FORMIA – Si preannuncia un nuovo successo l’ultima silloge poetica dell’autore Roberto Costantini dal titolo “L’uomo di spalle”. Si tratta della terza pubblicazione, nel giro di pochi anni, che conclude – idealmente – un percorso poetico inaugurato con “Musagete”(2021) e proseguito con la raccolta poetica “Il canto del tempo” (2022).
Chi è “l’uomo”? E perchè è “di spalle”? Basterebbe porsi questi due interrogativi per trovare, nel tentativo di rispondervi, il senso di quest’ultima fatica letteraria. “L’uomo” è decisamente lui – Costantini – il cui pavimento emotivo è il suolo su cui costruisce gli edifici di parole che costellano la produzione poetica contenuta in questi testi – e, pur guardando dritto in faccia la realtà e, dunque, la crescita emotiva – di cui sopra – finalmente, potremmo dire, gli si volta di spalle.
E’ in questa roteazione che si compie su stessi per voltarsi che c’è la collocazione di questo testo in apice ad un percorso poetico: il cuore, lo sguardo, la consapevolezza di Costantini – nata e maturata lungo le sue pagine, col supporto dei suoi alti riferimenti poetici che spaziano da Baudelaire al mito greco – “guardano” avanti. Chiudono un conto in sospeso col dolore e si aprono alla vasta gamma di sentimenti che riserva il futuro. Così si fa tempo di tacere // di annegare la pagina // nel bianco decoroso // delle parole che mancano.
Dunque quest’ultimo è ancora un giro di giosta, dedicato alla cara memoria di Adua, mia madre.Costantini in questo testo, tanto atteso dai suoi lettori, raccoglie poesie che lo conducono, finalmente, in scena: squarcia il velo che ha adombrato fino ad ora la sua esistenza poetica e si tuffa nei suoi versi. Lo fa per fare chiarezza, raggiungere l’altra sponda e ammirare l’acqua che si fa cristallina, in mezzo a chiazze scure, una volta raggiunto un nuovo argine dal quale ripartire.
“La poesia ti accompagna da quando nasci, quindi non si chiude con la poesia; ma questo era un passaggio necessario perchè c’era un elemento che mancava nelle precedenti interpretazioni della realtà: un’accettazione piena della perdita” – ci spiega lo stesso Poeta, facendo riferimento in particolare al distacco per eccellenza, la morte.
Amore e morte vanno ancora una volta a braccetto nella poesia di Costantini. D’altra parte c’è tanto amore nella morte e tanta morte nell’amore.
“L’uomo di spalle” è un testo impreziosito dalle incursioni pittoriche di Sabrina Tacci, la cui opera – “Eros” – campeggia anche in copetina. Già “Il canto del tempo” era un testo arricchito dalle foto di Emy Mei. Questa volta i versi di Costantini cedono il passo alle pennellate della Tacci, artista italiana di fama internazionale, che attualmente vive ed espone in Olanda, che ha donato a queste pagine dieci dei suoi “Dark Portrits” (ndr “Ritratti Oscuri”).
Volti, i cui lineamenti sono mischiati nel buio del nero, eppure sono così autentici e realistici, dà dare ancora più potenza narrativa ai versi di Costantini. Come fossero i fantasmi del passato de “L’uomo (finalmente!) di spalle”.
Io arriverò a te, tuo malgrado,
perchè io, benchè privo di te,
au prix d’un matelotage,
io so sognarti vero, e umido.
Anche se farai vela altrove
quando i giorni si faranno diversi,
io ti avrò sempre e ancora
vittorioso e in rovina
sfatto nelle parole e nel volto
tu mi saprai attraversare
come il vento generoso d’aprile.