Sarà in distribuzione dal 26 maggio e si preannuncia argomento di forte polemica. S’intitola “Laboratorio criminale” l’ultima fatica letteraria nell’ambito della poliedrica attività di Marco Omizzolo, il giornalista, sociologo, ricercatore Eurispes, docente universitario ed esperto nella lotta alle agromafie, al caporalato e a tutte le forme di sfruttamento dei più fragili che, dopo il suo tematico “Per motivi di giustizia”, ha deciso di fare bis scrivendo a quattro mani “Laboratorio criminale”. L’ha fatto con Roberto Lessio, l’ex assessore all’ambiente del comune di Latina, per parafrasare il quasi omonimo best seller dell’ex sostituto Procuratore Giancarlo De Cataldo “Romanzo criminale”
Il duo Omizzolo-Lessio per conto dell’edizione “People”, ripercorrono nelle 208 pagine di questo libro la storia della mafia di origine Rom che si è radicata sui territori delle province di Roma e Latina “grazie alla dinastia delle famiglie Casamonica-Di Silvio”. I due autori – e ne fa cenno naturalmente Marco Omizzolo nell’intervista video allegata – sottolineano l’importanza di questo “laboratorio criminale che l’ha generata, con la complicità di una politica spesso di destra che ha aperto le sue porte girevoli a uomini del clan, favorendone le imprese criminali, gli interessi e le carriere politiche”.
Nata da una famiglia originaria della provincia di Isernia poi trasferitasi nel quartiere Tuscolano a Roma, questa organizzazione mafiosa si è diffusa “senza incontrare ostacoli, coperta da una grave sottovalutazione da parte delle istituzioni e della cittadinanza”. Attraverso questo strano laboratorio sociale, il clan mafioso “ha già eletto un proprio rappresentante nel Parlamento italiano, mentre l’esperimento criminale in corso prevede una costante crescita del consenso, lo stato di subordinazione e omertà della popolazione e l’accondiscendenza di parte della politica”. Purtroppo con poche eccezioni.
INTERVISTA video Marco Omizzolo, giornalista e sociologo
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