FORMIA – E’ il primo di una serie di libri frutto di un progetto, curato da Alberto Simione dell’associazione “Webprogens”, a più voci ma mosso da un’unica grande passione: Formia e la sua storia. Stiamo parlando di “Appunti di storia – il Borgo di Mola”, il testo scritto da Daniele Elpidio Iadicicco – presidente dell’associazione “Terraurunca” e neo-presidente dell’associazione di “Studi archivistici di Formia”, nonchè già fautore del progetto “Memorie su pietra” – che ieri, nella suggestiva chiesa dei Santi Lorenzo e Giovanni Battista allestita in occasione della celebrazione del Santo Patrono (24 giugno), ha inaugurato la settimana di festeggiamenti.
Accompagnato da Antonia De Francesco e con i saluti introduttivi di Don Carlo Lembo, parroco della Chiesa ospitante, l’occasione – che ha richiamato un grande pubblico – è stata interessante per riperorrere, proprio tramite gli “appunti di storia” di Iadicicco, dalla sua viva voce, alcuni tasselli della storia del quartiere di “Mola”: iniziando proprio dall’aspetto religioso, quello legato alle esistenza di numersoe “confraternite”, tra cui proprio quella dedicata a San Giovanni, e le molteplici “cappelle” presenti sul territorio – tra cui quella che al momento risulta essere la più antica, quella del “Santissimo Corpo di Cristo”.
Le ricerche, altra curiosità, hanno portato alla luce anche un culto, non noto ai più, quello legato a San Nicola, con una chiesa presumibilmente collocata nella fase terminale dell’attuale via Maiorino – che giustificherebbe l’esistenza sul territorio di molti cognomi legati per derivazione patronimica proprio a questo nome.
Un’attenzione particolare, poi, è quella che l’autore – grazie alle ricerche compiute – ha dedicato ad un’altra compagine della storia del borgo, cosiddetto “marinaro”, vale a dire quella delle battaglie e dunque del sangue versato in scontri, duelli, che hanno contato diverse vittime. Senza alcun intento rivisitatore, come ha ben chiarito Iadicicco, egli ha inteso solo spostare il punto di vista e mettere in evidenza le vittime di tali battaglie, ricordando i nomi dei caduti scoperti, a prescindere dalla fazione di combattimento, solo in quanto tali.
Una storia di “sangue e acqua” verrebbe da dire. Perchè a Mola l’altra materia liquida estremamente presente e arricchente, nonchè caratterizzante per lo sviluppo economico della città, è stata proprio l’acqua: quella del mare e quella dolce dei rii che trovavano sbocco. Proprio la presenza dell’acqua, ha svelato Iadicicco, ha permesso nel corso della storia una fiorente attività legata al lavoro di mulini e, dunque, alla presenza di capannoni per le riserve di frumento e la nascita di una tradizione di “maccaronai”, pastai. Il primo, secondo le ricerche compiute finora, dovrebbe essere stato un maccaronaio proveniente dalla penisola sorrentina Ardia.
Senza trascurare che altro ruolo economico cruciale era determinato dal fatto che a Mola ci fosse una “Dogana indipendente” per il pagamento dei dazi e che il lustro del borgo era segnato anche dal passaggio sovente di nomi illustri, in particolare delle famiglie nobiliari: da Ludwig I a Leopoldo II di Toscana, da Leopoldo II d’Asburgo alla Regina Carolina, dallo Zar di Russia a Vittorio Emanuele II, per citarne solo alcuni.
Insomma il lavoro di Daniele Elpidio Iadicicco che dà il via ad una collona di cui presto è stata annunciata l’uscita di nuovi libri, mette insieme le risultanze e le curiosità emerse da anni di ricerche e relativi appunti di storia. La sua lettura ci addentra in alcune pagine della storia del borgo di Mola, in questo caso, ma le prossime promettono di esplorare tutta la città di Formia.
Questo testo, inoltre, servirà a sostenere il restauro delle tele di Antonio Sicurezza che presto potranno essere riallocate proprio nella chiesa dei Santi Lorenzo e Giovanni Battista.
PHOTOGALLERY ( foto di Roberta Beneduce)