FORMIA – Subito la nomina di un consulente terzo per verificare la giustezza delle considerazioni economiche in base alle quali l’amministratore unico della “Futuro Rifiuti zero” ha deciso, dopo il via libera dell’assemblea dei soci, di interrompere il rapporto contrattuale con il Centro Servizi ambientali di Castelforte e di inviare i rifiuti urbani indifferenziati (codice EER 200301) prodotti dai comuni di Formia e Ventotene nella più lontana struttura della Saf a Colfelice.
Con questa richiesta dei rappresentanti delle minoranze è terminata nel pomeriggio di martedì una vivace seduta della commissione “Controllo e garanzia” del comune di Formia. L’ospite più atteso sarebbe dovuto essere il neo amministratore unico della “Frz” Raffaele Rizzo che però ha dato forfait. Il manager era stato invitato a tenere un’audizione per riepilogare le iniziative assunte negli ultimi tempi ha, pur “apprezzando l’iniziativa (del presidente della commissione Amato La Mura), ha comunicato di non poter partecipare “per impegni lavorativi inderogabili”.
La delusione è stata tanta perché l’assenza di Rizzo si è affiancata a quella della principale dirigente del comune di Formia, la segretaria comunale e responsabile dell’anti corruzione dell’ente, l’avvocata Marina Saccoccia, ufficialmente in ferie”. La discussione è stata lunga e vibrante e ad alimentarla è stata una lettera che il dottor Rizzo nelle ore precedenti l’inizio della commissione Trasparenza aveva inviato ai suoi componenti, al suo presidente La Mura e, per conoscenza, al sindaco e alla segretaria Saccoccia che, appunto, non c’era. A menare le danze – questa previsione è stata rispettata – è stata la battagliera capogruppo della lista d’opposizione “Guardare Oltre” Imma Arnone che, arretrando le lancette della storia, è tornata indietro di oltre sette mesi quando, il 24 novembre scorso, Rizzo veniva nominato dall’assemblea dei soci. Potevano partecipare a quella seduta i consiglieri di maggioranza Capraro, Antigiovanni, Rossi, Miele e Di Nitto?
Sì, secondo la dottoressa Arnone – se fossero stati invitati e coinvolti anche quelli di… minoranza. E invece in commissione Trasparenza si è verificata l’imbarazzante vicenda nel corso della quale il consigliere Luigi Scarpellino ha negato che i colleghi di coalizione fossero presenti all’investitura di Rizzo. E’ stata smentito dal presidente della commissione ambiente Antonio Capraro che ha ammesso la presenza sua e degli altri colleghi nell’assemblea dei soci “Frz”: Si quel giorno eravamo nella stanza del sindaco Taddeo quando è sopraggiunta la delegazione della società municipalizzata e siamo rimasti.
Naturalmente la nomina di Rizzo non è in discussione sul piano procedurale ma “per ragioni di opportunità politica – ha esordito il capogruppo Arnone – si presta a diverse perplessità”. Sul conto di Rizzo l’esponente di minoranza ha fatto rilevare come attendano ancora di ricevere le dovute risposte una scheda in ordine alla conferibilità dell’incarico di amministratore unico della società: “Se la segretaria comunale continua a sostenere che non toccasse a lei rispondere, dovrebbe essere per caso il sindaco Gianluca Taddeo, lo stesso che ha sottoscritto il mandato di incarico?”.
Sul piano sostanziale il dottor Rizzo nella lettera di tre cartelle inviate ai componenti della commissione Trasparenza ha rinnovato la sua tesi: la decisione di trasferire i rifiuti indifferenziati, autorizzata dall’assemblea dei soci il 24 aprile scorso, dal Csa di Castelforte alla Saf di Colfelice fu assunta per due motivi. Il primo è stato tecnico: la struttura ciociara è dotata di un impianto meccanico biologico, caratteristica che non possiede quella castelfortese che è soltanto un impianto meccanico e, dunque, non sarebbe in grado di trattate e stabilizzare la frazione organica contenuta nel rifiuto urbano indifferenziato EER 200301.
Il secondo motivo è di natura squisitamente economico. I conti di Rizzo – secondo la dottoressa Arnone – non sono stati autorizzati da chicchessia. A suo dire la Futuro Rifiuti zero se si fosse avvalsa dell’impianto del Csa di Castelforte avrebbe dovuto versare 209,52 euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito. Per l’intero 2023 l’impegno economico complessivo (tariffa + benefit ambientale) sarebbe stato di un milione e 677mila euro mentre alla Saf saranno corrisposti per il 2023 (ma il servizio è in vigore dal 1 maggio…) un milione e 293mila euro. Insomma – a dire di Rizzo – se la società municipalizzata dei comuni di Formia e Ventotene non avesse cambiato gestore avrebbe subito un aggravio economico di 384mila euro annuo che invece, contrariamente all’applicazione da parte del Csa di un extra costo di 52 euro per tonnellata, risparmierà grazie ad un centro, quello di Colfelice, che “garantisce – scrive in grassetto l’amministratore unico della Frz ai componenti della commissione Trasparenza del comune di Formia – un idoneo trattamento del nostro rifiuto nel rispetto delle norme ambientali eliminando i rischi per l’ambiente e la salute pubblica derivanti dallo smaltimento in discarica di un rifiuto non stabilizzato”.
Il Csa naturalmente ha impugnato davanti la prima sezione del Tar di Latina la determina dell’amministratore Rizzo con cui è stata scelta la Saf al posto della struttura delle famiglie Giuliano-Ambroselli. Il Centro servizi ambientali lamenta come la risoluzione del contratto, sottoscritto nel lontano 2015, sia avvenuta senza alcun preavviso. In questo caso Rizzo chiama in causa un suo predecessore, Raphael Rossi che, demonizzato a Formia per non essere stato confermato dall’ex sindaco Paola Villa, in questi giorni è finito sulle cronache di diversi quotidiani nazionali per aver portato a compimento e con successo la gestione del ciclo dei rifiuti in una località complicatissima qual è Manfredonia, in provincia di Foggia.
Rizzo è stato durissimo contro l’ex amministratore della Formia Rifiuti zero Rossi: “L’analisi del contratto con il Csa del 2015 e le ragioni che hanno portato alla relativa conclusione andrebbero richieste all’amministratore dell’epoca. Già allora l’Italia era stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea in quanto nell’Ato di Latina (e che c’entrano la Frz e Formia?) non veniva garantito un idoneo trattamento biologico dei rifiuti indifferenziati.
Il contratto del 2015 durava un anno. Andrebbe richiesto – ed è stata questa la velenosa conclusione di Raffaele Rizzo – perché si è continuato a conferire il rifiuto a Csa anche a contratto scaduto”. Si tratta di una versione contestata dal collegio difensivo del centro di Castelforte contro il quale dovrà vedersela il legale nominato negli ultimi giorni dalla Frz”, l’avvocato Vittorina Teofilatto”, destinataria di un affidamento diretto grazie ad impegno di spesa di quasi 8300 euro (la determina numero 98 del 6 giugno scorso) che si aggiungono ai 5408 euro deliberati per un altro servizio si assistenza legale affidato sempre direttamente con la determina dirigenziale numero 77 del 2 maggio scorso.
A proposito di conferimento alla Saf è spuntata nella commissione Trasparenza un ‘interessante lettera con cui l’amministratore Rizzo comunicava la scelta di conferire i rifiuti indifferenziati di Formia e Ventotene in Ciociaria al presidente della Regione Lazio, all’assessorato e alla direzione del Ciclo dei rifiuti, al Ministero dell’ambiente, alla Corte dei Conti, alla Procura di Roma (specificatamente al sostituto procuratore Galanti) e a quella di Cassino e ai sindaci di Formia, Taddeo e Caputo. La lettera è datata 9 maggio 2023 e – secondo i consiglieri di minoranza Arnone, Amato La Mura e Alessandro Carta – la Regione è stata informata solo nei giorni successivi alla decisione dell’assemblea dei soci di conferire i rifiuti indifferenziati a Colfelice (dove opera una società a totale partecipazione pubblica – sottolinea) una piuttosto che a Castelforte.
Rizzo conferma le sue ipotesi di lavoro già illustrate e chiede alla Regione “il vostro intervento volto a tutelare le ragioni della nostra scelta – si giustifica – che si è basata su criteri di economicità, di tutela ambientale e di prossimità per rivolgerci al Tmb più vicino ed evitare che i nostri rifiuti vengano inviati all’estero”. Se queste caratteristiche – soprattutto il principio di prossimità – hanno permesso martedì alla “Ecosystem spa” di Pomezia di rintuzzare al Tar –sezione di Roma un ricorso della Rida di Aprilia contro le autorizzazioni regionali di cui ha beneficiato negli ultimi anni, il capogruppo Arnone ha chiesto in commissione la nomina di un consulente contabile per verificare se veramente – fatture in mano – la “Futuro Rifiuti zero” stia pagando un costo inferiore alla Saf rispetto a quelli sinora sostenuti con il Csa di Castelforte.
O ci sarebbe stato già nel mese di maggio 2023 un aggravio di 20mila euro? Intanto il Csa ha deciso di ricorrere alle carte bollate e di inviare un’ulteriore diffida alla “Frz” . Il motivo? Sarebbero rimaste inevase le fatture relative alle mensilità di marzo e aprile 2023. C’era tempo per pagarle 30 giorni che , a quanto pare, sarebbe abbondantemente scaduti. O almeno.