La stagione balneare e turistica a Ventotene è iniziata nell’ultimo fine settimana con il freno tirato. Se ne sono accorti i primi vacanzieri che non hanno potuto frequentare la principale spiaggia della seconda isola pontina, quella di Calanave. E’ interdetto con alcune transenne installate dalla ripartizione tecnica del Comune il tratto di arenile che “guarda” verso il porto borbonico di Ventotene. Sono iniziati tardi e sono tuttora in corso gli attesi e necessari lavori di messa in sicurezza della parte più alta del costone che sovrasta l’arenile vulcanico, chiuso alla fruibilità dei bagnanti per il timore della caduta di detriti e di pietre. Questo intervento di messa in sicurezza di questa porzione della falesia di Calanave dovrebbe terminare entro la metà di giugno quando l’intero arenile sarà riaperto al pubblico, anche dal versante del tunnel romano dove sono comparse alcune eloquenti transenne. C’è un ritardo di consegna del cantiere di almeno due anni….poca cosa rispetto a quanto avvenne sul lato opposto di Calanave. Un intervento di sistemazione di una protezione per consentire il ripascimento della spiaggia era stato finanziato dalla Regione per un importo di oltre 300mila euro nel lontano 2011 ed era terminato nel 2020….Meglio tardi che mai – polemizzò il comune di Ventotene – perché la miglioria venne garantita nell’estate di tre anni fa quando la spiaggia di Calanave venne chiusa non dalla lentezza burocratica della Regione, ma dall’emergenza pandemica. Capita ogni tanto anche questo…
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