FORMIA – Si registrano i primi commenti dopo la comunicazione della Procura regionale presso la Corte dei Conti – ad ufficializzarla era stato il vice procuratore generale Massimo Perin – di archiviare la delicata posizione per danno erariale di tre ex dirigenti della sezione urbanistica del comune di Formia, Sisto Astarita, Stefania Della Notte e Roberto Guratti, e del funzionario Filippo Gionta relativamente alla mancata realizzazione del porto turistico nello specchio acqueo antistante il Molo Vespucci.
La magistratura contabile aveva archiviato la posizione dei quattro perché non “sono emersi elementi idonei a comprovare utilmente in sede di giudizio la sussistenza di irregolarità amministrative e condotte contro il dovere d’ufficio”. Insomma le responsabilità non sarebbero state Astarita, Della Notte, Guratti e Gionta ma della società concessionaria, la “Marina di Cicerone spa” , che, titolata a realizzare l’opera grazie ad un progetto di finanza, ci ripensà definendo lo stesso anti economico.
“Il comune di Formia nell’ottobre 2017 fu costretto ad avviare il procedimento finalizzato alla risoluzione contrattuale – ha tenuto a commentare l’architetto Della Notte – a causa dell’inadempimento della stessa concessionaria alle obbligazioni contrattuali e, nello specifico, alla mancata produzione, nonostante i numerosi solleciti da parte dell’ente, del rapporto ambientale corredato dalla sintesi non tecnica richiesto dalla Regione Lazio per la definizione della Vas, la valutazione ambientale strategica”.
In effetti il “dietro front” del soggetto privato era stato provocato dal parere negativo espresso dalla Capitaneria di porto di Gaeta a realizzare un’opera definita troppo “impattante”. Contro questa decisione di revocare il procedimento amministrativo nel 2019 la “Marina di Cicerone spa” citò in giudizio proprio il comune di Formia davanti il Tribunale di Cassino per la risoluzione del contratto di concessione con la conseguente richiesta di risarcimento dei danni conseguenti.
u un’iniziativa che andò in porto perché diligentemente l’allora avvocatura interna – che l’amministrazione del sindaco Gianluca Taddeo ha deciso di non confermare dopo le polemiche partenze del dirigente Domenico Di Russo e della sua “vice” Sabrina Agresti – propose soltanto la restituzione di una sorta di fidejussione versata nel 2012.
Il proscioglimento dei quattro ex tra dirigenti e funzionari della ripartizione urbanistica, che il 31 luglio sarà orfana dell’attuale responsabile Bonaventura Pianese (ha deciso di tornare a lavorare “full time” presso il comune di Fondi), è scivolata via tra l’indifferenza generale delle forze politiche, anche di quelle, di centrosinistra e di centro destra, che proponevano di dotare la città di un moderno approdo turistico.
L’unico a fare – come sempre – la differenza è stato l’ex sindaco Sandro Bartolomeo che ora e anche durante le indagini preliminari aveva preso le distanze dall’iniziativa della Corte dei Conti dopo la denuncia sporta alla Guardia di Finanza dal segretario generale incaricato dal sindaco Paola Villa, l’avvocato Alessandro Izzi.
L’ex primo cittadino di Formia si è interrogato su quello che sarebbe dovuto essere l’interesse dei quattro funzionari a non svolgere correttamente il loro compito. Conosco da sempre la loro professionalità e correttezza e mi risulta difficile immaginare – aveva aggiunto Sandro Bartolomeo – che non abbiano fatto quello che avrebbe dovuto eseguire con il massimo di scrupolo e correttezza“.
In effetti al comune all’epoca era arrivato il parere contrario della Capitaneria di porto di Gaeta ed il mancato rilascio della “Vas” speciale da parte della Regione Lazio. Insomma i dirigenti e i funzionari del comune non avevano alcuna responsabilità su questo ripensamento.
Le dichiarazioni dell’ex sindaco Bartolomeo sono state commentare in questi termini dall’ex dirigente Roberto Guratti: “Due momenti in questa vicenda mi hanno fatto pensare che non sempre regna l’ipocrisia. Uno è stato l’intervento dell’ex Sindaco Sandro Bartolomeo , politico che ho sempre profondamente stimato, che ha dimostrato di conoscere bene la vicenda portuale e di avere avuto la sensibilità di esprimere il suo pensiero anche in presenza di un procedimento giudiziario ancora in corso. Dimostrazione, questa, di essere politico capace di volare molto al di sopra dei tanti improvvisatori , incapaci e privi di nervo. Per questo lo ringrazio ma anche per la fiducia che in passato ha riposto su di me”.
Guratti plaude anche alla “correttezza di una certa stampa” che ha pubblicato la notizia dell’archiviazione della Corte dei Conti con lo stesso risalto con cui era stata annunciata l’avvio del procedimento: “Fortunatamente ci sono ancora giornalisti che, da buoni conoscitori delle vicende umane, politiche e del territorio, hanno avuto la sensibilità di affrontare l’intera vicenda sino in fondo”.
Per tutti e quattro gli ex indagati è stata una beffa (dopo il danno) la comunicazione della Corte dei conti che nell’archiviazione del procedimento ha comunicato che Astarita, Della Notte , Guratti e Gionta non potranno beneficiare ad alcun “rimborso per le spese legali affrontare per la rispettiva difesa.
Le due righe pubblicate sul suo profilo facebook dall’ingegnere Sisto Astarita hanno fatto invece molto più rumore del previsto: “Sarei tentato di dire tante cose ma sono stanco di commentare. Sette anni di guai senza neanche aver rotto uno specchio”.