ITRI – Il fallito golpe al comune di Itri – come nelle migliori occasioni – ha avuto subito le sue vittime, gli stessi… golpisti. E’ il pallottoliere l’oggetto più utilizzato dalla politica di Itri dalla mattinata di lunedì quando il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, compreso il neo assessore e consigliere regionale Elena Palazzo, decideva con una scarsa lungimiranza politica e numerica di disertare il consiglio comunale che, convocato con un corposo ordine del giorno, era chiamato ad approvare un punto cardine per il prosieguo della consiliatura, l’assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri per l’esercizio 2023.
Il pallottoliere è ricercato, come non mai, nei negozi di giocattoli di Itri da quando il sindaco Giovanni Agresti ha messo in atto una prevedibile ritorsione politica nei confronti del partito dell’assessore Palazzo: la revoca dell’incarico assessorile ad Alessia Mancini e della delega all’agricoltura al consigliere più fedele del neo assessore allo sport alla Regione Lazio, Simone Di Mascolo.
Dopo il salvataggio garantito dai consiglieri comunali di Forza Italia Andrea Di Biase e Serena Ciccarelli e da quello del Pd ed ex sindaco azzurro Giuseppe De Santis, la consiliatura al momento è in salvo ed il merito ma anche il demerito devono essere attribuiti al sindaco Agresti – dall’alto della sua esperienza e sagacia amministrativa ha saputo prevedere il golpe che gli stava portando il suo ex vice Palazzo – e alla stessa consigliera regionale che, nonostante sia in politica da quando giocava con le bambole, ha commesso non pochi errori di valutazione che potrebbero minare la crescita politica almeno su scala provinciale.
Un fatto è certo. I rapporti, umani e politici, tra Giovanni Agresti ed Elena Palazzo sisono irrimediabilmente compromessi a neanche 22 mesi dalla risicata vittoria elettorale (lo scarto fu di 80 voti, due condomini per intenderci) ai danni dell’ex sindaco-avvocato Antonio Fargiorgio.
In effetti l’attuale primo cittadino è stato capace di prevedere in tempo che la pattuglia di Fdi gli stava preparando in vista dell’approvazione degli equilibri di bilancio 2023. Da giorni volavano scintille e ogni piccolo occasione era buona per alimentare l’incendio dal fuoco che covava sotto la cenere. Il sindaco Agresti aveva capito che qualcosa stava per accadere ai danni della sua amministrazione dal tono delle discussioni promosse nelle commissioni consiliari e nella conferenza dei capigruppo e l’argomento è sempre stato uno soltanto, molto caro e sensibile alle istanze imprenditoriali della componente di Fdi: l’approvazione di alcune modifiche (a stagione turistica al giro di boa) al regolamento dell’occupazione di suolo pubblico di spazi all’aperto annessi ai locali di pubblici esercizi di somministrazione. Insomma i dehors.
Il primo cittadino Agresti aveva insinuato che un golpe fosse stato ordito ai suoi danni quando nell’ultima conferenza dei capigruppo il presidente del consiglio comunale, l’avvocato Salvatore Ciccone, insistesse perché il punto figurasse nell’agenda consiliare prima degli equilibri di bilancio. Chiaro sarebbe stato l’intento per Fdi: portiamo a casa la modifica del regolamento dei dehors e poi facciamo cadere il consiglio comunale non presentandoci in aula per il documento contabile.
Al sindaco Agresti, al quarto mandato amministrativo, puoi dire tutto tranne che sia uno sprovveduto e ha bloccato quell’ordine del giorno che non lo convinceva. Un altro campanello d’allarme è suonato, poi, lunedì mattina quando un nervoso presidente d’aula Ciccone – da qualche settimana componente “a contratto” dello staff dell’assessora Palazzo alla Regione – aveva preannunciato che si sarebbe astenuto sull’intera agenda consiliare senza offrire alcuna motivazione.
Giovanni Agresti, immaginando che la delegazione di Fdi (compresa l’assessore Palazzo) avrebbe disertato l’aula consiliare del palazzo di piazza Umberto, era corso ai ripari rispolverando il suo ancora attuale dna democristiano. Non è un caso che domenica mattina in Comune ad Itri ci sarebbe stato un incontro a tre tra il sindaco Agresti, la neo segretaria comunale di Forza Italia Donatella Del Bove ed lo storico plenipotenziario itrano del Senatore Claudio Fazzone, l’intramontabile Michele Stamegna. E l’accordo è stato il seguente: se Fdi avesse operato un tentativo di boicottare l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio, sarebbe arrivato il soccorso azzurro. E così è stato. Lunedì mattina ad essere cercato dal sindaco Agresti come un ago nel pagliaio è stato sempre il capogruppo di Forza Italia Andrea Di Biase.
E i risultati non sono tardati ad arrivare: Di Biase, la consigliera provinciale di Fi Serena Ciccarelli ed il consigliere del Pd Giuseppe De Santis non hanno votato contro (come avrebbero potuto) la salvaguardia degli equilibri di bilancio e, logica conseguenze delle cose, il cerino è rimasto acceso tra le dita dell’assessora e consigliera ragionale di Fdi Elena Palazzo.
Ora l’esponente rampelliana deve decidere se sotterrare l’ascia da guerra o tentare di guadagnare – attraverso la via del notaio – il ricorso anticipato alle urne dopo soli due anni e mezzo.
Per mandare a casa Giovanni Agresti servirebbe nove voti e la componente Fdi ne ha disposizione sei: i suoi tre e quelli del principale gruppo di opposizione di Itri Facciamo Futuro (l’ex sindaco Antonio Fargiorgio, Vittoria Maggiacomo e Tiziana Ialongo). Ce ne sarebbe un settimo, il presidente del consiglio comunale Salvatore Ciccone, che comunque non basta. Elena Palazzo teoricamente di voti ne avrebbe a disposizione altri due e, pertanto, i prossimi giorni saranno determinanti per certificare o meno l’arrivo per la terza volta del commissario Prefettizio.
Il consigliere ed attivissimo assessore alla cultura Salvatore Mazziotti è un altro fedelissimo rappresentante in Giunta del sindaco Agresti ma il professore ha il cuore diviso a metà: a sinistra per la sua storica posizione culturale…a destra essendo fidanzato (l’Inps a tal riguardo si dichiara molto preoccupato se dovesse cominciare a riconoscere i contributi) con una delle due sorelle di….Elena Palazzo. Questioni familiari, al contrario, riguardano il nono potenziale firmatario della sfiducia al sindaco Agresti.
Elena Palazzo avrebbe cominciato a tallonare il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Osvaldo Agresti che del sindaco di Itri è un nipote acquisito… Il primo consigliere comunale grillino eletto per la prima volta in provincia di Latina lunedì mattina non era in consiglio e, secondo alcune illazioni – volutamente per abbassare la soglia del numero legale qualora fosse servito questo espediente antico come la politica. Il gruppo di Fdi nei confronti di Agresti jr starebbe operando un’azione psicologica quasi di ritorsione: guardi se dovessi salvare il sindaco Agresti, sosterresti una Giunta in cui ci sarebbero pezzi della Lega ma anche dell’odiata Forza Italia?
I prossimi giorni saranno determinanti anche per valutare il comportamento politico di altri due consiglieri comunali, il primo di maggioranza, il secondo di opposizione. Ha destato non poca curiosità lunedì in consiglio l’atteggiamento del neo vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Cece. La maggioranza aveva sì superato il momento più critico ma l’avvocato ha lasciato il consiglio perché, se non l’avesse fatto, avrebbe perso un volo aereo per andare in vacanza. Capita. La consigliera di opposizione di Itri Facciamo Futuro (e del Pd) Vittoria Maggiarra, dopo un velenoso scambio verbale con l’interessato, ha preannunciato l’interessamento della federazione Dem di Latina per capire la posizione dell’ex sindaco Giuseppe De Santis, da tempo iscritto al Pd e ora diventato uno dei ‘salvatori’ di Agresti insieme agli azzurri Di Biase e Ciccarrelli.
“Noi in Giunta? – hanno tagliato corto i consiglieri azzurri Di Biase e Ciccarelli – Non ci risulta. Ne parli con la nostra coordinatrice comunale Donatella Del Bove”. Senza l’ostacolo di traverso di Fratelli d’Italia ora sarà molto più facile che Forza Italia entri in Giunta e, per di più, con una doppia rappresentanza numerica avanzata da Michele Stamegna subito dopo il determinante apporto elettorale alle amministrative del 3 e 4 ottobre 2021. Giovanni Agresti, probabilmente a causa dei veti di Fdi e di Elena Palazzo, propose l’assegnazione di un solo assessorato e Fi che, declinando la proposta, approdò all’opposizione “seria e responsabile”.
Dove il sindaco Agresti ha peccato di coraggio e di autonomia è stato all’indomani del voto regionale del 12 e 13 febbraio scorsi: bisognava sostituire il dimissionario vice sindaco e neo consigliera ragionale Palazzo e, nell’ambito di riunire anche ad Itri il centro destra come quello che aveva vinto a mani basse le regionali, la coalizione elettorale vintrice delle ultime amministrative si poteva benissimo ricompattare. Il sindaco Agresti quando ha fiutato il suo omicidio politico ha ordinato la cacciata dei suoi golpisti che, secondo alcune indiscrezioni, si starebbero interrogando su quanto capitatogli perché le rassicurazioni ricevute dall’Onorevole Palazzo sarebbero state leggermente diverse. E invece il sindaco di Itri, implacabile, ha rispolverato una massima antica del vecchio Movimento sociale: chi tradisce una volta…tradisce sempre.
E le conclusioni politiche cui è giunto sono state severissime per giustificare il licenziamento dell’assessore Mancini e del delegato Di Mascolo: “I cittadini hanno bisogno di ben altre risposte e si aspettano da noi ben altri atteggiamenti. Il comportamento di questo gruppo consiliare e della consigliera comunale Elena Palazzo è stato perlomeno sconvolgente”.
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