FORMIA – Una scelta obbligata e – secondo molti – rischiosa nel futuro per le casse dell’ente. Incassate come un pugno nello stomaco le polemiche dimissioni degli avvocati Domenico Di Russo e Sabrina Agresti, la Giunta Municipale di Formia in questi giorni ha avviato la procedura per l’esternalizzazione di uno dei servizi che, sinora fiore all’occhiello per aver garantito risposte all’utenza e consentito anche importanti risparmi in termini economici, di fatto non esiste più dopo la decisione “sofferta e meditata” del dirigente Di Russo e della funzionaria Agresti di dimettersi irrevocabilmente e di andare a lavorare altrove.
Dopo il via libera dato dalla Giunta con la delibera 139 del 22 giugno scorso, il dirigente del settore “Affari legali, Polizia locale e attività produttive” Daniele Rossi ha pubblicato ora l’avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la costituzione di un albo comunale degli avvocati cui conferire incarichi di patrocinio e di consulenza legale per la rappresentanza e difesa in giudizio del Comune di Formia. Insomma la Giunta Taddeo, dopo non aver impedito che l’avvocatura interna continuasse ad essere un punto di riferimento all’interno dell’apparato burocratico amministrativo (era diventata un esempio per gli uffici legali di altri comuni del comprensorio), è stata costretta a ricorrere al mercato esterno per farsi difendere in futuro.
A rispondere al bando ci sarà tempo sino alle ore 23 del 13 luglio prossimo quando saranno redatti cinque elenchi in rappresentanza di altrettante tipologie di contenzioso: amministrativo, civile, lavoristico, tributario e penale. Naturalmente il bando del dirigente Rossi , la cui pubblicazione è stata affrettata anche dalle dimissioni dell’avvocatessa Agresti (a decorrere dal 18 giugno scorso) dopo quelle del dirigente Di Russo, prevede giustamente una serie di requisiti di cui dovranno essere in possesso i partecipanti allo stesso avviso pubblico. Tra questi la capacità a contrarre con la pubblica amministrazione e insussistenza delle condizioni di esclusione previste dall’articolo 80 del decreto legislativo 50/2016, l’assenza di provvedimenti giudiziali relativi ad inadempimenti contrattuali per incarichi assunti con la Pubblica Amministrazione; l’assenza di provvedimenti di natura disciplinare adottati dall’Ordine di appartenenza negli ultimi cinque anni; l’iscrizione all’Albo professionale degli Avvocati per l’esercizio della professione forense nel territorio nazionale da almeno 5 anni rispetto alla data di presentazione della domanda; l’insussistenza di condizioni di inconferibilità, incompatibilità e conflitto di interessi con il Comune di Formia, compresa la pendenza di contenzioso personale, come previsto dalla normativa vigente e dal codice deontologico forense ed impegno a comunicare tempestivamente allo stesso l’insorgenza di ogni condizione, anche potenziale; l’assenza di rapporti di patrocinio legale contro il Comune di Formia, il possesso di specifica competenza in relazione alle Sezioni dell’Elenco per le quali si chiede l’iscrizione ed esperienza professionale nella trattazione di cause legali relative alle medesime materie, da attestare mediante presentazione di curriculum professionale nel formato europeo e la disponibilità a praticare parcelle con compensi determinati, di norma non superiori ai minimi in vigore ed impegno ad accettare i termini e le modalità di pagamento predeterminati dal Comune di Formia.
L’avviso pubblico del dirigente Rossi è chiaro quando prescrive che “non possono essere iscritti nell’Elenco coloro i quali, al momento dell’iscrizione, abbiano in corso, in proprio o in qualità di difensore di altre parti, cause promosse contro il Comune di Formia” Così come i professionisti che, iscritti nell’elenco promuovano giudizi avverso l’Ente o assumano incarichi in conflitto con gli interessi del Comune di Formia, sono obbligati a comunicare la circostanza e saranno immediatamente cancellati dallo stesso elenco. Il bando naturalmente ha già creato interesse ma anche un dibattito.
Un fatto è certo. L’avvocato che vi parteciperà non potrà essere un tuttologo: l’interessato dovrà specificare, fra le cinque sezioni riportate, quella di interesse e comune in numero non superiore a 2 . In caso di indicazione di un numero maggiore di sezioni la domanda non verrà accolta. Ma come saranno scelti gli avvocati esterni che dovranno difendere il comune di Formia? Lo prevede l’avviso di Rossi nel terzo capitolo. Di sicuro a scegliere sarà la politica che avrà un’ampia discrezionalità nelle cinque sezioni. Il legale esterno da incaricare sarà individuato, a seconda della tipologia del contenzioso, nel “rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità e, nello specifico, sulla base di criteri non discriminatori che tengano conto della sezione di iscrizione nell’Elenco in funzione della materia sulla quale verte l’incarico da affidare; dell’esperienza e della competenza tecnica, da intendersi come competenza nella materia oggetto del contenzioso ovvero, anche, della questione rilevante per la sua soluzione; della pregressa proficua collaborazione con la stessa stazione appaltante in relazione alla medesima questione; del costo del servizio, nel caso in cui, per l’affidamento di uno specifico incarico, sia possibile riscontrare una sostanziale equivalenza tra diversi profili professionali
Insomma la politica potrà scegliere come crederà opportuno ma il bando del dirigente Rossi non risponde ad un quesito: l’esternalizzazione dell’avvocatura produrrà un risparmio economico o, come ha dichiarato ingenerosamente il sindaco Taddeo, “finalmente ci permetterà di vincere qualche causa”? Il comune di Formia con questo provvedimento sta tornando indietro di almeno trent’anni e non è certo che arriveranno vantaggi economici in quanto il costo complessivo dell’avvocatura al 31 dicembre ha permesso di assorbire altre spese nel senso che il dirigente Di Russo percepiva sì indennità e Salario accessorio ma aveva l’onere di guidare in maniera omnicomprensiva altri uffici e servizi. Il comune di Formia potrà affermare di aver c entrato un risparmio se l’importo delle parcelle in un anno sarà inferiore a quello che costa al momento – dai 120 ai 130mila euro annui – l’avvocatura comunale di Gaeta che per professionisti impegnati e contenziosi affrontati era pressochè analoga a quella (che non c’è più) di Formia.
Il bando del dirigente Rossi non ha affrontato un altro problema che la politica giocoforza dovrà sostenere: non dovrà essere allestito un ufficio competente chiamato a recepire gli atti giudiziari, capire di cosa si tratta, come gestirli prima dell’affidamento all’esterno? E la gestione, economicamente rischiosa, dei sinistri (al comune di Formia sono mediatamente circa 120 l’anno) sia in rapporto alle varie compagnie assicurative che preliminarmente al pronunciamento del giudice di pace? Qualcuno incrocerà le dita ma l’esternalizzazione dell’avvocatura comunale non ha sempre portato bene ai comuni che hanno operato una simile scelta. Quelli di Terracina, Aprilia, Minturno hanno rischiato di finire nel burrone del dissesto finanziario a causa degli incarichi legali esterni ed il comune di Formia non potrà assolutamente correrlo. Per nessuna ragione al mondo.