LATINA – “Il 2 giugno 1946 in Italia si vota sia per scegliere tra monarchia e repubblica, sia per eleggere i membri che parteciperanno ai lavori per l’Assemblea Costituente. Le donne votano e si preparano ad essere votate. Grazie all’unione delle loro forze, danno vita a una campagna elettorale senza precedenti perché sanno che ogni vittoria dovranno conquistarla con le loro mani e la loro tenacia. Emozionate, ferventi e coinvolgenti cercano il voto delle donne, esortano le più restie ancora chiuse in casa e timorose di compiere chissà quale atto sacrilego a recarsi alle urne” – così il Coordinamento Donne ANPI Provinciale Latina inaugura una nota di riflessione in occasione della Festa della Repubblica italiana.
“Il 2 giugno 1946 21 donne vengono elette all’Assemblea Costituente. Le Madri Costituenti portano nel cuore le storie di tutte, con tutti i loro dolori e tutte le loro necessità, perché le donne da secoli sanno che la storia di una è uguale alla storia di tutte, e se la trama di una storia è diversa dalla propria, la riconoscono lo stesso perché quella è uguale alla storia della madre, della sorella, dell’amica d’infanzia e forse è simile a quella di un’eroina dei romanzi, della cui triste vita le più fortunate hanno appreso a scuola. Le 21 Costituenti hanno lottato nella Resistenza contro il fascismo, hanno avuto coraggio e hanno avuto ragione del patriarcato, lo hanno fermato a mani nude. Lo hanno fatto con lo stile di chi ripudia la guerra facendola con le armi, con la testa e con il cuore” – ricorda ancora.
“Oggi è 2 giugno 2023. Oggi – si legge, proseguendo – si festeggia la Repubblica, la democrazia e la libertà, ed è nostro dovere ricordare le 21 Madri Costituenti. Oggi tuttavia fuori da ogni retorica celebriamo l’art.3 della nostra amata Costituzione con lo sguardo rivolto ai fatti di cronaca che ci parlano ancora di femminicidi che ci turbano e avviliscono. Oggi, 2 giugno 2023, in Italia, a partire dal mese di gennaio, contiamo 45 femminicidi e ci chiediamo quale legge, quale formula, quale prassi potrà salvarci da questa mattanza, da questo dolore. Oggi più che mai pensiamo che non possiamo mollare perché abbiamo bisogno di crederci Staffette della Costituzione. Lo dobbiamo a chi ha aperto il varco, a chi ha spianato la strada, all’avamposto di un esercito impavido fatto di donne che hanno avuto esperienza del dolore. Lo dobbiamo anche a chi non ha avuto il coraggio, la forza, la fortuna”.
E conclude: “Noi riteniamo – disse Teresa Mattei – che il concetto informatore della lotta che abbiamo condotta debba stare alla base della nostra nuova Costituzione, rafforzarla, darle un orientamento sempre più sicuro. È nostro convincimento che nessuno sviluppo democratico, nessun progresso sostanziale si produce nella vita di un popolo se esso non sia accompagnato da una piena emancipazione femminile. A noi il passaggio del testimone! Grazie Madri della Costituzione, grazie a ognuna di voi! Viva l’Italia, Viva la Repubblica!”