“Da componente della commissione Sanità non posso che constatare con preoccupazione come da troppo tempo si assiste quasi impotenti al fenomeno dilagante della violenza nelle corsie delle strutture sanitarie. Intendo sollevare il problema della sicurezza degli operatori, professionali o volontari, dei mezzi di soccorso” – lo dichiara in una nota Enrico Tiero, vice portavoce di FdI, presidente della commissione Sviluppo economico e Attività produttive, nonchè componente della commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio
“In tal senso la prima considerazione da fare è inerente alla necessità di potenziare una rete assistenziale ancora debole sul territorio romano e laziale. Sono consapevole del fatto che non possiamo pretendere dai nostri operatori, da tutti quelli che lavorano nella sanità, ulteriori sacrifici. Personalmente mi sento sempre in trincea, raccolgo ogni giorno richieste di medici e infermieri che chiedono l’aumento di organico” – scrive ancora.
E aggiunge: “C’è quindi da garantire l’incolumità per gli operatori. La maggior parte delle aggressioni risultano consumate contro i sanitari dei Pronto Soccorso e nei confronti del personale in forza alle ambulanze. Entrambi i comparti si dedicano all’emergenza e negli ultimi tempi sono stati bersaglio di violenze ingiustificate e scatenate da futili motivi. Il più delle volte subiscono danneggiamenti anche le stesse ambulanze, magari attraverso la rottura di un vetro o di un portellone. Non bastano più le parole di solidarietà o di condanna, ora occorrono azioni concrete e misure per contrastare tali episodi di violenza e dare serenità agli operatori”.
“In primis occorre rafforzare i sistemi di videosorveglianza sia all’esterno che all’interno dei Pronto Soccorso. Riterrei inoltre opportuno aumentare il personale nelle ambulanze per garantire le migliori condizioni di sicurezza all’interno dei mezzi di soccorso a tutela dei professionisti e dei pazienti. Considero altresì urgente il miglioramento della fase dell’accoglienza nei Pronto Soccorso, ma soprattutto la presenza o l’implementazione della vigilanza nelle strutture ospedaliere, per dare adeguate garanzie di sicurezza agli operatori. Dunque non basta prendere atto delle violenze – conclude – ma è nostro dovere trovare soluzioni, davanti ad un fenomeno dai contorni sempre più inquietanti”.