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Formia / Siti archeologici, Un’altra città denuncia il “cambio di rotta per la gestione” dell’Amministrazione

FORMIA – “Cambio di rotta o meglio retromarcia da parte dell’amministrazione targata Taddeo-Cardillo Cupo, che, attraverso il loro assessore Fabio Papà, avevano affermato, in pieno Consiglio Comunale, la gestione diretta dei siti da parte dell’ente e la maggiore valorizzazione degli stessi rispetto al passato con aperture quotidiane  e continue di alcuni siti archeologici” – inizia con queste parole una nota a firma del gruppo politico formiano “Un’altra città”.
“Eppure – spiega ancora –  con la delibera di giunta comunale n. 116  del 29.5.2023 e pubblicata su albo pretorio il 06.6.2023 si definiscono gli  indirizzi per la gestione dei siti archeologici di Formia. In pratica avviso pubblico affinchè i cinque siti ( Cisternone, Torre di Mola, Area archeologica di Caposele, Villa di Mamurra ) siano affidati a cooperative o ad associazioni. Sempre in consiglio comunale hanno vantato diversi investimenti sui siti archeologici, come il progetto di illuminazione degli stessi per il quale è stato acceso anche un mutuo. Al netto della determina dirigenziale n.845 che liquida la fattura al professionista per la progettazione di  illuminoteca e di un bando che viene pubblicato su albo pretorio 06.6.2023 il risultato è il rischio che i siti non siano fruibili e pronti ad accogliere gli eventuali visitatori e turisti”.
“Lo stesso bando per la gestione dei siti archeologici è uno specchietto per le allodole in quanto affida al futuro vincitore dello stesso i siti  non solo per un limitato periodo di tempo ovvero quindici mesi, tempo esiguo per programmare un’offerta culturale adeguata e dare un senso di continuità alla valorizzazione, ma anche lo stato di alcuni di essi come l’area archeologica di Caposele che a oggi è un cantiere aperto per la realizzazione della terza uscita o la Villa di Romana di Gianola oggetto in questi giorni di richiesta di chiarimenti da parte dell’ Associazione “Italia Nostra Lazio”  circa la trasformazione dell’area archeologica in parco pubblico.In finale e in buona sostanza, manca all’amministrazione Taddeo-Cupo coerenza di intenti e chiarezza di idee perchè si parte sempre da un cambio o da una rotazione, e non si torna neanche al punto di partenza…ma molto, molto più indietro” – conclude.
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