CAMPODIMELE – Il terzo sindaco più giovane del Lazio nel paese conosciuto in tutto il mondo per l’elisir della longevità. Ha fatto fatica a nascondere la sua commozione (ma anche “un po’ di soddisfazione”) Tommaso Grossi, 34enne assessore uscente alla cultura, quando nella serata di lunedì l’eterna segretaria comunale Massimina De Filippis, proclamando la sua elezione a sindaco, gli ha consegnato la fascia tricolore che potrà indossare nei prossimi cinque anni alla guida del comune di Campodimele, uno dei più piccoli della provincia di Latina ma cerniera nel collegamento con la dirimpettaia provincia di Frosinone e sede di un ente Parco, quello regionale dei Monti Aurunci, “che può dare anche tanto ai nostri territori”.
Grossi con la sua lista civica che guarda a destra “I Giovani, Campodimele” ha forse coronato il sogno di bambino, quello di diventare sindaco con 281 voti pari al 61,35% del suo paese (“dove sono nato, cresciuto e vivo” – chiara la polemica agli altri candidati alla carica di primo cittadino che sinora ignoravano dove si trovasse Campodimele) e raccogliere il testimone di quello che definisce, a ragione, il suo maestro, Roberto Zannella. Primo cittadino per tre mandati consecutivi, Zannella è uscito di scena la scorsa estate quando per gli effetti della Legge Severino è stato sospeso a causa di una condanna penale “che grida ancora vendetta”. Da quel momento Grossi ha cominciato a studiare da sindaco benchè l’incarico fosse del vice di Zannella, Alessandro Palazzo.
“Sapevamo che le elezioni amministrative si sarebbero concluse a metà maggio – esordisce il neo sindaco di Campodimele nell’intervista video registrata a notte fonda dopo la conclusione della festa elettorale organizzata in un ristorante nella frazione “Taverna” – e pertanto che prima che iniziasse la campagna elettorale abbiamo approvato in consiglio comunale sia il conto consunstivo 2022 che il bilancio previsionale. Forse siamo stato uno dei pochi comuni ad adempiere a questo obbligo prima dell’originaria scadenza di legge. Ora passiamo dedicarsi a programmare l’estate e portare i tanti interventi programmati nei Lavori Pubblici e nel welfare ma, dopo il riconoscimento finanziario della Regione grazie all’interessamento del neo assessora Elena Palazzo, contiamo di realizzare davvero presso la nostra comunità Energetica per essere e diventare, a tal riguardo, autonomi”.
Il programma amministrativo fa leva su alcuni ma essenziali punti. Spiccano la trasparenza ed una buona amministrazione: “Significa affrontare la gestione di Campodimele con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini e garantire servizi alla cittadinanza. La Campodimele che abbiamo programmato – ha aggiunto Grossi – sarà ancora più bella e soprattutto più solida, all’insegna della trasparenza e della partecipazione. Un obiettivo fondamentale sarà ottenere una situazione di amministrazione salda, che non debba derogare sul principio della salvaguardia del proprio territorio”. Nella bozza programmatica spiccano la tutela del territorio e dell’ambiente, la qualità della vita e la promozione – come detto – delle energie rinnovabili: “Significa valorizzare un insieme articolato di ambiti e temi che ci riguardano da vicino, tutte azioni che dovranno essere in completa sinergia tra loro”. Il ritorno all’imprenditoria agricola è un fenomeno sempre più diffuso a Campodimele tra le fasce giovanili ed è “necessario sostenere il ritorno a questo settore economico che per troppi anni è rimasto marginale. Continueremo quindi con gli interventi in favore delle attività agricole con l’opera di recupero delle strade agrosilvopastorali, incentiveremo – ha specificato il nei sindaco – il recupero dei sentieri esistenti anche in collaborazione con le realtà locali di volontariato, creeremo eventi ed occasioni per far conoscere meglio le attività agricole e di allevamento con l’intento di favorire la distribuzione dei prodotti locali e forniremo occasioni di formazione ai produttori nei rispettivi settori di competenza”.
Figlio di un vice Prefetto, campomelano d’origine ma romano d’adozione, Emanuele De Luca con 173 voti (pari al 37,77%) ha provato a sbarrare la strada con la sua “Evviva Campodimele” a Grossi ma ha dovuto rimediare una seconda sconfitta elettorale dopo quella patita con 204 voti(39,68%) dal sindaco uscente Roberto Zannella.
Campodimele ha fatto parlare di sé in questa tornata elettorale per il numero record di candidati sindaco, otto, rispetto alla sua minuscola popolazione residente, poco meno di 500 residenti. Italo Velardo di “Siamo Italia” ha ottenuto tre preferenze, Antonio Pelagalli di “I Cittadini delle culture e delle colture d’Italia una soltanto. Hanno fatto addirittura peggio gli altri candidati che non hanno trovato neanche un elettore a riporre la fiducia in loro. E più precisamente Rocco Vizzacarro di “Alternativa in Comune”, l’imprenditrice trasgender di Latina Paola Andrea Iannotti de “L’Italia dei Diritti” (“E’ uno zero che fa male a chi si batte contro tutte le discriminazioni”), Cristian Vendittelli del “Progetto Popolare” e Paola Venditti della Fiamma Tricolore. A Campodimele, a differenza degli altri centri pontini chiamati a rinnovare domenica e lunedì le rispettive amministrazioni comunali, buona è stata l’affluenza alle urne con il 60,31% (462) degli aventi diritti (766 cittadini) che hanno deposto nell’urna due schede nulle ed altrettante bianche.
Nella vicina Lenola il sindaco uscente Fernando Magnafico avrebbe potuto festeggiare già …domenica sera quando alle 23 l’affluenza alle urne è stata del 57,98%. Gli sarebbe bastata anche quella del 40% per fare “tris” cosa che poi è avvenuta regolarmente lunedì pomeriggio . A Lenola per Magnafico era importante che si fossero recati ai seggi il 40% dei 3371 aventi diritti. Il sindaco uscente, alla testa della civica “Insieme per Lenola”, si è trovato in questa imbarazzante situazione per responsabilità altrui. Alle litigiosissime minoranze di centro sinistra non sono bastati cinque anni per individuare un candidato a sindaco da contrapporre al dipendente dell’amministrazione Provinciale di Latina. Ci aveva provato a metà aprile la generosa professoressa Maria Civita Paparello (storica consigliera comunale di sinistra al comune di Fondi) ma è stato tutto inutile: il mancato accordo tra le varie anime progressiste e gli ex moderati che non volevano sostenere di nuovo il sindaco Magnafico ha fatto karakiri al Pd lenolese che non ha avuto la possibilità di presentarsi per demeriti propri all’elettorato lepino. Se Magnafico ha ottenuto, in conclusione, 2280 voti (pari dunque al 100%), sarebbe importante interloquire con quei 49 cittadini che hanno annullato la propria scheda e con quei 55 lenolesi che hanno deposto la scheda in bianco. Così è finito anche il Partito Democratico a Lenola, un paese che ha dato i natali ad uno dei padri “arrabbiati” della sinistra italiana, un certo Pietro Ingrao.
In queste ore lo sarebbe – siamo convinti – ancor di più… e a ragione…
Neo-eletto Sindaco di Campodimele, Tommaso Grossi