FORMIA – Il bilancio per consentire il definitivo rilancio dell’ente Comune. Nonostante tanti limiti, uno dei quali riguarda l’entità, ancora insufficiente, dell’apparato burocratico tecnico amministrativo. Il documento non prevede alcun aumento della pressione tributaria, a cominciare dalla Tari, ma favorisce un maxi piano di investimenti per una migliore fruibilità del territorio, “che abbiamo ereditato in una situazione di completo abbandono”, per il turismo, per il welfare e per il rilancio della stessa macchina amministrativa. E’ stato l’intervento dell’assessore al bilancio del comune di Formia Francesco Traversi il momento più pacato dell’intero consiglio comunale che, simile ad una maratona televisiva di “Checco” Mentana, ha registrato per i suoi contenuti (anche politici emersi) e per la sua durata (sette ore ed un quarto) il più interessante e, forse il meno monotono, dall’inizio della consialitura dell’amministrazione di centro destra.
L’assessore Traversi nei suoi sempre attenti e qualificati interventi ha definito la seconda manovra finanziaria della Giunta Taddeo “quella giusta”, dopo quella “sperimentale e obbligata” del 2022, per tentare di rimettere in moto l’azienda-comune di Formia. L’approvazione del bilancio previsionale 2023 è stato il piatto forte dell’intera seduta entrata nel vivo con il “visto” tardivo sul rendiconto dell’esercizio di gestione 2022. Alle dichiarazioni del possessore delle cassaforte del comune ha fatto seguito un dibattito nel corso del quale le posizioni delle minoranze, siano esse della Lega e di centro sinistra o dei nuovi “indipendenti” – i consiglieri Francesco Di Nitto e Caterina Merenna – si sono subito differenziate. Ma andiamo per gradi.
L’opposizione della Lega continua ad essere light nei confronti della Giunta Taddeo, probabilmente su indicazioni romane che auspicano un ricompattamento del centro destra formiano dopo il lacerante voto dell’autunno 2021. I consiglieri comunali presenti Amato La Mura e Antonio Di Rocco hanno definito “senz’anima e senza grosse pretese” il secondo bilancio di previsione della maggioranza Forza Italia-Fratelli d’Italia e, memori della recente astensione sul documento unico di programmazione, hanno annunciato il loro voto contrario ma, complici i tafferugli verbali tra i consiglieri Scarpellino e Paola Villa, hanno preferito andare via. Insomma al momento dell’appello, seguito alla bocciatura di tutti gli emendamenti delle minoranze, non c’erano.
Eletto il 3 ed 4 ottobre 2021 nelle file dell’allora opposizione, il consigliere Francesco Di Nitto continua ad essere il più corretto e soprattutto, coerente. Dichiara ancora di essere un indipendente – siede fisicamente tra i banchi delle minoranze – e per il secondo anno consecutivo ha approvato il bilancio della maggioranza di centrodestra. E l’ha anche motivato: “Quello del bilancio 2022 fu un voto di fiducia. Ora vedo tante certezze che vanno nell’interesse del mio partito, i cittadini”. Naturalmente Di Nitto non aderirà in tempi veloci alla maggioranza solo perché non ci sono le esigenze numericamente parlando. Il consigliere di Gianola continua ad essere il perfetto cavallo di Troia del sindaco di Formia nel sempre più gracile recinto delle opposizioni: la sua (falsa) indipendenza dalle due coalizioni impedisce la revisione numerica delle commissioni che danno ancora una rappresentanza alle minoranze ma Di Nitto da oltre un anno e mezzo non ne fa più parte.
Nel consiglio comunale di sabato era molto atteso il comportamento di un’altra ex leghista delusa. Caterina Merenna, neo iscritta a Fratelli d’Italia, in consiglio è l’anima gemella del consigliere Di Nitto. Non a caso siedono vicini come due innamorati politici ma l’imprenditrice è stata molto attenta a farsi consigliare: si è astenuta sul bilancio di previsione 2023 “solo perché non ho avuto modo e tempo di dare il mio contributo”. Davanti ci sono tre anni a disposizione…
Da sinistra- dalla lista “Guardare Oltre”, dal Pd e dal Movimento cinque stelle con l’ex sindaco Villa – sono arrivate – come da previsioni – le principali bordate contro l’ossatura del bilancio illustrato dall’assessore Traversi. Il capogruppo della prima lista civica Imma Arnone ha censurato come le principali questioni illustrate dall’assessore Traversi siano state “affrontate con troppo poco impegno ed attenzione”. La “silente maggioranza Taddeo-Cupo” è finita nel suo mirino per aver bocciato i “nostri emendamenti che riguardavano ’inclusione sociale delle persone con disabilità, la valorizzazione dei beni storico-archeologici, i giovani e la cultura. Se su alcuni emendamenti le voci della maggioranza sono state di contestazione aspra (a chi potrà far mai paura la lettura di un libro?), non possiamo non notare la sensibilità dell’assessore Fabio Papa almeno nell’ascoltare quanto elaborato dai nostri esperti e l’apertura ad analizzarlo in un secondo momento. Il voto contrario sul previsionale e sul rendiconto è stato contrario perché alcuni giorni si annunciavano fantomatici tesoretti. E invece ci ritroviamo ora con dei capitoli di spesa come per esempio la cultura (per stessa ammissione dell’assessore competente) e diversi altri estremamente poveri di risorse”.
Per il partito Democratico il bilancio di previsione 2023 della maggioranza di centro destra “rispecchia una città bloccata che non ha mai fatto i conti con le tante emergenze e criticità del passato e con pochissime leve per intravedere uno sviluppo futuro. In un contesto del genere, l’amministrazione non può accontentarsi di una gestione ordinaria ma c’è bisogno di percorsi e scelte politiche forti che si intravedono poco nei documenti di bilancio approvati e, soprattutto, non si osservano nella città. Il comune nel 2022 – hanno osservato i Dem Luca Magliozzi e Alessandro Carta -. é riuscito a realizzare solo 2 milioni e mezzo di investimenti in conto capitale a fronte dei 50 milioni inseriti, continua ad avere una macchina amministrativa sempre più sguarnita e insufficiente a dare risposte adeguate ed è evidente che la perdurante carenza di personale e di dirigenti in alcuni settori chiave della macchina amministrativa, si riverbera poi negli atti di spesa e nel recupero dei crediti”.
“Chi pensa di trovare nel bilancio del Comune di Formia elementi utili ad individuare un quadro di rilancio socio economico della città, è destinato a rimanere deluso. E’ un bilancio che non ha un’anima – hanno ribadito i due consiglieri del Pd – non sottende ad una visione di città, non indica una prospettiva. C’è l’edilizia ma non c’è l’urbanistica; rispetto ai fabbisogni, c’è scarsa manutenzione ordinaria su parti del territorio, ma non si intravede un piano organico di prevenzione, anche pluriennale. La mancanza di programmazione e di visione non è riscontrabile soltanto nel bilancio di previsione ma anche nel Dup approvato nella seduta precedente, dove sono scomparsi temi qualificanti per la città quali una scaletta d’impegni per affrontare i problemi del traffico litoraneo, senza rimandare a nuovi studi di incerto esito; la ricognizione e successiva predisposizione delle opere viarie e di bonifica ambientale al contorno dell’area destinata ad ospitare il nuovo Ospedale del Golfo, la definizione della variante al PRG, per la quale, in due decenni, è stato speso quasi un milione di euro; l’inquadramento urbanistico per il riuso delle aree industriali dismesse; l’impegno per una moderna portualità turistica, al di là dell’affermazione di essere favorevoli ad una portualità diffusa ed il decentramento dei cantieri navali, la destinazione d’uso dell’ex Seven Up, del complesso Marina di Castellone e dell’ex Di Donato. Ci si rende perfettamente conto che alcuni dei problemi elencati stanno sul tappeto da decenni. Ma quando diventa attuale il momento per parlarne? Pensavamo che il bilancio – hanno concluso Magliozzi e Carta – fosse l’occasione giusta per discutere di spunti di futuro, ma anche questa volta è la delusione a prevalere”.
Nell’ultima mezzora della maratona consiliare, dopo il via libera al piano delle alienazioni e valorizzazione degli immobili da cedere nel periodo 2023-2025 e alla verifica della quantità e qualità delle aree da destinarsi all’edilizia residenziale pubblica che potranno essere cedute nel 2023, i riflettori della sala Ribaud sono stati puntati sull’assessora Elenora Zangrillo. L’occasione è stata l’approvazione del programma triennale dei lavori pubblici 2023-2025 e, a distanza, le scintille sono volate a sinistra tra i consiglieri del Pd Magliozzi e Carta ed il capogruppo Arnone, “rea” di essersi astenuta a sorpresa (insieme alla consigliera Merenna) sull’argomento licenziato dalla maggioranza con il voto del sempre più fedele consigliere Di Nitto.
La dottoressa Arnone in serata ha spiegato il suo voto: “La mia è stata una propositiva astensione. Abbiamo ben apprezzato la sincerità da parte dell’assessore Eleonora Zangrillo e da parte del sindaco Taddeo. Molte delle opere finanziate per il prossimo triennio siano frutto di un percorso iniziato dall’amministrazione di centrosinistra nel lontano 2016, di un altro colore politico ma paradossalmente con la stessa assessore al ramo (appunto Eleonora Zangrillo). Sicuramente come Guardare Oltre vigileremo affinché questi progetti escano realmente dal cassetto, la paura che rimangano libro dei sogni c’è e non la neghiamo, ma l’emergenza che bisogna affrontare prioritariamente è quella della macchina amministrativa, ancora troppo povera di personale – e di certo non ci riferiamo al servizio di portineria esternalizzato per ben 60mila euro- per poter affrontare la chiusura, dopo circa 10 anni, di un piano di lavori pubblici così ambizioso”.
Al capogruppo Arnone non ha fatto piacere, relativamente al voto contrario del Pd sabato nel consiglio comunale di Formia sul piano triennale delle Opere Pubbliche, una semplice e facile circostanza: il tentativo della “ new age” del Pd di disconoscere quel passato politico da cui l’attuale rappresentanza consiliare Dem arriva….anche sul piano prettamente familiare…. Il presidente del consiglio comunale Cardillo Cupo avrebbe bollato la cosa con un collaudato marchio di fabbrica: #So Ragazzi…