Formia / Riconoscimento del Consiglio forense di Latina all’avvocato Filippo D’Urgolo

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FORMIA – Quando, giovanissimo e prematuro laureato, aveva deciso di effettuare un impegnativo trapianto della pelle indossando per sempre la toga, un altrettanto giovanissimo atleta torinese ma formiano di adozione, un tale Livio Berruti, vinceva l’oro olimpico sui 200 metri alle Olimpiadi di Roma. Era il 5 settembre 1960 e, in quei giorni, quello che sarebbe stato un monumento dell’avvocatura pontina (e naturalmente di Formia e del Golfo) avviava le pratiche per iscriversi all’ordine forense di Latina. Filippo, per gli amici “Pippo”, D’Urgolo quei giorni indimenticabili dei primi e sinora unici Giochi olimpici italiani li ha ricordati quando martedì, sfidando la sua atavica timidezza (a cui ha sempre fatto da contraltare una forza felinea nelle aule di Tribunale di mezz’Italia), non ha potuto non presentarsi ad un invito recapitatogli dal presidente degli avvocati pontini Giovanni Lauretti.

Il collega formiano D’Urgolo sembrava un marziano per il colore rossastro del suo viso quando il presidente Lauretti, affiancato dall’appena rinnovato consiglio dell’ordine, gli ha consegnato una targa che il 90enne avvocato D’Urgolo ha già sistemato gelosamente davanti ai suoi tomi di procedura civile nel suo storico studio di via Vitruvio. Vi campeggia una scritta, “Una toga per sempre” che appare la sintesi perfetta per quella che è stata una prestigiosa ed eccelsa carriera professionale che ha dato grande lustro alla categoria forense.

Grande appassionato di calcio, e della Juventus in particolare, l’avvocato “Pippo” D’Urgolo portandosi a Formia, scortato dal figlio avvocato anch’egli Filiberto, questa ambita e meritata targa alla carriera, ha simbolicamente segnato un gol, ha accorciato le distanze rispetto alla decisione del consiglio dell’ordine di Latina di premiare quelle toghe che si sono distinte nel corso della loro ultradecennale carriera. Gli ultimi due a portare a casa la targa “Una toga per sempre” sono stati due monumenti viventi che corrispondono ai nomi di Angelo Palmieri e Romano Saurini. Ora è toccato all’avvocato D’Urgolo che, grande appassionato di storia formiana, ha una grande sogno nel cassetto: l’avvocatura del Golfo, quella borbonica, si riunisca sotto un unico ordine forense. Il motivo? Pareggiare il conto delle reti e, perché no, portarsi in vantaggio. La partita è ancora da giocare. Per tutti.

 

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