Cronaca

Formia / Rifiuti, trasferimento al Saf di Colfelice: la prima udienza al Tar di Latina

FORMIA – E’ stata corretta la decisione dell’amministratore unico della Futuro Rifiuti zero Raffaele Rizzo di autorizzare il trasferimento dei rifiuti indifferenziati prodotti dai Comuni di Formia e Ventotene nel più lontano centro di stoccaggio della Saf di Colfelice piuttosto che confermare la fruibilità della più vicina struttura del Centro Servizi ambientali di Castelforte?

A questo pesantissimo interrogativo darà risposta nel merito il Tar del Lazio –sezione di Latina dopo l’udienza flash, durata poco meno di venti minuti, di mercoledì chiamata a pronunciarsi sul ricorso del Csa contro determina dell’amministratore unico della FRz Rizzo che il 22 maggio scorso, impegnando una spesa di un milione di euro, decideva di interrompere il rapporto contrattuale con l’attività industriale della famiglia Giuliano-Ambroselli per ricorrere alla Saf di Colfelice. Almeno sino al prossimo 31 dicembre.

I giudici amministrativi del Tar di Latina – presidente Riccardo Savoia – hanno deciso, per “motivi di economia processuale”, di bypassare l’istanza di sospensiva avanzata dal legale del Csa, l’avvocato Gianluca Sasso, e su concorde richiesta delle parti, ha aggiornato l’udienza cautelare al 13 settembre 2023 “con riserva espressa di definire il giudizio anche nel merito, con sentenza in forma semplificata”. Da qui la decisione del legale della Regione Lazio, l’avvocato Teresa Chieppa, di ritirare una sua pregiudiziale avanzata nella memoria di costituzione in giudizio e, cioè, di trasferire lo stesso al Tar di Roma (in quanto il potere concessorio è unicamente della Regione) facendo rilevare l’incompetenza territoriale della sezione di Latina a decidere in merito.

Se la stessa Regione nella sua memoria è stata la prima a chiedere al Tar di concedere la sospensiva all’istanza presentata dal Csa di Castelforte, il ricorso dell’avvocato Sasso ha fatto rilevare essenzialmente quanto già si sapeva. I vertici della Futuro Rifiuti Zero non avrebbero potuto decidere unilateralmente dove trasferire i raccolti indifferenziati di Formia e Ventotene perché – come detto – il potere, in base alla normativa vigente, è esclusivamente della Regione. Di quest’ultima l’amministratore della Frz Rizzo avrebbe violato due norme inderogabili: i rifiuti indifferenziati (la frazione secca di quello urbano indifferenziato identificato con il codi ce 20.03.01.) , in base alla delibera di Giunta regionale numero 448/2022, va trattati inderogabilmente nello stesso ambito provinciale territoriale di competenza, dunque quello di Latina.

A meno che l’Ato di competenza non sia deficitario e quello di Latina – lo scrive a più riprese anche l’avvocato Chieppa – non lo è. Anzi l’Ato pontina non una capienza “considerevole”. Il secondo punto di forza del ricorso al Tar del Csa – e rilanciato dalla Regione Lazio nella sua memoria legale – è un altro: la “Futuro Rifiuti zero” ha commesso, decidendo di trasferire i rifiuti indifferenziati di Formia e Ventotene – un’altra violazione normativa, quella che istituisce il principio di prossimità che, vietando la trasmunza dei rifiuti, obbliga gli enti locali o i gestori affidatari del servizio a conferire “all’impianto più vicino al luogo della loro produzione”. E Castelforte si trova ad un tiro da schioppo da Formia rispetto a quanto non lo sia naturalmente la Saf di Colfelice.

Nel corso dell’udienza di mercoledì il Tar ha chiesto alle parti di presentare memorie ulteriori in vista del giudizio di merito del 13 settembre e a menare la danza è stata an cora una volta la Regione Lazio che ha invitato la municipalizzata dei comuni di Formia e Ventotene a fermarsi in quanto il centro di cui si sono serviti sinora “è regolarmente autorizzato al trattamento dei rifiuti speciali e urbani” grazie alla determinazione G08506 del 26 luglio 2016 dopo esserlo stato sula scorta del decreto del commissario di governo numero 12 del 4 aprile 2008.

In più la struttura via Viaro, oltre alle certificazioni positive rilasciate a più riprese dall’Ispra (l’ultimo rapporto è datato dicembre 2022), ha ottenuto il rinnovo della severissima autorizzazione Aia sino al 3 aprile 203 “all’interno della quale – scrive la Regione Lazio nella sua memoria al Tar di Latina – tra i vari rifiuti autorizzati al trattamento c’è la frazione secca del rifiuto urbano indifferenziato identificato con il codice EER 20 03 01”. Insomma la Regione smentisce la “Frz” nel momento in cui essa sostiene come il Csa non avrebbe potuto gestire e accogliere i rifiuti indifferenziati.

Lo ripete a più riprese nella sua memoria di 28 pagine il legale incaricato dall’amministratore Rizzo, l’avvocato Vittorina Teofilatto. Definisce il trattamento anti economico garantito sinora dalla Csa di Castelforte, fornisce una rivelazione shock quando scrive “nel comune di Ventotene la raccolta differenziata è ancora ad un livello inferiore al 40% mentre in quello di Formia non viene ancora svolto il servizio di raccolta porta a porta” e ribadisce come “l’impianto di Castelforte abbia una sola caratteristica, quello di Trattamento meccanico, a differenza di quello della Saf di Colfelice che invece pratica meccanico biologico”.

Questa controversia – in vista del giudizio di merito del 13 settembre – potrebbe ora subire una svolta grazie ad una determina, la numero G08977 del 28 giugno scorso, del responsabile della direzione Ambiente della Regione Lazio Vito Consoli. E’ stata allegata agli atti del dibattimento davanti il Tar e prende atto della conclusione favorevole della conferenza di servizio che, espletata dalla stessa Regione Lazio, attribuisce al Csa di Castelforte quel piccolo puzzle che gli mancava, di diventare un impianto polifunzionale per il trattamento meccanico biologico e lo stoccaggio di rifiuti pericolosi e non.

A decidere ora sarà il Tar e soltanto tra meno di due mesi.

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