FORMIA – “Assunsi quell’incarico con uno spirito di un volontario quando capii che il Comune aveva bisogno di un tecnico che conoscesse giù la macchina burocratico-amministrativa dell’Ente. E’ vero, mi trovavo già in pensione ma il mio tipo di incarico è stato legittimato da sentenze di diverse procure regionali della Corte dei Conti. L’unica che la pensava diversamente fu quella del Lazio”. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto ha preso il via martedì davanti il Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce l’udienza preliminare nei confronti dell’ex sindaco di Formia Paola Villa, dell’ex segretario generale e direttore generale dello stesso comune Mario Taglialatela e dell’attuale dirigente dell’area finanziaria dell’ente Daniele Rossi.
Accusato, a vario titolo, di concorso in abuso d’ufficio e falso, ha chiesto – come da previsione – di rilasciare dichiarazioni spontanee l’avvocato Taglialetela. Il suo tono davanti il Gup Di Croce è stato assai polemico per essere stato tirato in una vicenda processuale che ha definito una “tempesta in un bicchiere d’acqua”. La nomina di Taglialatela, avvenuta il 24 luglio 2020, a capo di gabinetto del sindaco Villa fu contestata nell’agosto di tre anni fa dall’attuale presidente del consiglio comunale di Formia Pasquale Cardillo Cupo. L’esponente di Fratelli d’Italia, battuto da Paola Villa al ballottaggio delle amministrative del 2018, arrivò ad ipotizzare come la nomina di Taglialatela, contestata dall’allora segretario generale Alessandro Izzi che non rilasciò alcun parere di legittimità, arrivò ad intravvedere una sorta di voto di scambio per il sostegno garantito da Taglialatela alla professoressa Villa in occasione del ballottaggio del 24 giugno 2018.
“Un teorema che ha le gambe d’argilla – ha commentato Taglialatela che ha svolto nella sua importante carriera le mansioni di segretario e di direttore generale presso i più importanti comuni della provincia di Latina, in testa quello del comune capuologo – Dopo il primo turno di quelle elezioni la mia lista si riunì e attraverso un comunicato stampa si espresse per la libertà di voto…”. Taglialatela al Gip Di Croce nella prossima seduta dell’udienza preliminare presenterà la sua denuncia di redditi per gli anni 2020 e 2021: “Potevo vivere benissimo senza quelle 600 euro che percepivo dal comune come indennità per quel ruolo svolto sino alla fine di dicembre 2021 quando venne sciolto il consiglio comunale di Formia per la mancata approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio”.
L’avvocato Cardillo firmando nell’agosto 2020 con quell’esposto consenti alla Procura di aprire un’inchiesta. Secondo il procuratore capo Luciano D’Emmanuele l’avvocato Taglialatela non avrebbe potuto mai ricevere quell’incarico perchè, andando in pensione, era diventato incompatibile – da qui la doppia accusa di concorso e falso per Taglialatela – e poi perché l’alto dirigente era stato inquadrato con un livello funzionale, economico e contrattuale, inferiore, rispetto alla norma. Ecco la risposta caustica dell’alto dirigente originario di Mondragone: “Semmai avrei dovuto io citare il comune perchè sottopagato. Diedi quella forma di collaborazione all’allora sindaco Villa perchè era giusto così…”. Attorno a quella nomina non tardarono ad alimentarsi veleni e sospetti e l’ex commissario Prefettizio del comune di Formia, il Prefetto Silvana Tizzano,prima di congedarsi revocò il decreto di nomina di Taglialatela e chiese all’avvocatura comunale di recuperare “in via coattiva” la somma di danaro percepita dal capo di gabinetto dalla sua nomina sino al 28 dicembre 2020, giorno – come detto – dello scioglimento anticipato del consiglio comunale.
L’udienza preliminare di martedì è stata rinviata al 4 luglio prossimo quando, prima della decisione del Gip Di Croce di rinviare o meno a giudizio Villa, Taglialatela e Rossi (nel frattempo condannati per danno erariale dalla Procura regionale del Lazio della Corte di Conti), sono previste le arringhe difensive degli avvocati Luca Scipione, Vincenzo Macari e Fabio Padovani.