GAETA – Se è stata consumata una lottizzazione abusiva per il recupero urbanistico dell’ex vetreria Avir lo sancirà con una sentenza il prossimo 13 novembre il giudice monocratico del Tribunale di Latina Laura Morselli. In quel giorno sono in programma la requisitoria del rappresentante della Procura e soprattutto la sentenza attesa dopo che saranno trascorsi 12 anni dall’arrivo dei Carabinieri del Nipaf che, sotto il coordinamento del magistrato di punta della Procura di via Ezio in materia di reati ambientali e contro il territorio, il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, apposero i sigilli all’ex vetreria di Serapo e indagarano per lottizzazione abusiva i vertici e i componenti delle diverse società proprietarie delle diverse componenti dell’ex stabililemto industriale.
Nell’ultima e attesa udienza gli indagati hanno chiamato a deporre in Tribunale a Latina un illustre testimone, niente meno che l’ex sindaco di Gaeta Antonio Raimondi. E l’”amerikano”, rispondendo, insieme al geometra Rosario Romano, alle domande dell’avvocato Luca Scipione e della dottoressa Morselli, ha tentato di demolire il teorema della Procura arrivando a sostenere come il blitz dei Carabinieri, con il senno del poi, ha condizionato pesantemente e negativamente contro di lui la campagna elettorale che nella primavera del 2012 culminò con il suo sfratto (dopo un solo mandato) dal palazzo Municipale di piazza XIX Maggio ed il contestuale arrivo di Cosimino Mitrano, poi sindaco di Gaeta sino al giugno del 2022.
E Raimondi l’ha spiegato al giudice Morselli: “Quel mio primo mandato ruotava attorno a due obiettivi programmatici, il recupero dell’ex Avir dell’ambito della legge region ale numero 22/1997 sulla riqualificazione delle aree dismesse e la riattivazione dell’ex ferrovia Littorina. Sull’ex vetreria fui chiaro con i privati. Il comune aveva necessità di avere un solo interlocutore per il recupero dei 26mila metri quadrati. Le resistenze non mancarono ma fui in grado di far riunire le società private sotto un unico consorzio perché ci sarebbe dovuta essere un’unica interlocuzione – ha ribadito Raimondi nella sua deposizione in Tribunale – con il comune per realizzare quello che pretendevamo come parte pubblica: la realizzazione di un museo dell’ex vetreria, un centro congressi per favorire il turismo congressuale e la destagionalizzazione dello stesso turismo, la costruzione di una nuova strada dei “Due mari” che collegasse Serapo a via Lungomare Caboto e di un parcheggio in cui 400 stalli sarebbero dovuto essere gestiti dal comune”
Il 3 febbraio 2009 l’allora sindaco Raimondi presentò il progetto per l’ex vetreria Avir (“con il rapporto uno, comune, contro uno, il Consorzio”) dopo che nel dicembre precedente il consiglio comunale varò le linee guida per la variante generale al Prg. “Al teatro Ariston – ha puntualizzato l’ex sindaco di Gaeta – quella domenica mattina c’erano duemila persone…perché tutti vedessero e ascoltassero. Io nell’interesse di Gaeta ho giocato a carte scoperte e non ho chiesto a chicchessia di condividere progetti di finanza molto allegri…”.
In questo momento della lunga deposizione di Raimondi è arrivata la miglior difesa per i privati indagati per lottizzazione abusiva: “La Procura all’epoca non interpretò come avrebbe dovuto e potuto l’importanza di un suggerimento che arrivò dal comune di Gaeta. Fu l’allora dirigente del settore urbanistica Antonella Avitabile a pretendere dal privato di frazionare le particelle. Per la Procura in quel momento si consumò la lottizzazione e invece il comune operò un atto di grandissima trasparenza e chiarezza perché il privato chiariva la destinazione d’uso delle aree che avrebbe gestito facendo altrettanto a favore di quelle che sarebbero finite sotto la giurisdizione del Comune…Altro che…”. Subito dopo il sequestro dei Carabinieri nell’estate 2011 fu la stessa architetto Avitabile – ha aggiunto l’ex sindaco di Gaeta – a firmare un’ordinanza cautelare per l’acquisizione, attraverso la relativa confisca, dell’ex vetreria al patrimonio immobiliare del comune”.
Da questo momento ha preso il via un’altra controversia amministrativa e giudiziaria tuttora pendente. I cinque privati impugnarono al Tar con esito positivo l’ordinanza per il via della confisca cui fece seguito n ella primavera 2013, ad un anno dalla sua prima elezione, il ricorso al Consiglio di Stato che nell’agosto 2019, ribaltando il pronunciamento del Tar, spianò la strada per la confisca dell’ex vetreria da parte del comune di Gaeta. L’ex-sindaco Raimondi al giudice Morselli ha rispolverato un nervo delicatissimo: la richiesta di rinvio a giudizio sulla quale si pronuncerà il 22 giugno 2023 il Gup del Tribunale di Roma Simona Calegari in occasione dell’udienza preliminari in cui l’attuale dirigente del Dipartimento “Riqualificazione Urbana” del Comune di Gaeta Stefania Della Notte rischia il rinvio a giudizio con la (pesante) ipotesi accusatoria di falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale.
Tutto ruota attorno alla richiesta di svolgere un processo avanzata dal sostituto procuratore Antonio Verdi: era il 28 dicembre 2018 quando la neo dirigente del comune di Gaeta rispose ad una seconda ordinanza istruttoria del Consiglio di Stato che, appunto, stava decidendo il ricorso dei cinque privati contro la decisione dell’amministrazione-Mitrano di acquisire al patrimonio comunale di Gaeta l’ex vetreria perché gravata dal fardello penale della lottizzazione. Il Consiglio di Stato chiese all’architetto Della Notte (l’aveva fatto in precedenza anche nei confronti del suo predecessore, l’ingegnere Massimo Monacelli) di spiegare qual’era lo stato dell’arte sul piano urbanistico e particellare all’interno dell’ex vetreria. I giudici di palazzo Spada avevano emesso l’ordinanza numero 213 del 16 gennaio 2018 nell’ambito – come detto – del procedimento amministrativo numero 570/2014 dopo che il Tar aveva legittimato l’iter di confisca avviato dalla prima Giunta Mitrano. La richiesta di chiarimenti del Consiglio di Stato arrivò al comune di Gaeta il 28 settembre 2018 e l’architetto si prese tutto il tempo a sua posizione per ottemperatare alla richiesta arrivatale. E così che il 28 dicembre di quello stesso anno “attestò falsamente che il frazionamento dei subalterni 3,4,5, 8,9 e 13 della particella 89 del foglio 34 era stato depositato all’ufficio tecnico del comun e di Gaeta il 2 febbraio 2011 mentre in realtà tale atto era stato depositato in data 6 maggio 2005”.
L’architetto Della Notte con quella comunicazione al Consiglio di Stato avrebbe provocato un danno diretto ad uno dei proprietari dei “case rosse” di via Frosinone nell’ambito del perimetro catastale dell’ex complesso industriale dell’Avir. Raffaele Di Tella, di 57 anni di Frignano, con quel falso frazionamento risultò spogliato di alcune particelle e si trovò privo da un giorno ad un anno di diverse cubature realizzate e finanche di un giardino di cui sapeva di avere la proprietà. Di Tella seppe di quel frazionamento comunicato dal comune di Gaeta al Consiglio di Stato durante un regolare svolgimento di quel contenzioso amministrativo di secondo grado e così diede mandato agli avvocati Luca Scipione e Michela Grieco di presentare un esposto contro ignoti direttamente presso gli uffici della Procura di Roma a piazzale Clodio. Era il 20 dicembre 2019. A fare il resto furono gli agenti del commissariato di Polizia di Gaeta che, sequestrando diversa documentazione presso il dipartimento “Riqualificazione urbana” del comune, appurarono in due informative del 19 e 29 maggio 2020 di come la dirigente Della Notte avesse informato falsamente il Consiglio di Stato su una particellizzazione che aveva un altro obiettivo di maggiore spessore amministrativo e…eletttorale.
L’architetto Della Notte voleva creare un danno ad uno dei privati proprietari di un appartamento nell’ex vetreria Avir? Probabilmente no. L’assunto giuridico che farà l’avvocato Luca Scipione davanti il Gup Calagari nella decisiva udienza preliminare del 22 giugno prossimo è uno soltanto: con quel falso ed erroneo frazionamento dei sei subalterni della particella 89 del foglio 34 il comune di Gaeta voleva soltanto trarre in inganno il consiglio di Stato per dimostrare che nell’area ex Avir si era consumata una lottizzazione abusiva e, pertanto, quell’area da privata (per la gran parte) doveva diventare pubblica. E così avvenne sino a quando Cosimino Mitrano nell’estate 2021, ad un anno dal voto amministrativo in cui prevalse Cristian Leccese, aziono un bob cat che demolì il muro di cinta ed altre pertinenze dell’ex Avir. Senza quel falso frazionamento comunicato dall’architetto Della Notte al Consiglio di Stato l’iter tecnico amministrativa dell’ex vetreria avrebbe avuto il corso che poi realmente ha avuto?
Antonio Raimondi è preoccupato di una circostanza e l’ha palesata davanti il Tribunale di Latina:”La magistratura penale faccia il suo corso ma non voglio assolutamente immaginare che il comune di Gaeta quanto prima sia costretto a restituire un qualcosa su cui ha frettolosamente messo le mani”. E i privati stanno facendo già due conti: se il 13 novembre 2023 dovessero essere assolti dall’accusa di lottizzazione abusiva, sarebbero pronti il giorno dopo a chiedere al comune di Gaeta un maxi risarcimento danni quantificabile in 20 milioni. Euro più…euro meno