MINTURNO – La volontà di due dei quattro indagati di essere appositamente interrogati – l’ex comandante della Polizia locale del comune di Minturno Mario Vento e l’ingegnere Marcello Arnone – ha provocato martedì il rinvio al prossimo 13 giugno prossimo dell’attesa udienza preliminare sull’inchiesta della Procura di Cassino relativa alla gestione della gara d’appalto per l’ampliamento della video sorveglianza nel territorio del comune di Minturno. L’inchiesta prese lo spunto da un’intercettazione telefonica della Direzione Investigativa antimafia che, registrata il 14 settembre 2017, provocò il coinvolgimento del sindaco di Minturno e futuro presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli e dell’ingegner Laura Mancini che realizzò il progetto denominato “Smart tecnology for Minurno’s Security” oggetto di richiesta di finanziamento alla Regione Lazio.
Sono tutti indagati, insieme all’amministratore della società “A.M. Tecnologia e Sicurezza srl” che si occupa di installazioni di impianti, Marcello Arnone, di turbata libertà degli incanti. Secondo le risultanze investigative contenute nella conclusione delle indagini preliminari da parte del sostituuto procuratore Chiara D’Orefice (nell’udienza preliminare di martedì era rappresentata dalla dottoressa Marina Marra) i quattro avrebbe pilotato l’esito di una gara d’appalto che aveva ottenuto due coperture economiche: la prima di 50mila euro della Regione, la seconda di circa 44mila euro del comune di Minturno . Secondo la Procura ci sarebbero state “collusioni e preventivi accordi” tra i quattro per incaricare “A.M. Tecnologia e Sicurezza srl” attraverso il frazionamento in due del valore dei contratti. Il primo venne deciso da Vento con la determina numero 72 del 9 maggio 2018 per un importo di quasi 22 mila euro, il secondo- deciso sempre dal responsabile di servizio Vento – adottato 16 giorni più tardi con la determina numero 144 per un importo di 39.894mila euro che sfiorò la soglia di legge (40mila euro) entro la quale gli incarichi possano essere affidati direttamente
Le indagini della Procura di Cassino si sono sviluppate attraverso undici intercettazioni telefoniche ed ambientali registrate tra il 18 agosto 2017 ed il 14 settembre dello stesso anno. In una – quella del 14 settembre – il sindaco di Minturno parlava al telefono con Marcello Arnone, ufficialmente in servizio presso il gruppo di Formia della Guardia di Finanza ma “amministratore di fatto della società affidataria dell’appalto della videosorveglianza “di cui deteneva il 40% delle quote societarie”. La conclusione cui ra arrivata la Procura è stata la seguente con la conclusione delle indagini preliminari notificate – ironia della sorte – dagli stessi finanzieri formiani: con la loro condotta Stefanelli, Vento (coinvolto in questa vicenda nel ruolo di responsabile del servizio nelle determine di affidamento diretto dei lavori di ampliamento della videosorveglianza), l’ingegnere Laura Mancini e, appunto, Arnone, con lo spacchettamento dei due incarichi “riguardanti però lavori omogenei” avrebbero impedito che l’intervento fosse deciso attraverso una regolare gara pubblica.
L’opera aveva ricevuto due finanziamenti di oltre 99mila euro ma doveva essere – scrive il sostituto procuratore D’Orefice – “programmabile in maniera unitaria sin dall’inizio”. Il comune di Minturno e la Regione in effetti hanno risparmiato alla distanza 40mila euro – le due determine di Vento hanno avuto un importo di quasi 62mila euro – ma per la Procura di Cassino sarebbe stata necessaria l’applicazione dei quanto prevede l’articolo 36 del decreto legislativo numero 50/2006 in base al quale per affidamenti ed esecuzioni lavori di importi pari o superiori a 40mila ed inferiori a 150mila “l’affidamento deve avvenire tramite procedura negoziata e deve essere preceduto dalla previa valutazione di tre preventivi ove esistenti e quindi deve essere subordinato all’esplicazione di una procedura di gara anche se informale o atipica” Quanto prevede la norma e scrive il sostituto procuratore D’Orefice al comune di Minturno sino al 25 settembre 2018 non sarebbe avvenuto. Se il sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli, ha deciso di incaricare l’avvocato Renato Archidiacono per farsi assistere ora nella fase più delicata dell’intera controversia che potrebbe preludere in una richiesta di rinvio a giudizio al Gup del Tribunale di Cassino. Anche i legali di Vento, Mancini ed Arnone, gli avvocati Roberto Palermo, Luca Scipione e Mattia Aprea, sono pronti proprio con gli interrogatori di Vento e Arnone a demolire il castello accusatorio della Procura di piazza Labriola.