ITRI – Un breve ma intenso pomeriggio nel segno della sostenibilità e della lotta al cambiamento climatico. E’ quello organizzato e vissuto dall’ente Parco regionale dei Monti Aurunci che , in attesa di conoscere chi sarà il suo nuovo commissario straordinario, ha promosso, grazie alla direzione tecnica di Giorgio De Marchis, tre eventi uno più interessanti dell’altro racchiusi in un fazzoletto di alcune ore.
La loro valenza è stata confermata dalla partecipazione di ben due assessori della nuova Giunta Regionale, Giancarlo Righini (bilancio, politiche agricole, parchi e Foreste) e dalla padrona di casa, l’itrana Elena Palazzo (bilancio, politiche agricole, parchi e foreste, ambiente e cambiamenti climatici) che, alla presenza tra gli altri, del direttore dell’ufficio Parchi della Regione Lazio Vito Consoli, ha fatto fatica a nascondere la propria soddisfazione per i diversi contenuti che hanno caratterizzato i tre momenti. Il più interessante è stato quello vissuto presso il vivaio forestale dell’ente parco lungo la strada regionale Valle del Liri.
Gli assessori Righini e Palazzo hanno di fatto inaugurato i lavori per la realizzazione di serre, ombrai e semenzai per la produzione di essenze autoctone destinate alla piantumazione nelle scuole, ospedali e aree pubbliche della Regione Lazio. Il vivaio forestale di Itri è, in effetti, l’unico della Regione, la sua attività era rivolta alla produzione di piante per l’ingegneria naturalistica, da usare nel contenimento di zone esposte al rischio idrogeologico ed oggi ha allargato il proprio ambito di competenza essendo stato individuato quale partner principale del progetto “Ossigeno” con l’obiettivo di produrre prima e piantumare poi 30mila nuovi alberi.
In effetti l’ente parco, grazie alle diverse iniziative messe in campo dalla sua direzione tecnica, ha permesso di varare interventi di riforestazione in diversi angoli della Regione, alcuni dei quali anche a Roma. Ma il momento clou di questa trasferta degli assessori Righini e Palazzo si è rivelato essere il convegno svolto presso la sala consiliare di Itri dal titolo “La sfida del cambiamento climatico-Il ruolo delle aree naturali protette in difesa degli equilibri idraulici e idrogeologici”.
E’ stato un doveroso momento di riflessione che, alla presenza tra gli altri del sindaco di Itri Giovanni Agresti, del comandante del Gruppo Carabinieri Forestali Latina Vittorio Iansiti e soprattutto di tantissimi addetti ai lavori e di un foltissimo pubblico ha tentato di individuare anche le responsabilità dell’uomo, oltre alle oggettive conseguenze del cambiamento climatico, in rapporto ai disastrosi e pesantissimi eventi alluvionali che hanno colpito diversi comuni ricadenti nell’area protetta del parco dei Monti Aurunci.
Due sono stati in particolare negli ultimi anni: a Itri in contrada Campiglioni nella notte tra il 3 ed il 4 novembre 2021 e a Formia nel settembre e nel novembre scorsi. Lo studio redatto dal direttore De Marchis ha evidenziato la preoccupante “coincidenza” tra lo scivolamento a valle delle masse d’acqua e la presenza di zone montagnose tra le più esposte agli incendi boschivi – ha osservato – Al danno ambientale sempre si affianca quello economico e sociale: si tratta di frane e alluvioni che solo per fortunate coincidenze non hanno coinvolto persone ma che si sono riversate sulle abitazioni, su laboratori artigianali, su locali commerciali.
Il territorio del Parco dei monti Aurunci si sta rivelando un qualificato laboratorio all’aria aperta per valutare il ruolo delle aree naturali protette nella difesa degli equilibri idraulici e idrogeologici. I dati analizzati e gli eventi del 2021-2022 hanno restituito – ha aggiunto il neo assessore regionale all’ambiente Elena Palazzo – un quadro allarmante dovuto alla instaurazione di una concatenazione di eventi che mina l’equilibrio del territorio. Ci si riferisce alla sequenza, incendio boschivo – evento meteorologico straordinario – alluvione/frana che appaiono essere quasi sempre strettamente collegati”.
In effetti la presenza di un’area naturale protetta ha consentito negli ultimi 25 anni, dalla sua istituzione della legge regionale 29/1997 di limitare l’antropizzazione del territorio e di porre in essere di misure preventive di tutela in assenza delle quali gli effetti delle recenti alluvioni sarebbero stati più catastrofici – ha concluso De Marchis – La redazione del piano antincendio boschivo rappresenta un punto qualificante di studio del fenomeno e di azioni possibili, sicuramente si paga l’assenza del piano del Parco che consentirebbe la differenziazione della protezione del territorio stabilendo diversi livelli di salvaguardia al fine di conciliare la tutela della natura con le esigenze delle comunità locali”.
Se l’assessore Palazzo ha sostenuto la necessità di realizzare una rete interistituzionale per dar vita ad questa “necessaria inversione di tendenza”, l’assessore al bilancio Righini ha annunciato un fattivo contributo finanziario del nuovo corso alla Regione Lazio anche per quanto riguarda la riqualificazione idrogeologica ed ambientale del costone di collina di Campiglioni ad Itri che solo per una mera fortuna non ha conosciuto un epilogo tragico agli inizi di novembre 2021.
Questo giro d’orizzonte sul territorio del sud pontino aveva preso il via sul piano cronologico presso il monumento Naturale di Settecannelle a Fondi. Alla presenza anche del sindaco Beniamino Maschietto, è stato presentato l’attento ed impegnativo restauro dell’antica “Mole della Corte”. Si tratta di un mulino storico della città, considerato “un esempio di sostenibilità”. E’ seguita una visita guidata lungo il percorso naturalistico che costeggia il laghetto che l’Ente Parco in collaborazione con il Consorzio di Bonifica ha intenzione di trasformare in un innovativo percorso naturalistico letterario.
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