SABAUDIA – Il mese di settembre avrebbe dovuto vedere le esercitazioni militari previste nell’area protetta dei Pantani d’Inferno cessare, almeno sulla carta. Questa era la certezza annunciata dal sindaco Alberto Mosca e ribadita durante l’ultimo consiglio comunale. Tuttavia, la situazione sembra più complessa di quanto inizialmente previsto, e la controversia riguardante tali attività in un’area tutelata da normative europee ed internazionali continua a infiammarsi.
Il dibattito sulle esercitazioni militari nei Pantani d’Inferno ha attirato l’attenzione del capogruppo e del segretario del Partito Democratico, Giancarlo Massimi e Luca Mignacca, che si sono espressi sulla questione. La principale preoccupazione riguarda l’ordinanza militare, che prevede ancora lo svolgimento di attività nel territorio protetto a partire dal mese di settembre.
Nonostante le rassicurazioni del sindaco riguardo all’annullamento delle esercitazioni, l’ordinanza militare rimane invariata, alimentando incertezze e polemiche sulla tutela ambientale dell’area. L’importanza dei Pantani d’Inferno come ecosistema e il suo status di zona a tutela integrale richiedono un approccio attento e responsabile verso le attività umane che vi vengono svolte.
“Il Sindaco – dichiarano Massimi e Mignacca – nello scorso Consiglio Comunale ha riferito che la locale Caserma di Artiglieria Contraerea (CASACA) avrebbe comunicato all’Ente Parco di non avere in programma esercitazioni a settembre. Tuttavia sull’Albo Pretorio del Comune non risulta pubblicata la rettifica della Ordinanza n.10/2023 del Comando di Roma Capitale che includeva anche il mese di settembre. E’ evidente che qualcosa non torna. Siamo al paradosso – dichiara il segretario comunale del Partito Democratico Luca Mignacca: contrariamente a quanto ipotizzato dal Sindaco, sparare in un Parco non e ‘mai compatibile. Si parla, inoltre, di destagionalizzare il turismo e poi, in un periodo dove il turismo balneare è ancora presente assieme a quello naturalistico e del birdwatching, essendo i pantani area di svernamento e di passo di numerose specie di uccelli, si torna a sparare vietando, tra l’altro, in tutta l’area la presenza di mucche e bufale, costringendo le stesse alla stabulazione con costi aggiuntivi per gli allevatori”.
“Non possiamo restare inerti – sottolinea il capogruppo del PD in Consiglio comunale Giancarlo Massimi – è necessario che l’Ente Parco provveda ad impugnare l’ordinanza del Comando Militare della Capitale. Nei prossimi giorni provvederemo a trasmettere all’Unione Europea una dettagliata segnalazione per l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese per violazione delle direttive comunitarie Habitat ed Uccelli. Non c’è nessuna ragione per il suo utilizzo, nemmeno di ordine di sicurezza nazionale. E’ necessario, se la Comunità del Parco ha un senso, che questo organismo rappresentativo degli enti e delle comunità locali si faccia sentire. L’impressione evidente, anche a partire dalla posizione assunta dal sindaco di Sabaudia e presidente della Comunità del Parco, è che si sia scelto un atteggiamento accondiscendente verso la presenza del Poligono, non tutelando gli interessi dei cittadini, della loro salute e dell’ambiente. Sarebbe opportuno non solo chiudere il poligono ma anche mettere in atto un’azione di bonifica dell’intera area per verificare eventuali inquinamenti derivanti dall’uso di proiettili e bombe a mano. Attività, credo, mai svolta in tutti questi anni”.
“Se si dovesse dare seguito alle esercitazioni – concludono gli esponenti del PD – siamo pronti a promuovere una manifestazione pubblica coinvolgendo i cittadini, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, i partiti, i parlamentari regionali, nazionali ed europei, presso l’area del Poligono. Non è tempo di mediazioni: il poligono va chiuso definitivamente”.
Per il prossimo 19 luglio è stata convocata la seduta del Consiglio Regionale per la discussione della interrogazione presentata dai consiglieri regionali del PD Ciarla e La Penna.