Anche gli avvocati penalisti operanti presso i Tribunali di Latina, Frosinone e Cassino incroceranno le braccia dal 6 all’8 giugno aderendo ad una forma di astensione che, indetta dalla Camera penale di Roma, ha assunto subito un carattere regionale per ricevere il sostegno, via social, delle camere penali di ogni angolo d’Italia. Il pomo della discordia riguarda il pessimo funzionamento degli uffici del Tribunale di Sorveglianza dal quale moltissimi penalisti non riescono ad avere le giuste interlocuzioni e risposte immediate quando si tratta di tutelare le garanzie dei rispettivi assistiti alle prese con le richieste di beneficiare di misure alternative alla detenzione. L’astensione era stata indetta dal direttivo della Camera penale di Roma il 12 maggio scorso e la scelta di contestare “le situazioni critiche nel quale versano gli uffici giudiziari romani” è stata condivida nell’arco di pochi giorni dalle camere penali di Latina, Cassino, Frosinone, Velletri, Tivoli, Civitavecchia, Rieti e Viterbo. Insomma dell’intera regione Lazio.
La situazione più critica riguarda la “permanente condizione di dissesto nella quale operano gli uffici di Sorveglianza di Roma che determina – si legge nel documento che ha proclamato l’astensione delle udienze per tre giorni – una quotidiana e gravissima lesione dei diritti dei cittadini che con quegli uffici debbano relazionarsi- Questo stato di dissesto non accenna nemmeno ad affievolirsi, nonostante le plurime interlocuzioni e le numerose iniziative, anche di protesta, adottate dalla Camera Penale nel corso degli ultimi anni. L’inefficienza strutturale originata da riconosciute carenze di personale e risorse è sempre più spesso aggravata da atteggiamenti insipienti serbati dal personale amministrativo – ed è questo un altro gravissimo atto d’accusa formulato inizialmente dalla Camera penale della capitale e poi sottoscritta dalle altri organismi periferici – che trova, nelle pieghe di queste difficoltà oggettive, facili alibi per condotte a volte addirittura indecorose nei confronti dell’avvocatura e dell’utenza. Questo incredibile muro contro muro è documentato e testimoniato da “numerose segnalazioni che il Direttivo riceve da penalisti romani, soci e non, a cadenza oramai quasi quotidiana”.
Ed ancora: “E non è finita. Questa situazione tutt’altro che idilliaca sarebbe ulteriormente aggravata dal trasferimento in via Triboniano del Tribunale di Sorveglianza, nei pressi della Corte di Cassazione, delle udienze monocratiche e collegiali della Sorveglianza. Questa dislocazione determinerebbe un insostenibile aggravio nella gestione delle attività difensive, costringendo gli avvocati, anche viste le interminabili attese per le chiamate delle udienze, a rocambolesche peregrinazioni tra le sedi giudiziarie. Non è ulteriormente tollerabile che si faccia quotidianamente strame dei diritti delle fasce più deboli, per questo maggiormente bisognose di meccanismi efficienti che garantiscano minuziosa legalità nella fase della esecuzione della pena”
L’assemblea degli iscritti alla Camera Penale di Roma, non a caso, il 3 maggio scorso, aveva delegato il Direttivo a deliberare – come poi avvenuto – l’astensione dalle udienze “come forma di protesta da affiancare alle altre iniziative ritenute utili o opportune per sensibilizzare le Autorità e la Collettività sulla gravità della situazione e favorire, per quanto possibile, iniziative tese a fronteggiare l’emergenza”. Questa astensione dalle udienze non ha un carattere prettamente romano e l’adesione delle Camere penali della Corte d’Appello lo conferma appieno e in quest’ottica riveste una particolare importanza l’assemblea che, in programma martedì mattina a Roma, registrerà la partecipazione di diversi penalisti ciociare e pontini, mobilitati – a quanto pare – a “deliberare ulteriori forme di protesta”.