VENTOTENE – Il presidente Francesco Rocca e la nuova Giunta regionale di centrodestra si attivino nei confronti della premier Giorgia Meloni e del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per ridare una nuova guida al commissariato di governo e superare così la fase di stallo in cui attualmente versa il Progetto di recupero dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano a Ventotene. Non hanno peli sulla lingua i consiglieri regionali del Partito Democratico Daniele Leodori (ex vice presidente della Giunta Regionale e attuale neo vice presidente dell’assemblea della Pisana), Mario Ciarla ed Emanuela Droghei, firmatari di un’interrogazione in cui chiedono al presidente del consiglio regionale Antonio Aurigemma il suo intervento per il sollecitare il Governo alla nomina di un nuovo Commissario, in considerazione dei “profili di opportunità e di eventuale incompatibilità della attuale nomina” quella deliberata a febbraio lo scorso febbraio dal Consiglio dei Ministri a favore del generale in pensione Giovanni Maria Macioce.
In effetti l’incarico dell’ex ufficiale delle Fiamme Gialle non è mai stato reso operativo con la pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica sulla Gazzetta Ufficiale per i perduranti (o almeno) problemi giudiziari di Macioce. Il generale in pensione è indagato per falso ideologico insieme all’ex vice sindaco dell’isola Modesto Sportiello e ai due figli di quest’ultimo, Luigi ed Ercolino relativamente all’intricata e complessa querelle tecnico-amministrativa derivante dall’acquisto, avvenuto (per la somma di soli 31mila euro) il 9 novembre 2021, di una porzione (un quarto) di una grotta che, insistente su una zona vincolata e tutelata sul piano idrogeologico non molto lontano dalla spiaggia di Calanave , l’allora ex vice sindaco di Ventotene Sportiello aveva venduto anche ai suoi due figli per il restante 66%. I consiglieri regionali del Pd Leodori, Ciarla e Droghei arrivano a suggerisce di superare la nomina di Macioce, che aveva sostituito l’ex deputata e parlamentare europea Silvia Costa sostituita dal governo Meloni alla guida del commissariato di governo per il recupero dell’ex carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano. Bisogna fare in fretta – hanno scritto i tre esponenti Dem – “per evitare che il lavoro di questi ultimi anni per la valorizzazione di un sito così rilevante per la nostra storia e la nostra cultura vada perduto.
Nel 2016 il Governo nazionale lanciò il “ Progetto di recupero dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano a Ventotene“ finanziato nello stesso anno dal Cipe con 70 milioni di euro dei fondi Coesione e Sviluppo 2014/20 e configurato come Contratto istituzionale di Sviluppo (Cis) sottoscritto nell’agosto 2017 da otto amministrazioni pubbliche: Presidenza del Consiglio, Ministero Cultura, Ministero Ambiente, Agenzia del Demanio ,Regione Lazio, Comune di Ventotene, Riserva naturale statale e Area Marina protetta di Ventotene e Santo Stefano. L’obiettivo del progetto era quello di restaurare e recuperare l’antico Panopticon borbonico e gli attigui edifici carcerari che insistono nell’area demaniale dell’isolotto di Santo Stefano ubicato ad un miglio marino da Ventotene, per farne un Centro Culturale e di respiro europeo.
Nel gennaio 2020 il Governo in carica decise di procedere alla nomina di un Commissario straordinario del Progetto per dare un impulso all’opera e coordinare le Amministrazioni del Tavolo istituzionale Permanente ed il lavoro del Responsabile Unico del Contratto. E il compito del Commissario straordinario fu anche di garantire la leale collaborazione delle singole Amministrazioni firmatarie del CIS e di formalizzare gli atti decisionali.
Nel maggio 2021 fu poi bandito il concorso di progettazione preliminare dell’intero complesso, una selezione svolta e aggiudicata. Il Tar successivamente confermò l’aggiudicazione rigettando il ricorso presentato dal secondo classificato il quale si è rivolto al Consiglio di stato che si pronuncerà tra un mese.
Durante gli anni del commissariamento – hanno ricordato i consiglieri Daniele Leodori, Mario Ciarla ed Emanuela Droghei – si sono alternate numerose attività culturali di valorizzazione dell’area interessata e sono stati stipulati 23 accordi di partenariato e collaborazione culturale e scientifica con altrettanti istituzioni e organismi – Nei mesi scorsi, con il coordinamento della struttura commissariale e Invitalia (soggetto attuatore del progetto) si è conclusa la conferenza dei servizi.
I tre consiglieri regionali del Pd sostengono come a tre mesi dalla conclusione del mandato del Commissario Silvia Costa non si è ancora in presenza di un sostituto: “La nomina del successore individuato dal Consiglio dei Ministri è ancora sub judice, per una vicenda giudiziaria che lo riguarda. La mancanza della figura commissariale ha determinato una fase di stallo per cui il Tavolo Istituzionale Permanente non viene più convocato ed il soggetto attuatore, Invitalia, non ha nessun interlocutore per portare avanti le opere. Si rischia di non rispettare il cronoprogramma per l’attuazione delle azioni previste e di perdere la disponibilità delle risorse vincolate compromettendo la fattibilità ed il finanziamento del Progetto stesso”- hanno concluso i consiglieri Leodori, Ciarla e Droghei.
“A oltre tre mesi dalla conclusione del mandato del commissario del Governo per il recupero dell’ex carcere di Santo Stefano a Ventotene, Silvia Costa, non riconfermata dal Governo in carica, non si è ancora in presenza di un sostituto poiché la nomina del successore da parte del Consiglio dei ministri, il generale a riposo della Guardia di Finanza Giovanni Maria Macioce, è ancora sub judice”. L’aveva sottolineato il deputato Marco Sarracino del Partito Democratico presentando un’interrogazione indirizzata alla Presidenza del Consiglio e al ministero della Cultura Gennaro Sangiuliano per chiedere “quali iniziative intenda assumere il Governo, al fine di procedere nell’azione di rilancio del progetto, nonché se intenda fornire compiuti elementi sui profili di opportunità e di eventuale incompatibilità della attuale nomina per assumere rapidamente una definitiva decisione in merito, con l’obiettivo di velocizzare gli interventi e scongiurare anche un danno di immagine per l’Italia e il comune di Ventotene”.