FORMIA – Se non è un record, poco ci manca. Che il comune di Formia sia un ente litigioso o non rispetti le indicazioni di spesa contenute nei bilanci di previsione degli ultimi esercizi finanziari la conferma arriva dal chilometrico ordine del giorno del consiglio comunale convocato dal presidente d’aula, l’avvocato Pasquale Cardilo Cupo, per venerdì 14 luglio, alle 16.30 e, se necessario, in seconda convocazione, sabato 15 alle ore 11. Su 27 argomenti all’ordine del giorno ben 19 sono altrettanti riconoscimenti di milionari debiti fuori bilancio che il consiglio deve ratificare sulla scorta di sentenze passate di diversi organi giudicati, dal Giudice di pace dell’ex Tribunale di Gaeta a quello di Cassino e Latina, della Corte d’Appello e del Consiglio di Stato.
Il vero argomento politico è il terzo che, ad una prima sommaria lettura, potrebbe apparire di difficile interpretazione. E invece sancisce un aspetto: Formia potrà un giorno realizzare il proprio porto turistico. Nonostante il progetto presentato dal gruppo romano “Marina di Cicerone” sia stato abortito su palese rinuncia delo stesso gruppo imprenditoriale un tempo capitanato dal Senatore ed ex assessore regionale al turismo Raffaele Ranucci (Pd).
In pratica il consiglio comunale dovrà approvare nell’ambito del piano regolatore portuale della città un elaborato grafico che, redatto dal tecnico incaricato dalla Regione Lazio, va in effetti ad aggiornare lo strumento urbanistico del comune “in coerenza con il piano regionale dei porti finalizzato alla procedura di Vas, la valutazione ambientale strategica”.
In questo ginepraio lessicale il consiglio comunale di Formia confermerà la presenza nel proprio piano regolatore portuale di un braccio a mare, all’esterno del molo Vespucci, nonostante al momento non ci sia alcuna proposta progettuale di realizzare un approdo turistico. E’ in mobilitazione una parte della sinistra cittadina che non siede in consiglio comunale mentre sull’argomento le opposizioni consiliari non hanno ancora svelato i propri orientamenti amministrative.
Se nei giorni scorsi erano insorte le associazioni “Comunità del Lazio Meridionale e isole Pontine” e “Incontri & Confronti” (vicina alla componente di sinistra del Partito Democratico) che in una lettera aperta al sindaco Gianluca Taddeo, alla Giunta e all’interno consiglio comunale era stata molto dura:”La proposta di delibera consiliare, per come è formulata, esprime senza riserve la volontà di condividerel’ampliamento della parte esterna al molo di sopraflutto, previsto nel piano regionale dei porti. E’giusto ritenere che questa decisione, di enorme importanza, non possa essere slegata da una visione più complessiva di tutto il water front cittadino e dalla valutazione delle altre proposte di assetto portuale in itinere”.
Ad aggiungere un carico da novanta sono state ora anche l‘associazione ecologista “Barba di Giove” e Articolo Uno che, censurando l’inutilità del Progetto faraonico presentato dalla società “Marina di Cicerone”, sostiene la stessa soluzioine progettuale, “appartenente ad un’epoca ormai passata, ci haInvece ha lasciato invece una preoccupante eredità. Nell’ambito della procedura di approvazione del Piano Regolatore del Porto di Formia, la Regione Lazio, ha modificato la planimetria di piano, rispetto alle precedenti versioni già approvate dal consiglio comunale di Formia e dal Commissario, aggiornandola con l’indicazione dell’ampliamento della darsena esterna presente nel Piano regionale dei Porti”
Si dicono preoccupati l’ex assessore all’ambiente Beniamino Gallinaro e l’ex vice sindaco Maria Rita Manzo: “Si tratta di um ampliamento che ricalca l’area esterna al molo di sopraflutto dell’attuale porto, già interessata nel passato dal porto turistico Marina di Cicerone, adducendo che questo ampliamento sia previsto nel Piano Regionale dei Porti, sovraordinato rispetto al Piano Comunale. La Regione dimentica che il Progetto della società “Marina di Cicerone ha cessato di esistere, come certificato dalla stessa Regione, e quindi anche l’ampliamento del molo, funzionale al progetto, dovrebbe decadere.”
In effetti il Piano Regionale dei Porti, elaborato nel 1998, precedente il progetto della “Marina di Cicerone”, “non prevedeva alcun molo di sopraflutto ma si limitava soltanto ad indicare il numero di nuovi posti barca che potevano essere ottenuti con una riqualificazione dell’esistente. Nonostante quanto previsto dal piano del 1998 ,si andò avanti lo stesso con il Progetto Marina di Cicerone – rincarano la dose gli ex assessori Gallinaro e Manzo – Avremmo risparmiato tempo e denaro. Ora invece scopriamo che un piano cosiddetto sovraordinato permetterà un nuovo scempio ambientale ed economico. La delibera dell’attuale maggioranza del Comune di Formia , posta in discussione venerdì nel consiglio comunale di Formia ,accoglie la proposta in maniera a nostro giudizio acritica, come fosse un atto dovuto , la volontà di condividere l’ampliamento della parte esterna al molo di sopraflutto.
“Chiediamo che il consiglio comunale tenga conto di tali considerazioni e non approvi l’ ampliamento. Riterremmo importante Istituire un tavolo con la Regione , per un confronto aperto riguardo la progettualità di tutto il waterfront del comune. Del tutto necessario che si avvi una riflessione e una valutazione anche tecnica sull’impatto che gli eventuali progetti possono avere sulla salute del nostro mare. Un passaggio inevitabile e Imprescindibile , a nostro giudizio”- hanno concluso Beniamino Gallinaro e Maria Rita Manzo.