FROSINONE – Si terrà venerdì l’interrogatorio di Mattia Toson e suo padre Roberto, arrestati all’alba di oggi per l’omicidio del 19enne Thomas Bricca ucciso con un colpo di pistola la testa il 30 gennaio scorso nel centro storico di Alatri. Padre e figlio verranno ascoltati nel carcere di Civitavecchia dove sono stati associati questa mattina dai carabinieri. La scelta del penitenziario è stata fatta per ragioni di sicurezza: normalmente il Codice prevede la detenzione nella struttura penitenziaria più vicina al luogo della cattura.
Ad assistere Mattia e Roberto Toson saranno gli avvocati Angelo Testa del Foro di Frosinone ed Umberto Pappadia del foro di Santa Maria Capua Vetere. “Nessun commento fino al giorno dell’interrogatorio di garanzia” dicono i due penalisti, “vogliamo leggere fino in fondo le 295 pagine di ordinanza custodiale e soprattutto le 900 pagine di informativa dei carabinieri prima di commentare il provvedimento”. Con ogni probabilità, proprio per questi motivi, i due Toson si avvarranno della facoltà di non rispondere per poi impugnare l’intero provvedimento restrittivo davanti al tribunale del Riesame.
Durissime sono state le dichiarazioni rilasciate dal papà di Thomas Bricca, Paolo. a poche ore dalla cattura dei presunti assassini del figlio Thomas. Riceve la valanga di cronisti provenienti da ogni angolo d’Italia nella mansarda ricavata al piano di sopra della sua caotica officina meccanica in cui ripara moto e scooter all’ingresso di Alatri, lungo la statale 55 che collega lo svincolo autostradale di Ferentino a Fiuggi e agli altipiani di Arcinazzo.
“Come commento quanto accaduto? Stamane sono uscito presto da casa e avevo lasciato il telefonino nel soggiorno. Mi sono reso conto che stava succedendo qualcosa di serio dall’elicottero che sorvolava Alatri. Quando ho ripreso il telefonino tutti mi chiedevano se fossi contento dell’arresto dei Toson, padre e figlio. Sarei un ipocrita se dicessi il contrario. Certo – ha aggiunto Paolo Bricca- mi avrebbe fatto un gran piacere vederli in faccia al momento dell’arresto e pensare ai patimenti e sofferenze che io e la mia famiglia abbiamo dovuto affrontare in questi quasi sette mesi. Mancano ancora importanti tasselli perchè ho l’impressione che manchi ancora qualcosa nello svolgimento delle indagini…nonostante sia trascorso tanto, troppo tempo. Il Procuratore Capo Guerriero ha svolto un lavoro egregio ma si poteva fare prima. Oggi hanno arrestato due persone che tutti sapevano essere coinvolte nell’omicidio di mio figlio”.
“Cosa provo per loro? Sicuramente tanta rabbia, l’odio no. Rabbia perchè hanno ucciso per un sbaglio di persona, un giovane ragazzo, mio figlio Thomas, che sino al 30 gennaio stava sempre con me, sul posto del mio lavoro. Ora, più di prima, comincio ad avvertire la sua assenza e gli arresti di oggi, in attesa dell’inizio della grande battaglia del processo – ha aggiunto Paolo Bricca – non faranno altro che acuire quest’assenza mentre due persone, padre e figlio, hanno deciso di ‘inguaiare’ la loro esistenza”-conclude.
Il clima ad Alatri è pesante e il gran caldo di questi giorni non c’entra. Il paese è stato accusato dalla Procura ad aver favorito una situazione di connivenza, di complicità, quasi di protezione. Ad essere convinta che “qualche puzzle vada messo ancora al posto giusto” è l’avvocato Marilena Colagiacomo.
Tecnicamente al momento è il legale della famiglia Bricca. Quando inizierà il processo davanti il Tribunale di Frosinone diventerà l’avvocato di parte civile di una famiglia che piange un figlio “colpevole” di trovarsi nel luogo sbagliato nel luogo altrettanto sbagliato e di vestire come l’amico nordafricano con il quale i Toson avrebbero litigato nei giorni antecendenti al delitto.
L’avvocato Colagiacomo in questi mesi ha svolto un ruolo fondamentale, di trait union tra l’istanza ad indagare della Procura di Frosinone e quelle altrettante legittime della comunità di Alatri e della famiglia ad ottenere una verità: “Ho svolto questo ruolo con questa responsabilità professionale. Non potevo fare diversamente – ha detto il legale nell’intervista video allegata – Ora il prossimo passo è quello di rivendicare una giustizia giusta ma mi rendo che qualche elemento investigativo vada chiarito a margine di un’inchiesta delicatissima ed impegnativa che, forse, avrebbe meritato un aiutino da chi avrebbe potuto garantirlo”.
Che la situazione non sia facile la conferma è arrivata anche dalla rete. “Buona galera boss”, ha scritto invece sui social Lorenzo Sabellico, lo zio di Thomas, pubblicando la foto delle due persone sottoposte martedì ad arresto.
Intervista a Paolo Bricca, papà di Thomas
Intervista a Marilena Colagiacomo, legale famiglia Bricca