giugno l’istituto di via Atratina – tiene a precisare Antonietta Carneglia – è stata condivisa con la madre generale e con il consiglio della Congregazione in Francia, gli stessi che, sulla base di queste criticità, hanno “adottato la decisione di interrompere l’attività dell’istituto di Gaeta. La scrivente non ha potuto fare altro che – conclude quasi scusandosi la Carneglia – prendere atto della decisione, presa soltanto dopo un’ora di discussione al termine del Consiglio generale dell’ordine”
Intanto si susseguono le prese di posizione delle forze politiche che paventano che dietro la decisione delle suore di via Atratina di andare via possano celarsi altri interessi immobiliari e imprenditoriali contro i quali i il comune deve esercitare un’azione di prevenzione. Almeno secondo ha dichiarato l’ex sindaco di Gaeta Silvio D’Amante: “Mancherà in città un servizio scolastico importante. L’amministrazione intervenga a tutela degli interessi della città. L’istituto è sì di proprietà privata ma deve continuare ad assolvere ad interessi pubblici ed in funzione della socialità. Siamo preoccupati perché ci sino precedenti più o meno recenti (l’istituto delle suore di Annunziata., l’ex scuola americana di Calegna o l’ex piazzale della stazione ferroviaria) che non depongono per la conferma di questa destinazione pubblica di questi edifici”.
C’è stato poi l’intervento del sindaco di Gaeta Cristian Leccese. Nessuna parola o riferimenti a fronteggiare possibili tentativi di speculazione immobiliare: “Abbiamo appreso con grande dispiacere dell’interruzione delle attività didattiche della materna e scuola primaria presso lo storico istituto in via Atratina dove si sono formate generazioni di studenti della nostra città- ha osservato il sindaco – Seppur con grande rammarico, non entriamo nel merito della decisione adottata, ma confermiamo e rinnoviamo l’impegno dell’Amministrazione comunale da me presieduta nel consentire, in questa fase transitoria, tutto ciò che rientra nelle nostre competenze affinché gli alunni potranno proseguire ed affrontare serenamente l’inizio del nuovo anno scolastico presso gli istituti che i loro genitori sceglieranno”.