LATINA – All’esito di articolata attività di indagine, su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, che dirige l’indagine, i Carabinieri della Sezione Radiomobile del N.O.R. della Compagnia Carabinieri di Latina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Latina nei confronti di un 30enne del posto, indagato per “rapina aggravata”. L’uomo è accusato di aver perpetrato una rapina ai danni della Sala Slot Piccarello nella notte dello scorso 20 marzo. La rapida attività di indagine svolta dai militari dell’Arma ha permesso di raccogliere molteplici elementi a carico dell’arrestato e ricostruire l’intera vicenda.
Quella stessa sera infatti il 30enne, una guardia giurata che prestava i suoi servizi, tra le altre, anche alla Sala Slot rapinata, dopo aver assistito alle operazioni di svuotamento delle cassette delle macchine del locale, avrebbe minacciato con una pistola l’addetto alla sala, della somma di 50000€ circa. La fuga, rocambolesca, è stata però fatale per il rapinatore: non è passato inosservato, infatti, ai militari dell’Arma il malfunzionamento di uno dei fanali posteriori dell’autovettura utilizzata dal giovane, che risultava avere lo stesso problema dell’autovettura della guardia giurata.
Inoltre i militari della Sezione Radiomobile hanno subito notato come il rapinatore impugnasse l’arma con la mano sinistra: proprio l’esser mancino, come lo era la guardia giurata, è stato un ulteriore elemento a carico del giovane. Ma l’elemento principe dell’accusa è sicuramente il cellulare della guardia giurata, trovato, all’esito di un attento sopralluogo fatto dagli stessi militari, sulla via di fuga del rapinatore.
L’analisi delle telecamere di sorveglianza della sala slot e della videosorveglianza comunale hanno permesso infatti di confrontare i movimenti del rapinatore con quelli della guardia giurata che, durante tutti i controlli “in uniforme” ha sempre preso strade diverse da quelle del rapinatore, motivo per cui, dopo aver acquisito tutti questi elementi, il Giudice per le Indagini Preliminari non ha che potuto concordare sulle risultanze investigative dei militari dell’Arma e della Procura, emettendo l’odierna ordinanza di custodia in carcere. Così è stata anche sequestrata l’arma utilizzata tanto per il lavoro quanto per la rapina della quale è accusato.