MINTURNO – Si è arricchito di un nuovo capitolo la vicenda giudiziaria ma anche umana di Mohamed Said Aroual, l’italo tunisino di 34 anni che, domiciliato nel centro storico di Minturno, era balzato agli onori delle cronache perché, alla scadenza dei termini della carcerazione preventiva durata 11 mesi, erano sorte diverse difficoltà a garantirgli un’assistenza ed una necessaria terapia psichiatrica così come richiesto dal dottor Peppino Nicolucci.
Aroual ora è comparso davanti il Gi del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce che, al termine del rito abbreviato richiesto dal suo legale difensore, l’avvocato Enrico Mastantuono, lo ha condannato ad un anno e due mesi per il reato di tentata rapina. La vicenda risale al 2 luglio 2022 quando il 34enne tentò di rapinare con la forza un Carabiniere fuori servizio che, originario di Calvi Risorta, in provincia di Caserta, sta per raggiungere con la sua famiglia uno stabilimento balneare di Scauri.
Per questo episodio Aroul è stato in carcere sino agli inizi di giugno trascorrendovi addirittura un mese in più. Il Gip Di Croce avrebbe potuto concedergli la libertà vigilata già dal 2 maggio ma, nell’impossibilità- come detto- di trovare una struttura in cui seguire un programma terapeutico, decise di prolungare la detenzione in carcere dell’uomo. Nel corso del dibattimento la pubblica accusa aveva chiesto quattro di anni di reclusione ma in virtù dei benefici previsti dal rito prescelto e degli 11 mesi trascorsi nel carcere di via San Bartolomeo il 34enne enne è tornato in libertà senza alcun vincolo potendo ancora accedere ad un’ulteriore scontistica in virtù del suo precario quadro clinico psichiatrico.
Intanto la sentenza di condanna dell’italo tunisino è stata trasmessa dall’avvocato Mastantuono all’ufficio servizi sociali del comune di Minturno in quanto l’uomo è al momento senza fissa dimora e senza una necessaria terapia psichiatrica nonostante le perizie sinora svolte affermano il contrario. Mohamed Said Aroual è considerato socialmente pericoloso e tutti incrociano le dita almeno sino all’11 luglio quando sarà sottoposto presso l’ex “Cim” dell’ospedale Dono Svizzero ad un’ulteriore perizia che potrebbe consentire al 34enne di iniziare un percorso terapeutico presso una Rems che sarebbe stata individuata nella lontano Ronco d’Adige, in provincia di Verona.