CORI – Nell’ultimo consiglio comunale la maggioranza approva compatta il consuntivo del 2022. Il bilancio di rendiconto si chiude con un risultato di amministrazione pari a circa 4,5 milioni di avanzo, di cui il 50% vincolato e la restante parte libera. Tuttavia, gli accantonamenti di legge assorbono completamente la ricchezza prodotta nel 2022, portando il bilancio ad un disavanzo complessivo pari a circa 7 milioni.
Il risultato di oggi viene da lontano, e precisamente dal 2015, dall’anno in cui la normativa nazionale impose agli enti locali il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, adempimento necessario per il passaggio alla nuova contabilità armonizzata. Nel 2015 Il riaccertamento straordinario dei residui determinò un ingente disavanzo di amministrazione che l’Ente si impegnò a ripianare in 30 anni.
Il bilancio 2022 ha coperto la quota di disavanzo annuale prevista dal piano di rientro trentennale ed ha altresì generato risorse per incrementare il fondo contenzioso, che sale a 177.000,00 euro. L’anticipazione di tesoreria, per la spesa corrente, si è ridotta ai minimi storici e quella utilizzata non ha generato nessun pagamento di interessi, in quanto l’Ente ha un fondo cassa vincolato molto consistente.
“Siamo soddisfatti – affermano il sindaco di Cori, Mauro De Lillis, e l’assessore al Bilancio, Simonetta Imperia – della gestione operata nel corso dell’anno 2022: oculata, prudenziale, finalizzata al rispetto dell’equilibrio finanziario del bilancio dell’Ente e al rispetto degli impegni presi. Molto ancora ci attende, ma oggi il bilancio del Comune di Cori è ordinato, chiaro, rispondente alla reale situazione finanziaria. Il debito è sotto controllo e, soprattutto, solvibile in relazione alle capacità dell’Ente.
Tutto questo è il frutto di un buon lavoro fatto di serietà, di una gestione attenta del buon padre di famiglia: si spende quello che si può. E’ importante capire che se si vuole porre in essere una programmazione vera, i conti dell’Ente devono essere a posto, altrimenti si rischia non solo di cadere nella propaganda, ma soprattutto di generare ulteriore debito a danno delle generazioni future”.