FORMIA – La querela per diffamazione è un’ipotesi sul tappeto che ha ampi margini temporali per la presentazione. Ma all’interessata il ricorso alle carte bollate serve relativamente. La politica faccia il suo corso e pertanto l’amministrazione comunale di Formia ricordi all’amministratore unico della Futuro Rifiuti zero di essere il socio di maggioranza con il 96% delle azioni della società municipalizzata che si occupa del ciclo dei rifiuuti a Formia e a Ventotene.
E’ in sintesi il contenuto di una piccata lettera che il capogruppo consiliare di Guardare Oltre, Imma Arnone, ha inviato al sindaco di Formia Gianluca Taddeo, al Presidente del Consiglio Comunale Pasquale Cardillo Cupo, alla Segretaria Generale del comune Marina Saccoccia, alla Giunta Comunale, all’intero consiglio comunale e al controllo analogo della Frz in risposta all’altrettanto lettera che la dottoressa Arnone ha trovato mercoledì mattina in occasione della seduta, che non c’è mai stata per la mancanza del numero legale e per l’assenza degli invitati (i componenti del controllo analogo), della commissione trasparenza chiamata a continuare una verifica sull’operato industriale della “Futuro Rifiuti zero”.
A scrivere quella lettera era stato proprio l’amministratore unico della società municipalizzata censurando niente meno che l’operato, l’attivismo dell’esponente di minoranza in materia di rifiuti e, più complessivamente, sull’operato di Rizzo alla guida di una società dopo l’incarico conferitogli dai sindaci di Formia e Ventotene, Gianluca Taddeo e Carmine Caputo.
Alla dottoressa Arnone non è piaciuto affatto il passaggio con cui Rizzo qualifica il suo operato (aveva espresso palesi censure sulla decisione dell’amministratore di trasferire gli indifferenziati presso la Saf di Colfelice abbonando il più vicino e comodo sito del Centro servizi ambientali di Castelforte) come “un tentativo di difendere l’operato di suo marito (Sandro Bartolomeo) che in qualità di ex sindaco di Formia, condivise la scelta dell’allora dirigenza della Formia Rifiuti zero di assegnare al Centro Servi ambientali di Castelforte l’incarico di trattare il rifiuto indifferenziato di Formia”.
Se questo tentativo può essere umanamente comprensibile – scriveva letteralmente Rizzo – dall’altra però le motivazioni del suo accanimento – per Rizzo svolgere l’incarico di consigliere comunale democraticamente dai cittadini è un “accanimento” – non sono chiare.
“Ho ampiamente spiegato le motivazioni legali alla base della decisione che hanno trovato in una recentissima sentenza del Tar che accludo”- scrive Rizzo.
Il capogruppo Arnone ora ha deciso di chiamare in causa i vertici dell’amministrazione formiana per sottolineare che, forse, l’amministratore unico ha esagerato. “Premesso che un Consigliere Comunale, nell’ambito del suo mandato, ha il dovere di approfondire questioni che riguardano la collettività che rappresenta – esordisce il capogruppo Arnone – L’ho sempre fatto con rispetto di tutti e al di là di mio marito, a cui più volte si riferisce il Dottor Rizzo chiamandolo continuamente in causa in modo provocatorio, dimostrando la sua scarsissima educazione istituzionale”.
E prosegue: “Il dottor Rizzo è stato nominato e non eletto e non può permettersi di esprimere giudizi del genere, con un linguaggio che ritengo nella forma e nella sostanza non istituzionale per le espressioni ingiustificatamente intimidatorie e sarcastiche rivolte alla mia persona e, come tali, volte palesemente ad ostacolare i miei diritti di consigliere comunale”.
Arnone ha avanzato ora una richiesta che difficilmente troverà concretizzazione. Ha chiesto al sindaco Taddeo un nota di richiamo al rispetto dei ruoli, che “più volte l’amministratore unico ha prevaricato con grande maleducazione, e che ci sia la massima attenzione per ciò che riguarda un settore delicato, come è quello dei rifiuti, verso il quale continuerò a rivolgere ogni necessaria cura. Sono certa che comprendiate la mia indignazione e il mio avvilimento quando – ha concluso la dottoressa Arnone – la discussione e la trasparenza viene sostituita da tutto ciò …”
Se il capogruppo di Guardare Oltre ha deciso di nascondere (almeno per ora) l’ascia da guerra, il Csa di Castelforte ha fatto sapere di aver inviato ai suoi legali la “nuova lettera diffamatoria” dell’amministratore unico della “Frz” per verificare ipotesi di reato nelle parti della nota in cui Rizzo scrive chiaramente che il sito di Castelforte ha operato senza alcun incarico contrattuale per raccogliere i rifiuti indifferenziati e applicando canoni superiori alla norma.
Ma se fosse vero, perché la Regione Lazio non dice nulla ? Anzi, autorizza la realizzazione di un trattamento meccanico biologico presso la struttura nella campagne di Suio. E poi gli altri comuni del sud pontino che si servono del sito geograficamente più vicino applicando il principio normativo di prossimità?
La sortita della dottoressa Arnone nella commissione Trasparenza non ha ricevuto l’adeguato sostegno politico della Lega che, nonostante la presenza in commissione Trasparenza del capogruppo Antonio Di Rocco e dell’ex candidato a sindaco Amato La Mura, non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sulla discussa lettera di Rizzo.