Torna in mani italiane la quota privata di Acqualatina. Italgas ha reso noto di aver rilevato le attività idriche della multinazionale francese Veolia in 3 regioni italiane: Lazio, Campania e Sicilia, chiudendo così le trattative in esclusiva avviate lo scorso 14 marzo. L’ufficializzazione è arrivata da Paolo Gallo, l’amministratore delegato della società, il cui 30% delle quote è di proprietà della Cassa Depositi e prestiti e, dunque, dello Stato.
“Abbiamo compiuto un passo importante per diventare un player di riferimento anche nel settore idrico” – ha affermato Gallo, secondo il quale l’attività idrica è per Italgas “un obiettivo strategico a cui puntiamo con convinzione, nella consapevolezza di poter creare valore per il Paese mutuando le competenze e le tecnologie all’avanguardia sviluppate nel settore del gas”. Italgas non ha prelevato solo la quota privata di Acqualatina, detenuta legalmente da Idrolatina con il 49% dell’assetto societario. ma anche l’98,7% di Idrosicilia Spa e, indirettamente, il 75% di Siciliacque, ed il 47,9% di Acqua Campania.
L’amministratore delegato di Veolia, Emanuela Trentin, ha spiegato che “rimarrà attiva nel mercato idrico attraverso servizi tecnologici e soluzioni avanzate, contribuendo altresì alla sicurezza energetica e alla decarbonizzazione per soddisfare la significativa domanda del paese di efficientamento energetico e di accelerazione di produzione di energia locale e decarbonizzata”.
Se l’intera operazione si basa su un valore di “circa 115 milioni di euro”, ad annunciare la scalata di Italgas alla quota privata di Acqualatina era stato il presidente della Provincia di Latina e della conferenza dei sindaci dell’Egato 4 Gerardo Stefanelli in una lettera inviati ai sindaci facenti parte dell’ex Ato 4. Aveva fatto rilevare come i comuni con la delibera numero 5 dell’11 aprile 2017 decisero che la cessione della quota privata di Acqualatina avrebbe dovuto perseguire una procedura pubblica. Questo orientamento fu impugnato davanti il Tar da Acea ed il giudizio, a distanza di sei anni, è ancora pendente. Da qui la scelta del presidente Stefanelli di chiedere al legale nominato all’epoca dalla conferenza dei sindaci, il professore Umberto Lucarelli, docente di diritto costituzionale presso l’Università “Federico II” di Napoli, di sollecitare la fissazione dell’udienza di discussione del ricorso che, a questo punto, potrebbe essere ritirato.