FORMIA – “Non basta una gestione ordinaria: è il momento di rimettere al centro i temi strategici della città” – è l’incipit del commento alla votazione del documento di bilancio di previsione del comune di Formia per il 2023 dei due consiglieri comunali in quota Pd – Partito Democratico – Luca Magliozzi e Alessandro Carta. ” Un bilancio che rispecchia una città bloccata che non ha mai fatto davvero i conti con le tante emergenze e criticità del passato e con pochissime leve per intravedere uno sviluppo futuro. In un contesto del genere, l’Amministrazione non può accontentarsi di una gestione ordinaria ma c’è bisogno di percorsi e scelte politiche forti che si intravedono poco nei documenti di bilancio approvati e, soprattutto, non si osservano nella città”- spiegano meglio.
“Un comune che nel 2022 é riuscito ad impegnare solo il 7 per cento delle somme previste per gli investimenti e che continua ad avere una macchina amministrativa sempre più sguarnita e insufficiente a dare risposte adeguate. E’ evidente che la perdurante carenza di personale e di dirigenti in alcuni settori chiave della macchina amministrativa, si riverbera poi negli atti di spesa e nel recupero dei crediti. Chi pensa di trovare nel bilancio del Comune di Formia elementi utili ad individuare un quadro di rilancio socio economico della città, è destinato a rimanere deluso. E’ un bilancio che non ha un’anima, non sottende ad una visione di città, non indica una prospettiva” – scrivono i due Consiglieri democratici di opposizione e poi non lesinano altre spiegazioni.
“C’è l’edilizia – affermano – ma non c’è l’urbanistica; rispetto ai fabbisogni, c’è scarsa manutenzione ordinaria su parti del territorio, ma non si intravede un piano organico di prevenzione, anche pluriennale. La mancanza di programmazione e di visione non è riscontrabile soltanto nel bilancio di previsione ma anche nel DUP approvato nella seduta precedente, dove sono scomparsi temi qualificanti per la città quali, per esempio: una scaletta d’impegni per affrontare i problemi del traffico litoraneo, senza rimandare a nuovi studi di incerto esito; la ricognizione e successiva predisposizione delle opere viarie e di bonifica ambientale al contorno dell’area destinata ad ospitare il nuovo Ospedale del Golfo; la definizione della variante al PRG, per la quale, in due decenni, è stato speso quasi un milione di euro;
– l’inquadramento urbanistico per il riuso delle aree industriali dismesse; l’impegno per una moderna portualità turistica, al di là dell’affermazione di essere favorevoli ad una portualità diffusa; il decentramento dei cantieri navali, la destinazione d’uso dell’ex Seven Up, del complesso Marina di Castellone e dell’ex Di Donato”.
– l’inquadramento urbanistico per il riuso delle aree industriali dismesse; l’impegno per una moderna portualità turistica, al di là dell’affermazione di essere favorevoli ad una portualità diffusa; il decentramento dei cantieri navali, la destinazione d’uso dell’ex Seven Up, del complesso Marina di Castellone e dell’ex Di Donato”.
E concludono: “Ci si rende perfettamente conto che molti di questi temi rimangono inevasi da decenni. Ma quando arriva il momento per parlarne? Pensavamo che il bilancio fosse l’occasione giusta per discutere di spunti di futuro, ma anche questa volta è la delusione a prevalere. In una città immobile da tempo, camminare nel solco di strade già tracciate non può più essere sufficiente: è necessario che la Politica sia in grado di proporre una visione moderna e di lungo periodo sui temi strategici della città”.