FORMIA – Un clima ecumenico per dimostrare come la città, abortita la fallimentare proposta progettuale avanzata dalla società “Marina di Cicerone”, ha bisogno ancora di affidarsi alla portualità turistica per tentare di alimentare un segmento del suo sviluppo. In questo modo il consiglio comunale di Formia venerdì sera sfiorando per la prima volta l’unanimità ha approvato, recependolo, un grafico che, redatto dal tecnico incaricato dalla Regione Lazio, l’ingegner Meloni, aggiorna il piano regolatore portuale della città con quello piano regionale dei porti.
Che il voto del consiglio comunale di Formia fosse necessario per eliminare qualche “incoerenza” appalesatasi nel corso degli ultimi è stata la presidente della commissione urbanistica del comune, la forzista Tania Forte, che ha dimostrato – come non mai – di essere pronta (qualora ne avesse voglia e tempo) di fare il salto e, dunque, di occuparsi di una delega che il sindaco Gianluca Taddeo continua a conservare gelosamente ad interim. L’architetto Forte nel suo intervento introduttivo ha spiegato come il piano dei porti di interesse regionale non fosse “allineato” a quello del comune di Formia e dunque questo grafico – al centro di una recente riunione a tre fortemente voluta dal sindaco Taddeo con l’ingegner Meloni e i capigruppo consiliari – contribuirà ora ad eliminare qualche disomogeneità che di fatto impediva di affrontare di nuovo discorsi legati alla portualità turistica dopo che il comune ha dovuto incassare il mesto dietro front della società “Marina di Cicerone”.
L’illustrazione dell’argomento da parte della presidente Tania Forte è servita a chiarire come questo allineamento tra i due piani portuali della Regione e del comune dopo tre anni esatti potrebbe rendere snello l’iter per l’adozione di un parere, la cui mancanza è stata una delle cause, oltre a quella economico-finanziaria, che ha bloccato il progetto della “Marina di Cicerone” : l’elaborazione della Vas, la valutazione ambientale strategica.
E poi – e l’ha aggiunto il sindaco di Formia Gianluca Taddeo – il voto del consiglio quasi all’unanimità potrebbe contribuire a riorganizzare l’intera area portuale, “a prescindere o meno da nuove proposte di portualità turistica”. Il primo cittadino ha fatto riferimento alla previsione di delocalizzare l’imbarco dei traghetti e degli aliscafi diretti e provenienti dalle isole di Ponza e Ventotene dalla banchina di Molo Azzurra a quella di Molo Vespucci.
In effetti cosa prevede il grafico approvato dalla Regione e parte integrante del piano regolatore portuale del Comune di Formia ? Di proposte di porto turistico al momento non ce ne sono, ma “l’allineamento” consentirà di realizzare una banchina all’esterno dell’attuale molo di superflutto del porto Vespucci.
A cercare di rompere le uova nel paniere è stato il consigliere comunale del Pd Alessandro Carta che, condividendo il contenuto di una proposta avanzata nei giorni scorsi dall’associazione “Comunità del Lazio Meridionale e isole Pontine-Incontri & Confronti” (è una componente ritenuta di sinistra del Partito Democratico formiano) , aveva presentato un “emendamento integrativo per superare le criticità profonde insite nella proposta di delibera della maggioranza approvata in commissione urbanistica”.
Per Carta “la proposta di delibera consiliare, per come è formulata, esprime senza riserve la volontà di condividere l’ampliamento della parte esterna al molo di sopraflutto, previsto nel piano regionale dei porti. E’giusto ritenere che questa decisione, di enorme importanza, non possa essere slegata da una visione più complessiva di tutto il water front cittadino e dalla valutazione delle altre proposte di assetto portuale in itinere”.
Insomma il comune – a dire dell’esponente Dem – non deve “continuare a commettere gli errori del passato intestardendosi per un’unica e sola soluzione progettuale. Approdi turistici, soprattutto di minor impatto volumetrico rispetto alle diverse soluzioni del passato, possono essere ipotizzati anche lungo la costa di levante per soddisfare soprattutto le esigenze e istanze della piccola diportistica lo cale”.
Sul piano politico l’emendamento di Carta è stato bocciato dalla maggioranza Forza Italia-Fratelli d’Italia ricevendo soltanto tre voti, quello del proponente (il capgruppo Dem Luca Magliozzi era assente), del capogruppo di “Guardare Oltre” Imma Arnone e del Movimento Cinque Stelle Paola Villa mentre il gruppo consiliare della Lega si è smarcato …astenendosi.
La delibera originaria alla fine è stata votata, oltre alla maggioranza, anche da Arnone, Villa e dai leghisti Antonio Di Rocco, Nicola Riccardelli e Amato La Mura nel cui intervento ha sintetizzato la filosofia pensiero della città rispetto all’idea di porto turistico: “Penso che vada avviata una riflessione perché, dopo il fallimento del progetto “Marina di Cicerone” , non si capisce cosa voglia Formia da questa grande opportunità che si chiama, nonostante tutto, portualità turistica”.
A rispondere al consigliere Alessandro Carta, cui si è allineata l’ex sindaco Paola Villa (“Non dimentichiamoci quanti investimenti pubblici sono stati fatti per l’area di Molo Vespucci che è rimasta quella di qualche anno fa”) sono stati soprattutto il sindaco Taddeo ed il capogruppo Arnone. Il primo, sottolineando come la delibera “non ci vincola rispetto a nessuna ipotesi progettuale, ha chiarito come Formia un moderno porto turistico non potrà mai averlo: “Serve come il pane un retroporto che al momento non c’è. La delibera rappresentata una cornice in grado di soddisfare future scelte urbanistiche ed imprenditoriali. Non fasciamoci la testa perché siamo convinti che potrà l’organizzare l’attuale asset portuale e se questo risultato sarà perseguito sarà un gran risultato per l’intera città”.
Il suo voto favorevole è stato commentato in questi termini dal capogruppo di Guardare Oltre Imma Arnone: “Per me rappresentata un importante punto di partenza per andare a diversificare e riqualificare la portualità. Lo dovrà essere nell’interesse della città che su questo punto ha dovuto ingoiare non pochi bocconi amari . E’ arrivato il momento di dover gestire il nostro futuro ed il consiglio ha dimostrato con un voto quasi unanime di essere sulla buona strada”.