CASSINO – Il mondo politico cassinate è un subbuglio dopo il sequestro operato dagli agenti del comando provinciale di Frosinone (con l’ipotesi accusatoria di abuso edilizio) di un complesso immobiliare del valore stimato di 26 milioni di euro e di uno preventivo di circa 3 milioni di euro. Gli uomini del Tenente Colonnello Francesco Papale giovedì hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Cassino nei confronti di tre persone, indagate a piede libero e a vario titolo per istigazione alla corruzione, peculato e autoriciclaggio, nonché di truffa, abusivismo edilizio e indebita percezione di erogazione pubbliche derivanti dal “sisma bonus acquisti”. L’ordinanza chiesta dalla Procura di piazza Labriola prevede, nello specifico, per due dei tre indagati il divieto di dimora nel territorio del Comune di Cassino, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di esercitare per un anno qualsivoglia attività d’impresa, mentre nei confronti della terza è stato applicato il divieto di esercitare per un anno qualsivoglia attività d’impresa.
Sullo sfondo di questa vicenda, sulla quale vige ancora un comprensibile riserbo, c’è un tentativo di corruzione operato nei confronti del consigliere comunale di maggioranza e presidente della commissione consiliare Lavori Pubblici del comune di Cassino Tommaso Marrocco. I fatti risalgono al dicembre 2020 quando il consigliere, dietro paventate offerte di danaro che ha immediatamente respinto, era stato invitato ad attivarsi, anche presso il sindaco Enzo Salera, affinché fosse affidato ad una società l’appalto per l’efficientamento energetico da parte del Comune. Al consigliere Marrocco era state proposta anche la possibilità di gestire le assunzioni di personale locale da destinare ai lavori di efficientamento energetico. Il consigliere Marrocco si confidò immediatamente con il sindaco Salera che il 19 dicembre di tre anni fece due cose: dopo aver denunciato il tentativo di corruzione al presidente della commissione Lavori Pubblici si presentò in Procura per formalizzare una denuncia e in quello stesso giorno in consiglio comunale rivelò la presenza di una “feccia” economico-imprenditoriale in grado di pilotare l’assegnazione di alcune gare d’appalto e di orchestrare massicce ed ostili campagne mediatiche contro la guida del comun e di Cassino, cioè contro il sindaco Salera.
Le indagini delle Fiamme Gialle nel corso di questi due anni e mezzo hanno consentito di raccogliere elementi utili per suffragare l’ipotesi investigativa circa la costruzione abusiva di un complesso immobiliare in pieno centro urbano a Cassino e la successiva vendita degli immobili realizzati ad ignari acquirenti, usufruendo indebitamente di erogazioni pubbliche derivanti dal cosiddetto “sisma bonus acquisiti”. Con riferimento a questo delicatissimo filone di indagine, le attività condotte dalla Guardia di Finanza di Cassino hanno permesso, inoltre, di acquisire elementi in base ai quali i lavori di abbattimento e di ricostruzione del questo complesso immobiliare sarebbero iniziati già nel 2014, mentre gli indagati avrebbero falsamente dichiarato che il permesso a costruire era stato rilasciato nel marzo 2017, proseguendo, quindi, i lavori senza avere un valido titolo. In ragione di questa grave ipotesi investigativa, le persone colpite dal provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di piazza Labriola avrebbero venduto le unità abitative realizzate ad ignari acquirenti. Quest’ultimi quali sarebbero stati invogliati a concludere l’acquisto in quanto potevano usufruire del “sisma bonus acquisiti” che avrebbe consentito loro di ottenere uno sconto in fattura di 96.000 euro per singola unità immobiliare, riducendone notevolmente il prezzo di acquisto. Nello sviluppo delle indagini, inoltre, le Fiamme Gialle ha raccolto elementi a supporto della commissione del reato di autoriciclaggio da parte di alcuni indagati. E’ stato dimostrato come l’importo di 415.000 euro, costituente parte del denaro proveniente dall’ipotizzato reato di truffa a danno degli acquirenti degli immobili, sarebbe stato trasferito su conti correnti di altre società al fine di ostacolarne la provenienza illecita.
Lo stesso Gip ha anche autorizzato la Guardia di Finanza a sequestrare l’intero complesso immobiliare di recente costruzione, del valore stimato – appunto – di circa 26 milioni di euro, costituito da 71 appartamenti, 22 locali commerciali e 63 garage-magazzini. E’ stato notificato, infine, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca nei confronti della società dell’importo di due milioni e 534mila di euro, corrispondente all’ammontare dei crediti ceduti dagli acquirenti degli appartamenti alla società venditrice, nonché il sequestro preventivo ai fini della confisca della somma di 415mila euro, corrispondente al profitto del reato di autoriciclaggio.