FORMIA – Avevano deciso di affittare casa a Formia per trascorrervi quindici giorni di vacanza. Per farlo avevano deciso di portare da Napoli alcune confezioni di tonno sott’olio preparato in casa. Questa scelta è costata ora la vita ad un uomo di 70 anni, intossicato mortalmente da botulino.
L’anziano, con tre bypass cardiaci, è deceduto a causa di uno shock settico presso il reperto di rianimazione dell’ospedale di Santa Maria Goretti di Latina dove si trova tuttora ricoverata – ma le sue condizioni fortunatamente non destano preoccupazione la moglie di 74 anni. I due, insieme ad un’altra coppia di anziani, avevano fatto ricorso martedì della scorsa settimana ai sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero al termine della cena con cui avevano terminato il primo giorno di vacanza.
Avevano detto cosa avevano mangiato – tonno sott’olio fatto in casa – ma pensavano di essere stati vittima di un’intossicazione alimentare nonostante accusassero dolori generalizzati, spossatezza e soprattutto una palese difficoltà respiratorie. Quest’ultima patologia consigliava i sanitari formiani a trasferire d’urgenza le due coppie di anziani napoletani a Latina perché il loro quadro clinico stava peggiorando col passare delle ore.
Soprattutto per il 70 enne e per la moglie 74enne ricoverati d’urgenza in rianimazione – l’altra coppia veniva trasferita nella medicina d’urgenza – con una comune diagnosi: intossicazione da botulino. Si tratta di un batterio che, sviluppandosi in assenza di ossigeno, si espande in substrati con troppi acidi contenenti “fonti di proteine consistenti”.
I quattro hanno subito persistenti blocchi respiratori ed un’insufficienza respiratoria, grave e di lunga durata, che potrebbe è risultata fatale al 70enne napoletano. Per far fronte a quest’inedita emergenza sanitaria l’ospedale di Latina è stato costretto a coinvolgere l’Istituto superiore di sanità per inaugurare le procedure finalizzata alla somministrazione di un siero iperimmune, di antitossine botuliniche, distribuito con una dovuta tempistica, anche senza conoscere l’esito delle analisi di laboratorio ma con l’avallo del Ministero della salute ricorrendo alla scorta nazionale antidoti.
Intanto l’istituto superiore di sanità ha lanciato un allarme: si eviti la preparazione casalinga di conserve di carne o di pesce perché non possono infatti essere acidificati o trattati con quantità di sale o zucchero. Gli alimenti andrebbero sterilizzati grazie ad una fase termica facendo ricorso al vapore surriscaldato a 121 gradi e alla pressione di 2 atmosfere. Ma quante cucine domestiche ne sono provviste?