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Gaeta / Trasformare parte della “Flacca” in strada urbana per riattivare l’autovelox spento dalla Prefettura

GAETA – La Giunta municipale di Gaeta, “ormai in preda al delirio amministrativo”, revochi senza esitazione la sua delibera numero 139 del 12 luglio con cui è stato delimitato il centro abitato lungo la strada regionale 213 Flacca nel tratto ricompreso tra il confine con il comune di Itri e il promontorio dell’Ariana, con inizio dal chilometro 20+300 con termine al chilometro 26+850” con allegata relativa planimetria.

I consiglieri comunali d’opposizione Emiliano Scinicariello (Partito Democratico), Sabina Mitrano (Gaeta Comunità di Valore) e Silvio D’Amante (Insieme con Silvio D’Amante) hanno deciso mettere al centro del loro nuovo facile bersaglio politico è l’assessore proponente la delibera 139 del 12 luglio, l’avvocato Stefano Martone. E lo fanno ricorrendo innanzitutto al sarcasmo quando, contrariamente alle previsioni del Codice della Strada, non c’è traccia nella delibera di Giunta (“che continua a produrre atti contrari alle norme vigenti e in contraddizione con quelli precedenti”) dell’allegata idonea cartografia nella quale sono evidenziati i confini sulle strade di accesso”.

A dire dei consiglieri Scinicariello, Mitrano e D’Amante la delibera ha un vulnus” in partenza: per poter classificare quale strada comunale un tratto della regionale 213 “Flacca” sarebbe stato necessario innanzitutto delimitare il “Centro Abitato” che “costituisce il presupposto fondamentale per la stessa classificazione. E invece di questa delimitazione del “Centro Abitato” nella planimetria allegata alla delibera di Giunta “non ve ne è alcuna traccia. E questo è già un primo motivo per revocare immediatamente la suddetta deliberazione”- fanno notare i consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano

Quanto alla definizione di “centro abitato”, (insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine. Per insieme di edifici si intende un raggruppamento continuo, ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili, costituito da non meno di venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada) lo stesso Ministero dei Lavori Pubblici, con la Circolare numero 6709/97, stabilisce che la delimitazione del “centro abitato” deve essere effettuata in funzione della situazione edificatoria esistente o in costruzione, e non di quella ipotizzata dagli strumenti urbanistici e che I fabbricati debbono essere in stretta relazione tra di loro e non costituire episodi edilizi isolati.

“È del tutto evidente quindi che per il tratto che si estende dal promontorio dell’Ariana fino ai confini con il comune di Itri, non può essere delimitato alcun “centro abitato”, in quanto – hanno fatto rilevare i tre consiglieri dell’opposizione -. mancano i requisiti posti dalla stessa circolare”.

I consiglieri Scinicariello, Mitrano e D’amante hanno colto l’occasione per chiedere la revoca anche di un altro provvedimento, “adottato sempre in spregio alle norme dalla Giunta Comunale nel lontano 2015” quando, con deliberazione numero 201 del 3 luglio 2015, veniva delimitato illegittimamente – analogamente a quanto ora si vuole fare per la strada regionale Flacca – il “centro abitato” nel tratto della Strada provinciale 138 S. Agostino dal chilometro 1+500 al chilometro 5+600.

“In quel caso l’illegittima delimitazione avvenne con la compiacenza della Provincia, quale Ente proprietario”.

Insomma la deliberazione di Giunta Comunale numero 139 del 12 luglio va revocata immediatamente in quanto adottata, contra legem, “sia per carenza di documentazione tecnica (planimetria riportante la perimetrazione del “centro abitato”) e sia per carenza di istruttoria in merito alle caratteristiche che definiscono il “centro abitato” (Circolare 29 dicembre 1997 numero 6709/97)”.

Le minoranze di centro sinistra dicono di avere “serie difficoltà” a pensare alle reali motivazioni che hanno spinto l’Assessore alla Polizia Locale Martone a proporre questa deliberazione: “O meglio abbiamo difficoltà a pensare che possano essere quelle in qualche modo riportate nella delibera, ovvero “dare attuazione alle previsioni del Piano Regolatore Generale”.

L’Assessore dovrebbe sapere che le zone di cui si discute sono fortemente tutelate dal Piano Territoriale Paesistico Regionale e che la gran parte di esse sono ad inedificabilità assoluta. L’Assessore dovrebbe sapere che il Piano Territoriale Paesistico Regionale è sovraordinato rispetto al Piano Regolatore Generale, per cui le previsioni del Prg non hanno alcun valore se rapportate a quelle del suddetto Piano. Forse potrebbe esserci dell’altro di assoluto interesse amministrativo. Non più tardi di qualche mese fa il Tar del Lazio- sezione di Latina aveva accolto il ricorso del Comune di Gaeta annullando il verbale del luglio 2012 con cui la Regione Lazio aveva consegnato allo stesso comune il tratto di strada regionale dal chilometro 26.850 al chilometro 32.110 proprio sulla scorta dell’approvazione della delimitazione del centro abitato.

E l’assessore-avvocato Martone ha chiesto, a tal proposito, un parere ai colleghi dell’avvocatura Comunale? O meglio, l’Avvocatura comunale, impegnata a difendere al Consiglio di Stato il Comune di Gaeta per la questione della gestione del tratto Arcella-Fontania, era al corrente di questa delibera sul “centro abitato”? Il sarcasmo dei consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano si taglia a fette quando si rivolgono direttamente all’avvocato Martone: “Caro Assessore, lei ha mezzi professionali adeguati a comprendere che la sua apparentemente innocua deliberazione, oltre ad essere provvedimento assolutamente illegittimo, potrebbe “aprire le porte” ad una nuova fase di edilizia “abusiva”, di cui lei sarebbe il principale promotore, per cui, ascolti qualche consiglio, come quello della proposta di revoca della Delibera di Giunta”.

Ma fondamentalmente il comune di Gaeta è pronto, sul piano gestionale e finanziario a gestire come una strada urbana un tratto rilevante della regionale 213? I consiglieri Scinicariello, Mitrano e D’Amante segnalano proprio all’assessore-avvocato Martone “le pesanti ripercussioni sul bilancio comunale, e dunque sulle tasche dei cittadini di Gaeta, se la Regione dovesse consegnarci, oltre il tratto dal chilometro 26.850 al chilometro 32.110 anche il tratto dal chilometro 20.300 al chilometro 26.850. Per non parlare delle ripercussioni sulla sicurezza degli automobilisti, se poi non fossimo in grado di assicurare gli interventi necessari per la manutenzione della strada, a monte e a valle”.

E se questa declassificazione della strada regionale 213 fosse, invece, un pretesto per ‘riaccendere’ (e dunque per fare cassa alla vigilia dell’approvazione in consiglio comunale della salvaguardia degli equilibri) l’impianto di rilevazioni delle infrazioni al codice della strada che la Prefettura di Latina ha spento lungo la Flacca all’altezza dell’hotel Summit? Il monito finale dei consiglieri Scinicariello, Mitrano e D’Amante è uno soltanto”: ”Caro ssessore, tra le tante sirene di una città fuori controllo, ascolti la voce dei tanti cittadini onesti, e revochi questa delibera”.

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