Cronaca

Formia / Intossicazione da botulino: quattro turisti finiscono in ospedale, la più grave una 74enne

FORMIA – Il peggio è passato. O almeno. Si trovano tuttora ricoverate in prognosi riservata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina le quattro persone che l’altra sera hanno rischiato davvero la vita a Formia per essere rimaste intossicate. Si tratta di due coppie di anziani che da qualche ora avevano iniziato un breve periodo di vacanza in città in cui avevano perfezionato anche l’affitto di un’abitazione in cui trascorrere qualche giorno al mare.

I quattro si sono recati al Pronto Soccorso dell’ospedale Dono Svizzero temendo di essere vittima di un’intossicazione alimentare. I medici zelanti hanno immaginato di trovarsi di fronte a qualcosa di più grave quando hanno chiesto alle due coppie di anziani cosa avessero mangiato: “Tonno sott’olio fatto in casa” – hanno risposto non precisando però se fosse stato preparato da loro o fosse stato regalato da altre persone. Le loro condizioni si sono aggravate al punto che tutti e quattro sono stati trasferiti d’urgenza nel più attrezzato “Santa Maria Goretti” di Latina.

Le condizioni più serie sono state quella di una donna di 74 anni che, sedata e intubata, è stata ricoverata nel reparto di rianimazione diretto dal professor Carmine Cosentino. Gli altri tre pazienti sono stati trasferiti nella divisione di medicina d’urgenza con un’unica diagnosi: intossicazione da botulino.

Si tratta di un batterio che, sviluppandosi in assenza di ossigeno, si espande in substrati con troppi acidi contenenti “fonti di proteine consistenti”. In sintesi, i quattro hanno subito persistenti blocchi respiratori ed un’insufficienza respiratoria, grave e di lunga durata, che può conoscere un esito mortale a causa del blocco della conduzione nervosa ai muscoli responsabili della respirazione.

Per far fronte a quest’inedita emergenza sanitaria l’ospedale di Latina è stato costretto a coinvolgere l’Istituto superiore di sanità per inaugurare le procedure finalizzata alla somministrazione di un siero iperimmune, di antitossine botuliniche che deve essere distribuito con una dovuta tempistica (anche senza conoscere l’esito delle analisi di laboratorio) ma con l’avallo del Ministero della salute ricorrendo alla scorta nazionale antidoti.

Intanto l’istituto superiore di sanità ha lanciato un allarme: si eviti la preparazione casalinga di conserve di carne o di pesce perché non possono infatti essere acidificati o trattati con quantità di sale o zucchero. Gli alimenti andrebbero sterilizzati grazie ad una fase termica facendo ricorso al vapore surriscaldato a 121 gradi e alla pressione di 2 atmosfere. Ma quante cucine domestiche ne sono provviste?

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