CASTELFORTE – L’Arma dei Carabinieri, dopo aver fornito il foglio matricolare comprendente la storia lavorativa, i congedi e i periodi di malattia, renda noto ora l’esito delle visite psicoterapeutiche che il 56enne Giuseppe Molinaro ha svolto, per quattro mesi nel 2020, presso il servizio di psichiatria e psicologia militare dell’Arma dei Carabinieri di Roma. Hanno conosciuto nelle ultime ore un nuovo clamoroso capitolo le indagini per l’omicidio, avvenuto il 7 marzo scorso, del direttore dell’Hotel Nuova Suio Giovanni Fidaleo e per il grave ferimento della 30enne Miriam Mignano.
A chiedere le carte ai Carabinieri sono ora gli stessi legali di Molinaro che, svolgendo le indagini proprie difensive, chiamano in causa direttamente l’Arma. A dire degli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli il loro assistito, forse, non doveva tornare in servizio e riavere la pistola d’ordinanza dopo i suoi primi problemi di salute. Erano iniziati nell’autunno 2020 quando il militare cadde in una situazione depressiva in seguito alla morte prematura della madre. Per quattro mesi Molinaro fu seguito – come detto – dal centro psicologico dell’Arma dei Carabinieri a Roma. Gli fu anche ritirata l’arma, e al termine del periodo di cura, fu reintegrato, essendo stato ritenuto nuovamente idoneo. Molinaro poi ha continuato negli ultimi tre anni il percorso iniziato a Roma con la sua psicologa di fiducia, la dottoressa Onesta D’Angelo, la stessa a cui chiese di chiamare i colleghi di Teano dopo aver ucciso Fidaleo nella hall dell’abergo di via delle Terme e ferito gravemente la Mignano.
Intanto la difesa di Molinaro è sempre molto attiva in attesa della conclusioni delle indagini. Ha reso noto che sarà il dottor Luca Bartoli, di Salerno, ad eseguire la perizia psichiatrica nei confronti dell’ex militare. L’esame, per il quale è stato contattato un medico che ha già avuto in cura militari e rappresentanti delle forze dell’ordine con disturbi psichici, naturalmente dovrà essere autorizzato dal sostituto procuratore Chiara D’Orefice della Procura di Cassino. In caso di diniego, è pronta l’alternativa: l’incidente probatorio che potrebbe disporre il Gip del Tribunale di piazza Labriola Alessandra Casinelli e a parteciparvi semmai sarà sempre lo stesso dottor Bartoli.
Sul piano processuale, invece, gli avvocati Guarriello e Di Napoli hanno inviato un sollecito al Tribunale del Riesame di Roma per ricevere in tempi celeri le motivazioni del rigetto del precedente ricorso, al fine di ricorrere in Cassazione per modificare l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Cassino Alessandra Casinelli. Vi venne evidenziato “il concreto e attuale pericolo di reiterazione di altri gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale”. La richiesta sarà sempre la medesima: la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a causa dei suoi problemi di salute che sarebbero incompatibili con il carcere, ma questa volta avvalorata dal foglio matricolare.