FORMIA – Un fiume in piena. Terminato il rito funebre per Mario Piccolino, il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo non si sottrae al fuoco di fila dei giornalisti. “Questa città è infiltrata – dice sul sagrato della chiesa di San Giovanni – l’ho detto oggi al prefetto, questo territorio è già infiltrato e qualcuno deve estirparlo. Cominciando dalle piccole realtà, come l’aggressione dell’altra sera proprio qui, o l’accoltellamento fra giovani in piazza municipio. C’è bisogno di più controllo. L’ho detto al prefetto. In questi giorni il rafforzamento dei controlli ha portato ad individuare uno spaccio di droga ed altri reati”.
Una nota della questura afferma che le modalità dell’omicidio di Mario Piccolino non sarebbero assimilabili ad un’esecuzione. E’ così?
“Se non è esecuzione un colpo sparato da pochi centimetri, allora dobbiamo metterci d’accordo su cosa significhi il termine esecuzione. Mi risulta poi che le indagini abbiano portato al sequestro del blog (freevillage.it)”.
La reazione della gente c’è stata… E quella della politica?
“Vorrei dire ai membri del consiglio comunale che al di là delle differenze dobbiamo costruire l’unità. La città deve essere unita ed i cittadini hanno dato attraverso la fiaccolata di sabato e la partecipazione di oggi un segnale forte. Sono moderatamente ottimista. Mi auguro che nessuno voglia uscire fuori dal coro. Parafrasando Don Luigi Merola vorrei tutti giocatori e nessun tifoso”.
Bartolomeo ha spiegato di essere a conoscenza di minacce subite da Mario Piccolino, ma ha detto di non essere a conoscenza se alcune di queste fossero indirizzate direttamente all’amministrazione. Cosa invece affermata pochi minuti prima dal pulpito della chiesa da Marco Piccolino. Il fratello della vittima, intervistato ieri anche dal giornalista Sandro Ruotolo, aveva infatti detto che Piccolino gli aveva confidato di essere oggetto di minacce dovute alla sua vicinanza all’amministrazione comunale ed aveva invitato a non lasciare solo il sindaco in questi delicati frangenti.
Di seguito alcuni passaggi dell’orazione funebre pronunciata dal primo cittadino:
“Quando sono arrivato nello studio di Mario era stato ucciso da poco. Davanti ad una scena di questo genere ti chiedi subito cosa stia succedendo.
…Credo che nonostante tutte le sue contraddizioni Mario abbia colto costantemente i limiti della nostra società. Prima che blogger era un avvocato. Per questo aveva sviluppato un’analisi così acuta. Blogger è diventato quando l’attività professionale è venuta meno.
…Eppure Mario non immaginava che potesse suscitare nella sua città una reazione così grande e così bella. Mario a suo modo si era fatto capire. Sono d’accordo con quanto affermato da Don Luigi Merola: su questa vicenda non deve cadere il silenzio come avvenuto da altre parti.
…Quando una persona in 4 minuti compie un delitto ci dobbiamo chiedere quali forze si stanno muovendo. L’insegnamento che voglio cogliere è che questa comunità ha reagito ma deve essere tutelata e protetta. Non siamo abituati a queste cose, non abbiamo gli anticorpi. A memoiia d’uomo questo è il delitto più grave dal dopoguerra ad oggi.
…Il messaggio forte che voglio lanciare oggi è la necessità di proteggere la comunità, e sarà il mio impegno principale fino alla fine del mio mandato. La vita degli abitanti va tutelata e preservata a partire dai bambini. Mario amava i bambini per la loro innocenza.
…Mario di questa comunità era un rappresentante autorevole. Si faceva sentire di tanto in tanto. Era fuori dal coro (parafrasando quanto detto da Don Luigi Merola) ma dentro il coro.
…Oggi chiediamo che qualcuno accolga il nostro grido testimoniato dalla fiaccolata e dalla folla giunta in chiesa. La paura che ho è che questa comunità si perda… non ho preoccupazione per me ma per la mia comunità”.
Il discorso del sindaco Bartolomeo ai funerali di Mario Piccolino
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