GAETA – Ecumenico (sin troppo) nella prima parte, divisivo (come da previsione) nella seconda. Ha avuto questo contradditorio andamento il consiglio comunale di Gaeta che, in considerazione del breve e significativo ordine del giorno, avrebbe meritato un’altra cornice di pubblico nella sguarnita aula consiliare. E invece i cittadini presenti si contavano sulle dita di due mani nonostante gli argomenti all’ordine fossero attesi e di assoluto livello: l’acquisizione al patrimonio comunale del piazzale dell’ex stazione ferroviaria e le osservazioni al progetto definitivo per la realizzazione del porto turistico “Marina di Gaeta”. Anche la politica conosce la sua ciclicità ed la seduta del consiglio comunale di Gaeta ne è stata la degna riprova, a cominciare dal suo timing. Si è verificato come un consiglio comunale ha dovuto attendere per il suo inizio vero e proprio quasi quattro ore perché alle ore 11 di giovedì mattina, da quaranta giorni, era calendarizzato un matrimonio con il celebrante che avrebbe rinunciato a qualsiasi cosa per indossare la fascia tricolore: l’ex sindaco e consigliere comunale di maggioranza Massimo Magliozzi.
Il tempo di salutare la bella e solare sposa e di rimuovere tappeti e decorazioni floreali di assoluto livello che il consiglio comunale poteva
Le minoranze avrebbero potuto decidere di chiedere comunque il voto sul loro testo – che sarebbe stato sicuramente respinto – oppure avviare una trattativa. E così che a fare da capolinea nello studio del sindaco Leccese dove c’era la sua maggioranza (tranne che i consiglieri assenti Luigi Cosione, Marco Di Vasta e Angelo Magliozzi) sono stati di tanto in tanto i tre rappresentanti del centro sinistra che hanno deciso di avviare una trattativa che, alla distanza, ha stravolto la struttura letteraria della mozione (nessun riferimento ai 13 indagati per lottizzazione e abuso) ma con una conclusione votata alla fine all’unanimità. La mozione “non deve costituire alcuna interferenza con le eventuali azioni giuidiziarie in corso” ma impegna il sindaco ed la Giunta a dare incarico al dirigente competente, e terzo rispetto alla vicenda, di intraprendere, qualora si verifichi la sussistenza degli elementi utili a tal fine, la procedurali acquisizione al patrimonio comunale dell’area dell’ex ferroviaria, compreso l’edificio dell’ex stazione, oggetto della vendita di cui in premessa”.
Il documento apparso cerchiobottista per queste due ragioni: le minoranze hanno chiesto ed ottenuto che non dovrà essere la dirigente del settore “Riqualificazione Urbana” del comune di Gaeta Stefania Della Notte (è indagato nell’ambito dell’inchiesta avviata dal sostituto procuratore Chiara D’Orefice) a dar vita alla procedura per l’aqquisizione del piazzale al patrimonio immobiliare del comune mentre la maggioranza è stata ancora più scaltra ..probabilmente su input dell’ex sindaco Mitrano.
Si potrà cominciare a parlare di acquisizione solo con “la sussistenza degli elementi utili”: insomma il piazzale sarà del comune di Gaeta non tanto in caso di rinvio a giudizio dei 13 indagati quanto nell’eventualità di una loro sentenza di condanna… In effetti a gioire per l’approvazione di questo documento sono stati diversi consiglieri comunali di maggioranza (Luca Gallinaro e Gennaro Dies hanno definito “storico” questo consiglio comunale grazie al confronto avviato con le minoranze) e lo stesso sindaco Cristian Leccese (aveva detto che la mozione non sarebbe mai approdata in consiglio perché inammissibile e invece vi è arrivata grazie alla mediazione del presidente d’aula Davide Speringo) piuttosto che i consiglieri proponenti, consapevoli, forse, che a rubare loro la scena è stata la maggioranza, la stessa che un anno fa nella campagna elettorale provava l’orticaria quando si parlava dell’inchiesta, tuttora in corso, della Procura. Nell’intervista finale l’ex sindaco di Gaeta Silvio D’Amante ha considerato comunque questo voto un bicchiere mezzo pieno “perché siamo riusciti con Emiliano e Sabina a far discutere per la prima volta la maggioranza su un argomento molto sensibile”.
La replica nell’intervista video allegata del sindaco di Gaeta Leccese: “Grazie alla collaborazione, alla sapienza, all’operatività di tutti i Consiglieri comunali – ha detto il primo cittadino – Oggi abbiamo raggiunto un accordo, un punto di incontro, per guardare all’interesse generale della questione e soprattutto al bene della Città e di tutti i cittadini. Credo sia una cosa molto positiva, perché non solo ci evita discussioni improduttive e ‘barricate’ in Consiglio, ma diventa un messaggio importante anche considerando il tema così rilevante per il nostro territorio. L’avere vedute diverse nel merito non ci ha privato di guardare verso lo stesso obiettivo: preservare e tutelare l’amministrazione civica gaetana. Siamo riusciti a farlo attraverso la definizione di un nuovo testo, con il quale abbiamo potuto esprimerci all’unanimità, scrivendo una bella pagina e acquisendo un ottimo risultato per l’intera Città”.
Il clima in consiglio è cambiato improvvisamente – come detto – quando si è trattato di approvare le osservazioni presentate dopo l’approvazione (risale al 29 luglio 2019) del progetto definitivo del porto turistico turistico “Marina di Gaeta”. Tutte le forze politiche vogliono il porto – che il sindaco ha definito un’occasione storica quando nella vicina Formia la società proponente ha rinunciato definendo anti economica la sua stessa proposta – ma dai banchi delle minoranze sono stati sollevati non pochi dubbi. Il progetto è impattante sul piano volumetrico, per essere realizzato il comune deve sfrattare importanti cantieri navali lungo la costa di Calegna (e chi finanzierà le opere di delocalizzazione) per far posto al porto turistico e poi la soluzione oggetto della conferenza dei servizio che ora riprenderà dopo l’approvazione delle osservazioni ha una palla al piede: il parere contrario della Capitaneria di Porto che ha parlato di un’inammissibile commisstione tra la portualità turistica, la cantieristica e la navigazione delle navi commerciali.
Il sindaco Leccese si è dichiarato convinto che le criticità saranno ridimensionate grazie ad una migliore sinergia istituzionale in sede di conferenza di servizio: “Si tratta di una struttura strategica per la Città – ha detto – che rientra in un più vasto programma di riqualificazione dell’area interessata. Gaeta può vantare una grandissima tradizione, sia nell’ambito del diportismo che della cantieristica navale, e credo sia necessario fare un passo in avanti per la realizzazione della terza marina cittadina, che potrebbe diventare un punto di riferimento, vista la sua posizione, per tutto il Mar Tirreno. Una fonte di sviluppo che può generare posti di lavoro in maniera diretta e attraverso l’indotto, così come tramite la presenza di strutture commerciali, che non saranno preclusive dell’integrazione con il tessuto storico della città: al contrario, rappresenteranno un’attrattiva per l’ulteriore flusso turistico che la presenza del porto potrà determinare. L’Amministrazione comunale sarà sempre a disposizione per portare avanti questo progetto, per portarlo a tagliare il traguardo”.
A provare una mediazione è stato dai banchi dell’opposizione il consigliere Scinicariello, convinto che serva a priori un sostegno, “che sinora non c’è stato”, da parte dell’Autorità di sistema portuale. Che bisogna fare in fretta l’ha ripetuto il capigruppo Gallinaro: “Non penso che in un mese cambino le cose. Serve un miglior confronto con l’ex Autorità portuale ma dobbiamo garantire risposte a quegli imprenditori gaetani di provata affidabilità che da vent’anni attendono la politica”. In effetti i consiglieri Scinicariello, Mitrano, D’Amante hanno votato contro perché “nessuno ci ha ancora illustrato le ragioni e quali delle osservazioni presentate sono state definite ‘parzialmente accolte’. Tutto e il contrario di niente in una vicenda – ha commentato nell’intervista video allegata Emiliano Scinicariello – in cui ci sono troppe e significative contrapposizioni di natura urbanistica e gestionale”. Su questa falsa riga si è espressa la consigliera comunale di maggioranza ed ex presidente del consiglio Pina Rosato. Si è astenuta – l’unica della maggioranza che in 8 ha votato a favore delle osservazioni – perché teme “fondate e gravi ripercussioni in un segmento importante della nostra economica (e importante sul piano elettorale per l’ex esponente del Pd) qual è la cantieristica navale”.
La maggiorana Leccese in conclusione si è espressa per rilanciare l’iter per l’approvazione del porto turistico ma, alla distanza, ha dovuto lamentare non poche defezioni interne. Nel senso che agli assenti Di Vasta e Coscione, è tornato in aula l’ex vice sindaco Angelo Magliozzi (sul piazzale ha deciso di rimanere fuori perché è tra i 13 indagati) ma sono dovuti uscire perché incompatibili i consiglieri Paola Guglietta, Michela Di Ciaccio e l’ex sindaco Massimo Magliozzi.
Sono in effetti legati per ragioni parentali ai soci che costituiscono la società “Marina di Gaeta” che vanta un capitale sociale di 100mila euro. Il socio di maggioranza è “Giuma srl ” con poco più di 32 mila euro – il patron ed ex presidente della Polisportiva Gaeta Damiano Magliozzi, fratello dell’ex sindaco Massimo – è non a caso il presidente della “Marina di Gaeta”, seguita dalla Nautica Lieto di Lieto Romualdo & C snc con 21mila euro, l’imprenditore Eduardo Accetta con 17mila euro, Benedetto Vagnani con 12mila euro, la società Rogedil servizi con 11 mila euro e infine, da “Capace Minutolo del Sasso Valentino” con poco meno di 6000 versati. Nel corso del suo intervento il sindaco psicologo Leccese ha annunciato che stanno arrivando, per affiancare i soci gaetani, “forze economiche di altissimo livello”. A Gaeta poi…
Intervista ai consiglieri comunali Emiliano Scinicariello, capogruppo del Partito Democratico e Silvio D’Amante capogruppo della lista “Insieme per Silvio D’Amante sindaco”
Intervista a Cristian Leccese, sindaco di Gaeta