GAETA – Il rischio è oggettivamente fondato. Potrebbe conoscere un nulla di fatto il 9 novembre prossimo, davanti il Gup del Tribunale di Cassino Salvatore Lo Mastro, l’attesa udienza preliminare che, richiesta dai sostituti procuratori Chiara D’Orefice e Alfredo Mattei, sarà chiamata a decidere il rinvio a giudizio o meno delle tredici persone – i vertici dell’ex consorzio industriale del Sud pontino e della Giunta Municipale di Gaeta in carica nell’agosto 2019 – che dal 2018 in poi ebbero a che fare con la procedura tecnico amministrativa che culminò con la vendita alla neonata società “Cavour Immobiliare” da parte dell’ex Consid del piazzale dell’ex stazione ferroviaria.
Che ci possa essere uno slittamento dell’udienza preliminare e, peggio ancora, una regressione del procedimento alla fase di conclusione delle indagini preliminari, l’hanno appurato alcuni legali difensori visionando la copia della richiesta di rinvio a giudizio, con le ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva, dei Pm D’Orefice-Mattei. Qualcosa non quadrerebbe sulla notifica (probabilmente mancata) di quest’ultimo atto alla dirigente del settore “Riqualificazione urbana” del Comune di Gaeta, Stefania Della Notte, indagata per abuso d’ufficio e soprattutto lottizzazione abusiva.
Il Gip del Tribunale cassinate ha inviato la richiesta di rinvio a giudizio nel “domicilio dichiarato” dalla stessa dirigente: si tratta di una traversa “a destra” di una via che esiste sia a Formia, in località Acquatraversa, che a Gaeta. Ma dove abita l’architetto Della Notte? “A Gaeta e da anni”- ha risposto l’interessata che è formiana. E invece nella fissazione dell’udienza preliminare il GIP scrive che l’architetto Della Notte è residente a…Formia nella traversa a destra, al civico ….., di via….che si trova anche a Gaeta. Potrebbe essere rifatta la fissazione dell’udienza preliminare? Il problema non è facile come si potrebbe immaginare.
La Procura – documenti alla mano – era incappata nello stesso errore lo scorso gennaio quando aveva concluso le indagini preliminari sull’”affaire” della vendita del piazzale della stazione ad un privato. Gli atti per l’architetto Della Notte erano stati fatti recapitare a Formia – presso l’indirizzo di cui omettiamo le generalità per ovvi motivi di privacy – quando la stessa dirigente, ora come allora, abita ed abitava a Gaeta. Si tratta di un problema – se confermato – alto come un grattacielo.
La dirigente del comune di Gaeta, attraverso l’avvocato Andrea Di Croce – potrebbe chiedere al Gup del Tribunale di Cassino di impugnare per un vizio di forma (l’omessa notifica) l’intera procedura ….semplicemente sottolineando la circostanza in base alla quale, non ricevendo lo scorso gennaio la conclusione delle indagini preliminari, non ha potuto – sempre che fosse veritiera questa ricostruzione – esercitare le facoltà che prescrive il codice di procedura penale ad un indagato dopo la notifica della conclusione delle indagini preliminare sul suo conto.
E, più precisamente, la richiesta entro 20 giorni di essere ascoltato o di presentare una memoria scritta ai pm inquirenti. E’ possibile che l’ufficio del Gip sia incappato in questo incredibile corto circuito…? E cosa potrebbe succedere ora qualora – come sembra – la difesa della dottoressa Della Notte dovesse far rileva questo duplice vizio di notifica? L’udienza preliminare del 9 novembre – se la doppia anomalia formale dovesse essere sollevata – verrebbe rinviata in attesa che la Procura della Repubblica di Cassino, attraverso un procedimento stralcio, provveda ad effettuare una conclusione delle indagini preliminari per la sola dirigente del comune di Gaeta, garantirle i 20 giorni di tempo per presentare una memoria scritta o chiedere di essere interrogata dai pm inquirenti e poi eventualmente accorpare le posizioni dei due gruppi degli indagati.
Secondo la Procura di Cassino, a distanza di tre anni dall’inizio delle indagini e a sei mesi dalla loro conclusione, ci sono presupposti perché il Gip decida se dovranno o meno affrontare un processo l’ex presidente del Consorzio Industriale del sud Pontino e vice presidente di quello laziale Salvatore Forte (Forza Italia), i membri del consiglio d’amministrazione in carica tra il 29 giugno 2018 ed il 15 gennaio 2020 (Antimo Merenna e Vincenzo Zottola), l’ex direttore tecnico dello stesso Consind Gianpaolo Scalesse, i componenti della Giunta municipale di Gaeta in carica nell’estate 2019 (l’ex sindaco Cosimino Mitrano, da quattro mesi consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Lavori Pubblici alla Pisana, e gli assessori Angelo Magliozzi, Linda Morini, Alessandro Martone, Lucia Maltempo, Felice D’Argenzio), appunto l’attuale dirigente del settore “Riqualificazione Urbana” del comune di Gaeta Stefania Della Notte, il legale rappresentare (Edoardo Pansini) della società acquirente (Immobiliare Cavour) del parcheggio e la moglie Fabrizia Conte.
Il ruolo dell’architetto Della Notte non è marginale. E’ indagata, insieme alla Giunta incarica nell’agosto 2019, di concorso in abuso d’ufficio. La loro accusa è di aver approntato e approvato la delibera di Giunta numero 171 che dichiarava immediatamente eseguibile una variante al Prg del comune di Gaeta in forza della quale si determinava per l’ex piazzale della stazione la sua trasformazione da zona “S” (servizi scolastici e erroviari) a “P”: parcheggi.
Per la Procura quella delibera ha permesso il recupero degli standard urbanistici e soprattutto l’aumento della capacità edficatoria per la superfice di terreno ricadente in zona B1 ed identificata nel catasto nella particella 1379. La loro colpa? Se il comune di Gaeta era stato (o almeno) tenuto all’oscuro di questa alienazione, la Giunta in carica tre anni avrebbe procurato al Consorzio Industriale del Sud pontino e alla neonata società “Immobiliare Cavour” un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito – come detto – da “un considerevole aumento del valore commerciale dell’area…nelle more del procedimento di definizione dell’operazione di vendita del sito”.