VENTOTENE – A Ventotene sono tornate le bettoline per rifornire d’acqua i residenti e turisti. Alle proteste scoppiate giovedì per gli odori nauseabondi che hanno interessato la principale spiaggia dell’isola, quella di Calanave, a causa del cattivo funzionamento del vicino depuratore venerdì si è aggiunta un’altra emergenza: la seconda isola pontina è rimasta senz’acqua. Turisti e residenti hanno inondato di telefonate di proteste i centralini di Carabinieri, Guardia di Finanza e Guardia Costiera per un block out idrico che ha paralizzato numerose attività economiche e produttive.
Sul banco degli imputati è finito subito il locale impianto di dissalazione che non funziona come dovrebbe. Un pò tutti si lamentano da anni lamentano l’arrivo nelle rispettive utenze dell’acqua salmastra. Acqualatina si difende affermando come a Ventotene l’impianto di dissalazione non sia mai stato ultimato e, pertanto, la precaria situazione venutasi a creare è scaturita dalla mancata ultimazione dei lavori per i veti manifestati all’epoca dall’amministrazione comunale dell’isola che impugnò a più riprese al Tar il progetto finalizzato a dotare l’isola di un autonomo impianto di dissalazione. Ma tra la sorpresa generale da qualche settimana sono di nuove ‘spuntate’ le mitiche bettoline che, nonostante gli ingenti fondi spesi per realizzare un impianto di dissalazione a metà, sono tornate come un tempo a fare la spola con Napoli per trasportare l’acqua nel clou della stazione turistica.
In uno degli ultimi consiglio comunali il gruppo di opposizione di “Buona onda” presentato al consiglio comunale una mozione, poi bocciata dall’aula, in cui chiedeva all’ente gestore l’immediata attivazione regolare del servizio idrico, l’annullamento delle bollette emesse dal novembre 2017 “a fronte dell’erogazione del servizio irregolare” e di citare Acqualatina avanzando una richiesta di risarcimento danni “non inferiore ai 10 milioni di euro. La mozione chiedeva infine al Sindaco Carmine Caputo, in qualità di massima autorità Sanitaria sul territorio dell’Isola, di inviare un’informativa alla Procura della Repubblica di Cassino per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali del gestore in ordine al reato di attentato alla salute pubblica come previsto dalle norme relative alla salute dei consumatori contemplate dal Codice Penale.
“Con l’installazione del dissalatore fin dal mese di novembre 2017 il servizio idrico integrato è stato svolto, dal gestore Acqualatina, in maniera inadeguata con gravi rischi per la salute degli isolani e dei suoi frequentatori – ha commentato il consigliere comunale di opposizione ed ex assessore al bilancio Pasquale Bernardo – Dalla rete di distribuzione dell’acqua viene erogata acqua salmastra che, oltre ai rischi sanitari, provoca enormi disagi ai cittadini, danni agli impianti domestici, alle attività commerciali e grave compromissione della campagna turistica. il risalto mediatico sul grave problema della fornitura di acqua non conforme ai valori di potabilità, perchè in evidente violazione della normativa sanitaria sulla qualità dell’acqua destinata al consumo umano, si traduce in un enorme danno di immagine dell’isola”.