SUD PONTINO – Legate da un unico (e poco felice) primato: essere indifferenti rispetto a due date, questa volta significative, legate a doppia mandata alla loro recente e drammatica storia, la liberazione dall’occupazione nazi fascista. Formia e Gaeta il 18 ed il 19 maggio di 79 anni fa tornavano ad essere due città libere dopo nove durissimi mesi di distruzioni umane e materiali ma anche di miseria, di disperazione e di stenti. La valenza, culturale e pedagogica (soprattutto a favore delle giovani generazioni), della memoria e la lotta all’oblio ricorrrono spesso negli interventi dei rappresentanti delle due amministrazioni comunali di centro destra. Il 18 ed il 19 maggio 2023 hanno dimostrato come quelle enunciazioni verbali ricordate, per esempio, nelle recenti e frettolose commemorazione in occasione del 25 aprile si sono rivelate tali.
Se l’interpretazione di “Bella Ciao” poco meno di un mese fa è stata misteriosamente bandita dal programma musicale in occasione della deposizione della corona d’alloro in piazza della Vittoria, i comuni di Formia e Gaeta giovedì e venerdì hanno fatto peggio: non hanno avuto il tempo o la voglia di organizzare un evento, una cerimonia, un concerto, un qualcosa c he ricordasse non ai distratti esponenti delle due amministrazioni civiche ma soprattutto ai giovani, ai formiani e ai gaetani del domani, l’importanza di cosa è avvenuto in quei due giorni di 79 anni fa.
Gaeta è la città delle luci e delle favole, utilizza danaro pubblico per organizzare spesso iniziative e manifestazioni di nicchia i cui partecipanti a volte si contano sulle dita di due mani. Questa volta il sindaco Cristian Leccese, a differenza di quello formiano, può essere assolto almeno perché ha avuto l’onestà e lo zelo istituzionale di annunciare con largo anticipo che il 19 maggio a Gaeta sarebbe stato un giorno come tanti. Leccese l’ha annunciato nell’ultimo consiglio comunale di due settimane che il 79° anniversario della liberazione della città non sarebbe stato commemorato. E il sindaco, rifugiandosi in un ironico sorriso quasi per scusarsi, aveva annunciato che “soldi non ce sono, il bilancio di previsione non è stato ancora approvato e le risorse da utilizzare nel 2023 le utilizzeremo, statene certi, nel 2024 quando ricorre l’80° anniversario della liberazione della città dall’occupazione nazi fascista”.
Il comune di Gaeta, sempre a differenza del Comune di Formia (il 18 maggio è scivolato via nell’indifferenza più totale…ma tanto), è stato più abile e scaltro sul piano comunicativo a ricordare cosa avvenne il 19 maggio 1944 con un breve post sul sito web dell’ente e sui suoi social.”La nostra città era un cumulo di macerie. Più del 76% delle abitazioni pubbliche e private erano ormai distrutte o inabitabili. A ricordo di quel triste periodo 1943-1944, il Presidente della Repubblica, il 15 febbraio 1961, conferì alla città di Gaeta la medaglia d’argento al valor civile con la seguente motivazione: ‘Sopportava, con dignitosa fierezza, ripetuti, violenti bombardamenti aerei e navali che arrecavano gravi distruzioni agli abitati ed uccidevano numerosi suoi figli. Subiva stoicamente crudeli rappresaglie del nemico invasore, mai piegando nella sua fede in un’Italia migliore’.La piazza antistante il palazzo comunale venne intitolata in ricordo del giorno in cui gli americani giunsero a Gaeta, liberandola dagli orrori del nazifascismo e mettendo fine alle sofferenze della seconda guerra mondiale. Quel giorno era il 19 Maggio 1944. Dopo lunghissimi interminabili mesi di sofferenze, contrassegnati da razzie, rastrellamenti e saccheggi, l’incubo era dunque finito”. Punto.
Il messaggio tranquillizzante del sindaco Leccese è stato contestato sui social e le principali critiche sono arrivate da ambienti di centrosinistra: “Liberazione dall’occupazione nazi-fascista? – ha commentato l’ex consigliere comunale di Demos Franco De Angelis – Ma perché Gaeta è una città libera?”. La polemica può iniziare…
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