SAN FELICE CIRCEO – Il danno rende ulteriormente difficile l’accesso alla scogliera in zona Quarto Caldo, mentre privati hanno fatto ricorso al Tar per rivendicare la proprietà della strada delle Batterie, che serve a raggiungere un terzo del promontorio. Sono arrivate le gite di Pasqua e Pasquetta, ma per gli amanti del mare al Circeo c’è una brutta sorpresa in vista dell’estate. I bagni sugli scogli rischiano di essere molto difficili dopo che uno degli ultimi varchi possibili, quello della Rinascente, nella zona di Quarto Caldo sul promontorio del Circeo, è diventato inaccessibile per la distruzione della scala d’ingresso.
Intervistata dall’Adnkronos, la sindaca di San Felice Circeo, Monia Di Cosimo, ha promesso di ricostruire la scala. “La fruizione e valorizzazione del patrimonio naturalistico, così come di quello storico e archeologico, sono ovviamente una priorità dell’Amministrazione comunale”, afferma.
La distruzione della scala è un bel problema perché le discese comunali sono quattro. E le altre non se la passano meglio: l’accesso alla scogliera davanti alla Grotta delle Capre è stato chiuso con una cancellata nel 2020, la discesa ‘Ballesio’ è impraticabile da anni. La quarta, quella del Faro, è un bel punto panoramico, ma ha scogli molto aguzzi ed è poco agevole per fare il bagno. Si potrebbe andare più lontano, oltre punta Rossa, in zona Batterie. Ma sulla proprietà della strada d’accesso c’è un contenzioso davanti al Tar.
Stretta fra le proprietà di due ville sul mare, la Rinascente è una discesa amatissima da molti turisti, ma anche dai sanfeliciani, che così l’hanno ribattezzata per la scala dritta e le diverse piazzole di roccia, che possono far pensare ad una scala mobile e agli scomparti di un grande magazzino. E’ l’unica con una scala di accesso relativamente comoda, ma ora l’ultimo tratto non esiste più. L’associazione il Fortino, che da anni si batte per la tutela del patrimonio naturalistico e culturale del Circeo, ipotizza che sia stata distrutta volutamente con “un martello pneumatico”.
Per arrivare alla Rinascente si passa per la strada delle Grotte, dove si affaccia più avanti la discesa Ballesio, anche questa fra due proprietà private, il cui stradello d’accesso è ormai ridotto ad una frana di sassi, spesso con pericolosi cocci di vetro, impraticabile da bagnanti con i sandali. In fondo si arriva alla Grotta delle Capre. Qui c’è un’area parcheggio e anni fa era stato anche rifatto il sentiero a picco sugli scogli. Per tutelare un rinvenimento archeologico, il comune ha però messo una cancellata che blocca l’accesso alla Grotta. Ma così non si può arrivare alla sottostante scogliera, da molti amata per le rocce piatte, le pozze con i granchiolini che incantano i più piccoli e la possibilità di raggiungere a nuoto la vicina, e magica, Grotta Azzurra.
Senza queste tre discese, per gli amanti degli scogli rimane solo il bagno alle Batterie in zona Punta Rossa. Piena di insenature, è la discesa più selvaggia ed è per questo bellissima. Ma per arrivarci non c’è altra alternativa alla via delle Batterie. La privatizzazione di questa strada carreggiata comunale rivendicata dai proprietari di alcune ville in zona vasca Moresca, sarebbe gravissima. Perché, come fa notare l’associazione il Fortino, “impedirebbe l’accesso ad un terzo del promontorio e del Parco nazionale, dove vi sono le cose più belle, la Batteria, la Cava d’alabastro, la Vasca moresca , i sentieri che vanno al picco di Circe”.
Il bagno sugli scogli, specie nelle acque cristalline del Circeo, è una meraviglia e una gioia per chi ama veramente il mare. E’ un bene di tutti, ma anche un’attrattiva turistica importante. Il Fortino, che si è battuto con successo per far riaprire al pubblico il sentiero di Moravia sulla vicina spiaggia di Sabaudia, è nato negli anni ottanta per contrastare un primo tentativo di privatizzare la strada delle Batterie e prende il nome dal fortino di epoca napoleonica che si trova in questa zona. Oggi il suo presidente Giulio Schisani chiede alla sindaca del Circeo, Monia Di Cosimo, di impegnarsi maggiormente per la tutela e valorizzazione del promontorio, “bene essenziale per lo sviluppo turistico e quindi economico del Circeo”.
“La domanda che pongo alla sindaca – dice all’Adnkronos – lei che è il titolare di questo comune che vive di turismo, questi sono i posti più belli, perché non li gestiste come devono essere gestiti, garantendone la fruibilità, in maniera sicura? A Sabaudia il sindaco Alberto Mosca sta facendo delle battaglie per rendere accessibili dei sentieri che sono a tutti gli effetti proprietà privata, qua a San Felice abbiamo delle proprietà pubbliche, le lasciamo in mano ai privati che vogliono chiuderle, è un assurdo”.
Nell’intervista all’Adnkronos, la sindaca Di Cosimo spiega che il comune ha già fatto effettuare un sopralluogo per ricostruire la scala di accesso al mare della Rinascente.
“Al momento non vi sono evidenze per accusare chicchessia di un ipotetico danneggiamento della scaletta della Rinascente. Altrimenti, in caso contrario, avremmo chiaramente provveduto a segnalare l’accaduto alle autorità competenti per gli accertamenti di rito. Quel che abbiamo fatto, avuta contezza di un deterioramento di parte della scalinata tale da rendere difficoltosa la fruizione, è stato effettuare un sopralluogo finalizzato ad affidare i lavori di ripristino, le cui procedure sono in corso”, ha detto la sindaca, rispondendo alle domande sulle eventuali responsabilità e sui provvedimenti che il comune intende adottare.
Ma l’intervista è anche occasione per parlare degli altri accessi al mare e dei problemi di sicurezza e tutela del territorio. Al momento è infatti in vigore un’ordinanza di divieto di fruizione di gran parte della scogliera per il rischio di caduta massi, che però il comune potrebbe rivedere. Mentre alla Grotta delle Capre, il blocco dell’accesso è dovuto ad un rinvenimento archeologico.
“E’ bene ricordare, ai fini di una corretta fruizione e dunque anche a tutela della pubblica incolumità, che risulta vigente un’ordinanza (n°20 del 06-05-2016, che rettificava analogo provvedimento n° 101 del 26-11-2010) di interdizione della fruizione di parte della scogliera nel tratto compreso tra Grotta delle Capre e Grotta della Maga Circe, come esplicitato anche da cartellonistica presente, ad esempio, in via del Faro-piazzale S. Francesco – spiega la sindaca – Tali provvedimenti furono emessi a seguito di sopralluoghi svolti da un tecnico qualificato, un geologo, che aveva riscontrato dei rischi correlati al possibile distacco di massi dalla parete rocciosa. Oggi, in merito a questa problematica, l’amministrazione comunale, grazie al lavoro degli uffici, ha intenzione di verificare, tramite una perizia redatta da un geologo, l’eventuale mutamento delle condizioni che avevano portato all’emissione dei provvedimenti già menzionati, così da valutare una eventuale revisione delle ordinanze”.
“Per quanto concerne il cancello installato all’ingresso della Grotta delle Capre, lo stesso è stato riposizionato (esisteva già un’inferriata) dopo il fortuito rinvenimento di una sepoltura di età romana (anno 2016), che va ad aggiungersi ad altre antecedenti scoperte archeologiche di analoga importanza. Pertanto, l’installazione del cancello si è resa necessaria per tutelare il sito ed evitare possibili manomissioni. Ciò premesso, la fruizione e valorizzazione del patrimonio naturalistico, così come di quello storico e archeologico, sono ovviamente una priorità dell’Amministrazione comunale”, sottolinea la sindaca.
“Durante il precedente mandato amministrativo – spiega Di Cosimo – siamo riusciti a intercettare dei finanziamenti che sono però vincolati alla manutenzione del sentiero 750, quello verso il Picco di Circe per il quale è stata esperita una prima procedura di gara andata deserta, e alla manutenzione dei muretti a secco di via dell’Acropoli; pertanto, tali fondi non possono essere destinati ad altro. Chiaramente questi interventi rappresentano un primo passo, poiché è nostra intenzione provvedere al miglioramento delle condizioni di fruizione del nostro splendido territorio e, quindi, alla sua valorizzazione, anche mediante le opportunità derivanti da possibili finanziamenti”.
Ultima questione, è quella della strada delle Batterie, unica carreggiata sull’ultimo tratto del promontorio, la cui proprietà è rivendicata da privati. Ma dove vi è anche un divieto di sosta che rende difficile al pubblico raggiungere la scogliera sottostante per fare il bagno. Sulla questione “della strada delle Batterie, siamo convinti della legittimità degli atti emanati dal Comune – afferma la sindaca – Ci siamo infatti costituiti in giudizio nel ricorso da lei menzionato che è pendente davanti ai Giudici Amministrativi del Tar. Il divieto di sosta per i veicoli è stato disposto per chiare ragioni di sicurezza, atteso che risulta prioritario, a tutela di tutti, garantire un quanto più agevole transito dei mezzi di soccorso che non devono trovare intralcio in caso di necessità d’intervento. Al contempo, i nostri uffici stanno operando degli accertamenti sui titoli di proprietà della strada in questione”.