Nelle ore in cui i sindacati confederali hanno scelto la piazza di Potenza, “emblema di un mezzogiorno ancora in affanno ma in grado ancora di rilanciare l’intero sistema Italia”, l’etnomusicologo formiano Ambrogio Sparagna nella ricorrenza del 1 maggio ha deciso di rendere omaggio presso la sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica ad un grande intellettuale lucano di cui quest’anno di ricorda il centenario della nascita. Si tratta del poeta-sindaco di Tricarico, Rocco Scotellaro, uno dei personaggi più significativi della cultura meridionale del Novecento ricordato con lo spettacolo evento “Passaggio alla città” cui hanno partecipato, oltre all’Orchestra Popolare Italiana, il poeta Davide Rondoni ed il fondatore degli Avion Travel Peppe Servillo.
Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Rocco Scotellaro organizzate dalla Regione e dall’Apt Basilicata con la collaborazione della Fondazione Matera Basilicata 2019 e il Comune di Tricarico, il maestro di Maranola ha avuto la capacità ed il merito di musicare la grande ma sottovalutata produzione poetica di Scotellaro che “è al allo stesso tempo semplice e inconsueta, dolce e aggressiva e dotata di una musicalità speciale”. Sparagna ha voluto portare in scena questo spettacolo innovativo nel giorno si festeggia “l’importanza del lavoro che purtroppo non c’è per tutti, soprattutto nel nostro meridione”. E
così che sul palcoscenico della Sala Sinopoli alcune delle più famose poesie di Scotellaro – Il giardino dei poveri, Le viole sono dei fanciulli scalzi, Passaggio alla città, Noi non ci bagneremo, La mia bella patria, E’ fatto giorno, Passo nel treno, Salmo alla casa e agli emigranti, Sempre nuova è l’alba – sono stati trasformati in brani che, letti ed interpretati da Davide Rondoni e Peppe Servillo, hanno seguito forme e sonorità tipiche della tradizione orale lucana. I protagonisti sono diventati gli strumenti tipici agro-pastorali lucani come le zampogne, le ciaramelle, i flauti di corteccia e di canna, gli organetti, i tamburelli, i tamburi a frizione (cupa cupa) e la tipica arpicella “viggianese” che non potevano non avere quali validi interpreti i musicisti dell’Orchestra Popolare Italiana.
In occasione di questo speciale concerto di 1 maggio l’intero progetto musicale dedicato al sindaco poeta di Tricario è diventato una produzione letteraria. L’edizione “Finisterre” ha presentato al folto pubblico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il volume “Rocco Scotellaro. Sempre nuova è l’alba”, un cd ed un book publicati nell’ambito della Collana editoriale Nubes. Negli spazi dell’auditorium romano l’azienda di promozione turistica della Basilicata ha allestito una seguitissima ed apprezzata una mostra con pannelli sulla vita e sulla produzione poetica di Scotellaro, la traduzione in 22 lingue della sua poesia “La mia bella patria” cui trae ispirazione l’intero programma delle celebrazioni, un messaggio estremamente attuale di pace e di dialogo fra popoli e culture rinnovato in un giorno che ha sottolineato la necessità e la fame di lavoro per tutti, soprattutto per i giovani.
A proposito di promettenti leve musicali, i maranolesi Ambrogio Sparagna ed Erasmo Treglia il giorno della festa del Lavoro, presso la sala “Gianni Borgna” dell’Auditorium Parco della Musica, hanno presenziato alla presentazione dell’ultimo lavoro discografico di un gruppo salentino di musica popolare di cui stanno curando la crescita e la promozione discografica. Si tratta dei “Lumenea”, dieci giovani che, attraverso le voci, i tamburelli, il violino e la tastiera, si sono già distinti per interpretare canti della Grecia salentina utilizzando il ‘griko’, l’antico dialetto ancora parlato in diversi comuni della provincia di Lecce. I “Lumunea” hanno presentato a Roma il loro ultimo cd “Anemo” – pubblicato e prodotto da Finisterre- per i quali Sparagna (voce ed organetto) ed Erasmo Treglia (ghironda, ciaramella e tototela) sono determinati per la loro reunion. “Lumenea”, nuovi fuochi”, avevano in effetti debuttato discograficamente nel 2012 con “Aska kalèddhamu” ma l’ensemble si autosciolse per la decisione dei suoi 30 componenti di andare e studiare fuori dal salento. Il maestro Sparagna, nella duplice veste di direttore artistico e dio musicista, ha avuto il merito di rimettere insieme questi giovani artisti leccesi cresciuti con la musica ed il suono melodioso del “griko” per alimentare “un nuovo fuoco e nuovi ritmi tra l’antico e il moderno, per attraversare il Salento guidati dagli echi musicali e dalle storie arrivate fin qui dalla sponda greca….”
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