GAETA – Il sindaco di Gaeta Cristian Leccese ora abbia la capacità di farsi sentire dal presidente Pino Musolino. Non è il più tempo di fare calcoli in rapporto alle risorse economiche che l’ex Autorità portuale del Lazio ha investito a Gaeta per la riqualificazione del litorale di competenza e, più semplicisticamente, per la ricostruzione di alcuni marciapiedi. Non ha utilizzato mezzi termini il professor Damiano Di Ciaccio, il presidente dell’associazione che, raggruppando i più importanti operatori impegnati nel porto commerciale di Gaeta, ha chiesto l’intervento del sindaco Leccese per tentare di bloccare il lento e graduale smantellamento della filiale cittadina dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale. Anche per contrastare questo fenomeno i pochi dipendenti rimasti in servizio presso gli uffici di via Lungomare Caboto in blocco venerdì scorso hanno aderito allo sciopero che, indetto dalle organizzazioni sindacali dei portuali, ha voluto anche censurare il licenziamento dei quattro dirigenti in esubero formalizzato dal presidente dell’Asdp Pino Musolino. E non è un caso che tra i quattro gravosi tagli c’è anche quello del dirigente gaetano Lucio Pavone che da anni stava guidando la sede cittadina del netwok portuale del Lazio.
Il professor Di Ciaccio aveva chiesto al sindaco Leccese di farsi portavoce con il presidente Musolino di quelle che potrebbero essere le conseguenze qualora la sede di Gaeta dell’Asdp continuasse ad essere una “scatola vuota”. Risposte ancora non ce ne sono state e Di Ciaccio si è definito “molto preoccupato” per le ripercussioni che potrebbero cadere sulle aziende e attività impegnate nel porto commerciale. Non avere più un’interlocuzione diretta a Gaeta con l’ex Autorità portuale del Lazio significherebbe bloccare il processo di rilancio del “Salvo D’Acquisto” – ha dichiarato il presidente Di Ciaccio – dopo l’emergenza pandemica. Gli uffici, dopo gli ultimi provvedimenti, sono sempre più sguarniti e gli operatori sono legittimamente preoccupati perché impossibilitati ad avere un’interlocuzione diretta con il management del porto commerciale”. Questa è una problematica serissima di cui si era occupato per primo il capogruppo consiliare della lista “Gaeta Tricolore” e coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Marco Di Vasta che aveva chiesto di bloccare quest’emorragia causata da licenziamenti (la stessa Fdi in un’interrogazione parlamentare del deputato Volpi ha chiesto l’arrivo degli ispettori del Ministero delle Infrastrutture presso le sedi di Civitavecchia e di Gaeta dell’Asdp dopo il licenziamento dei quattro dirigenti ostili al presidente Musolino) e trasferimenti disciplinari causati dai guai giudiziari, ai diversi livelli, che hanno colpito alcuni funzionari della sede gaetana dell’Authority.
Interessante è la valutazione del capogruppo consiliare del Partito Democratico Emiliano Scinicariello che parte da molto lontano dal 2002 quando il consiglio comunale, a maggioranza centrodestra (era sindaco il forzista Massimo Magliozzi), deliberò di aderire all’allora Autorità portuale del Lazio. “Sappiamo che l’adesione del nostro comune all’Adsp fu oggetto, all’epoca, di accesa discussione politica, ma sebbene siano stati e continuino ad esserci diversi aspetti controversi e grossi limiti, non si può negare che la stessa abbia prodotto dei risultati economici e quindi anche occupazionali. Considerato anche quanta parte di territorio comunale è soggetta al vincolo della Autorità di Sistema Portuale, non posso celare la mia preoccupazione per quanto sta accadendo e per quelle che possono essere le conseguenze sull’ufficio dell’Adsp di Gaeta e sui destini del Porto stesso. Destano forte perplessità le modalità – rimarca Scinicariello – con cui il Presidente Musolino ha ritenuto riorganizzare gli uffici e la pianta organica dell’intera Adsp, passando attraverso il licenziamento di 4 dirigenti – licenziamento motivato dal calo dei traffici e delle entrate in ‘epoca Covid’, ma avvenuto quando i traffici e le entrate presentavano un cospicuo incremento – e soprattutto attraverso il depotenziamento della Sede di Gaeta. Soprassiedo sulle perplessità emerse circa la correttezza dell’iter amministrativo seguito per questa operazione, poiché la mia preoccupazione è di ordine puramente politico, e riguarda dei lavoratori – tutti, non solo i dirigenti – ed il futuro di Gaeta all’interno del network portuale”.
“La mancanza di correttezza nelle relazioni sindacali – ha aggiunto il capogruppo Dem di Gaeta – e il ritardo nell’applicazione del contratto di secondo livello sono l’oggetto della denuncia dei sindacati ed il motivo scatenante lo stato di agitazione, e sono un pessimo indicatore di come il Presidente Musolino intenda gestire il rapporto con i lavoratori – tutti – dell’Adsp (oggi è toccato ai dirigenti, domani può riguardare chiunque altro). Eviterei, come alcuni hanno fatto (chiaro il riferimento al portavoce del Movimento cinque stelle, Simone Avico), la strumentalizzazione delle recenti indagini che hanno coinvolto alcuni lavoratori, poiché sono indagini, appunto, e garantisti lo si è sempre e non ad intermittenza, e soprattutto perché i licenziamenti fondano su altri presupposti. Inoltre, il depotenziamento della sede di Gaeta dovrebbe interrogare la politica tutta su quale debba essere il ruolo della nostra amministrazione all’interno della Adsp e dei suoi organi decisionali. Essere nel network portuale – fa sapere Scinicariello -. Genera opportunità, indubbiamente, ma anche molte limitazioni. Avere su una porzione particolarmente importante e strategica del nostro territorio comunale un vincolo come quello dell’Autorità di Sistema Portuale, senza avere una rappresentanza nel Comitato di Gestione né in altro organo decisionale è questione che dovrebbe essere rimessa in discussione, e solo un’interlocuzione politica credibile – conclude Scinicariello attaccando frontalmente il sindaco Leccese ed il neo consigliere regionale e presidente della commissione Lavori Pubblici Cosimino Mitrano – può produrre risultati in tal senso”.