FORMIA – Quel video, cliccato sinora da oltre quattro milioni di persone in tutto il mondo, gli ha reso la vita infernale, un incubo. Ora è arrivata la prima, parziale, riabilitazione: la competente commissione dell’ordine provinciale dei medici e dei chirurghi di Latina ha archiviato definitivamente il procedimento disciplinare che, sollecitato dall’attuale direttrice generale dell’Asl di Latina Silvia Cavalli, ha investito il dottor Dante Virgilio, il medico anestesista in servizio presso la clinica “Casa del Sole-Tommaso Costa” immortalato in un video mentre in sala operatoria balla e canta mentre un paziente, sottoposto ad anestesia, è immobile sul tavolo per un intervento.
La segnalazione dell’Asl era arrivata all’ordine provinciale dei medici il 19 gennaio scorso dopo l’eco provocato dalla diffusione attraverso le principali piattaforme giornalistiche on line di quel video che poi si è rivelato essere una “polpetta avvelenata” ordita contro l’anestesista della struttura privata di via Giuseppe Paone. Il video, ad insaputa del medico, era stato girato da un infermiere professionale licenziato (con una sentenza della sezione lavoro del Tribunale di Cassino passata in giudicato) grazie alle testimonianze e ad una relazione del dottor Virgilio che aveva segnalato alla proprietà della clinica Costa una serie di condotte poco corrette e trasparenti.
Quel video, veicolato dai media, fu una vendetta contro l’anestesista che, chiamato a relazione dalla commissione disciplinare dell’ordine provinciale dei medici (composta dai dottori Giuseppe Dei Giudici Massimo Ruggero Carletti, Giuseppe Nardacci, Pietro Caianiello, Aldo Pastore, dal presidente Giovanni Maria Righetti, Rita Salvatori, Mariella Salomone e Daniel Sermoneta), ha respinto con successo tutti gli addebiti mossigli fino a ravvisare una presunta “condotta deontologicamente rilevante durante l’esercizio dell’attività professionale nella sala operatoria della clinica Costa”.
Alla commissione disciplinare dell’ordine provinciale dei medici è bastata una sola seduta, quella del 4 maggio scorso, per scagionare “a maggioranza” l’anestesista ‘incriminato’ definendo “irrilevanti” i fatti contestati dopo aver l’interessato “fornito esaurienti elementi per la decisione”. In sintesi per l’ordine provinciale di Latina dei Medici il comportamento Dante Virgilio “non ha violato in nessun caso i principi deontologici della professione medica”.
Aver ricevuto la pec di ‘assoluzione” da parte dell’ordine provinciale dei medici l’anestesista formiano l’ha considerata una ferita “che è tornata a riaprirsi e a sanguinare”. A distanza di diversi mesi si considera ancora “umiliato” per il tentativo, maldestro, di alcuni colleghi di aver messo sullo stesso piano il video girato dall’infermiere infedele e poi licenziato definitivamente al termine della sentenza di primo grado con una tragedia che “ha segnato la mia vita , quella della mia famiglia e di tanti colleghi medici e infermieri”, la morte di Mariachiara Mele, la giovane di 21 anni di Lamezia Terme che il 24 gennaio 2019 perse la vita dopo alcuni giorni di agonia a Latina dopo essere stata sottoposta presso la clinica formiana ad un intervento estetico di rinoplastica al naso. Dante Virgilio ha spiegato ai colleghi medici dell’ordine provinciale di Latina che cantare e ballare “per me ha avuto sempre un carattere terapeutico e gli stessi pazienti, alla prese con un intervento chirurgico, qualsiasi esso sia strano, hanno sempre apprezzato”.
Ora Virgilio, dopo questa riabilitazione professionale, ne insegue un ‘altra, la più importante sul piano penale e processuale. Il prossimo 20 novembre inizierà, infatti, il processo per lui per la morte di Maria Chiara: “Mi si accusa di non essere stato conforme alle linee guida nella rianimazione di un arresto cardiaco, inaspettato e grave. L’autopsia ha evidenziato una cardiopatia congenita misconosciuta. La ragazza aveva continuamente svenimenti e tachicardie ma lo abbiamo saputo dopo. Purtroppo la morte di questa ragazza è come per me la perdita di una figlia ma non perdonerò mai un infermiere estorsore non doveva per nessuna ragione al mondo avvelenare il clima nell’ambito di un processo già di per sé molto delicato”.
Il dottor Dante Virgilio considera l’assoluzione del suo ordine professionale come un bicchiere mezzo pieno per rispondere ai tanti medici: “Incontro colleghi che mi dicono …”Ma come non ti sei ammalato?”; “Ma non sei stato sospeso?”.
L’anestesista a quest’ultimo quesito può rispondere e a testa alta.