FORMIA – Probabilmente già nella giornata di giovedì sarà avviata la procedura perché l’ufficiale giudiziario sostituisca le serrature degli ingressi del pastificio Paone di Formia. In questo modo sarà concretizzata la clamorosa ordinanza che, emessa nella giornata di martedì dopo una preliminare discussione che c’era stata il 13 aprile, è stata pubblicata da secondo collegio della settima sezione civile della Corte d’appello di Roma: è stato rigettato il ricorso della “Domenico Paone srl” contro sfratto chiesto dalla Corex. Insomma il management della Domenico Paone srl”, guidato dall’imprenditore italo argentino Aljeandro Octavio Quentin, deve lasciare con effetto immediato lo stabilimento nella zona industriale a Formia.
L’ordinanza della presidente Giselle Dedato scaturisce da un altro e parallelo procedimento. Ruota attorno alla sentenza della stessa settima sezione civile della Corte d’appello di Roma che l’11 gennaio scorso aveva confermato la decisione del Tribunale di Cassino (la numero 597/2022) per la cessata locazione, per la durata di due anni, sottoscritta della Corex spa il 2 ottobre 2019 a favore della “Domenico Paone srl”, ora spa. L’ordinanza della dottoressa Dedato non ammette altre interpretazioni: lo stabilimento, come una qualsiasi abitazione privata, deve essere lasciato libero a chi ne è proprietario, la Corex spa. L’ordinanza, confermata, di sfratto della settima sezione civile della Corte d’appello potrebbe complicare irrimediabilmente tutto.
Se la sentenza (quella della cessata locazione) dei giudici di secondo grado è stata impugnata dai legali del dottor Quentin in Cassazione, dall’altra potrebbe rendere influente quanto deciso martedì dal Ministero del Lavoro concedendo il disco verde per la proroga sino al 31 dicembre (con effetto retroattivo al 6 marzo)della cassa integrazione straordinaria per i 29 dipendenti del pastificio formiano. Era stato questo – come si ricorderà – l’esito di un tavolo tecnico che si era svolto in video conferenza con la partecipazione del patron della “Domenico Paone Srl”, il manager italo argentino Aljeandro Octavio Quentin, dei delegati della Flai Cgil e della Uila Uil, delle rappresentanze sindacali interne e dell’Unindustria di Latina. Avevano aderito alla richiesta del Ministero del Lavoro per definire una consultazione finalizzata al rilascio dell’ammortizzatore sociale resosi necessario per ovviare al blocco dell’attività industriale iniziata lo scorso settembre e poi dalla sentenza della settima sezione civile della Corte d’appello di Roma che l’11 gennaio scorso aveva confermato la decisione del Tribunale di Cassino per la cessata locazione per la durata di due anni. Lo sfratto intimato dalla Corte d’appello è arrivato nelle ore in cui la Corex aveva deciso avviare una concertazione con le parti sociali, con i sindacati di categoria.