GAETA – Togliersi la vita rappresenta un gesto drammaticamente impegnativo che si concretizza, quasi sempre, al termine di una conflittualità interiore e, in quanto tale, si rivela come un fatto esclusivamente privato, personale. E invece sta facendo discutere (e tanto) la decisione del sindaco di Gaeta Cristian Leccese di proclamare per sabato 29 luglio una giornata di lutto “interpretando il sentimento di profondo cordoglio e di dolore di tutta la nostra Comunità per la scomparsa di ….”.
Il primo cittadino, utilizzando il suo profilo facebook – veicolato immediatamente dall’ufficio stampa del comune di Gaeta– non si è espresso come un normale e mortale cittadino. Ha vestito, scrivendo, i panni del sindaco di Gaeta per annunciare la sua decisione di proclamare il lutto cittadino per la scomparsa di una persona che ha salutato questo mondo per la decisione, dolorosissima per lui che l’ha messa in atto, per la moglie, i figli, la sua famiglia e per l’intera comunità che gli hanno voluto davvero bene, di togliersi la vita…
Il sindaco Leccese avrà operato sicuramente in buonafede (sarebbe stato preoccupante se l’avesse fatto diversamente) ma per annunciare il suo provvedimento amministrativo – c’era davvero la necessità di farlo ? – ha contribuito a pubblicizzare ‘urbi et orbi’ una vicenda decisamente ed esclusivamente privata. La stampa locale, benchè informata su questo terribile gesto alcuni minuti dopo il suo svolgimento, ha preferito correttamente continuare a dare un carattere privatistico ad una decisione, quella di togliersi la vita, che merita soltanto un inderogabile rispetto.
Per alcuni operatori d’informazione questa scelta non è stata più tale nel momento in cui il sindaco della città, seppur legato da rispettabilissimi e antichissimi rapporti di amicizia e di affetto, ha reso noto la notizia della scomparsa dell’uomo. Questo primo livello di comunicazione, seppur non condivisibile, poteva anche trovare una faticosissima giustificazione in considerazione, appunto, dei rapporti tra Cristian Leccese e la persona scomparsa.
Ma Cristian Leccese dal 13 giugno 2022 non è un più un cittadino come tanti di Gaeta ma è il sindaco di un’intera città che, proclamando il lutto cittadino per una dignitosissima persona che ha messo in atto l’insano gesto, ha reso pubblico un gesto che – lo ripetiamo – era, è e dovrà essere privato.
Questa dichiarazione del primo cittadino si presta a giuste perplessità perché, se davanti alla “livella” di Totò, dovremmo essere tutti uguali , il comune di Gaeta da domani mattina dovrà proclamare una giornata di lutto in ricordo alla memoria di chi muore per un….raffreddore estivo o per un rispettabilissimo e drammatico conflitto interiore. E lo dovrà fare non trascurando nessuno.
Il provvedimento sindacale di Leccese poi è stato assunto con la doverosa condivisione dei familiari che in queste ore e per sempre piangono la persona che non c’è più? E tutti quei navigatori che hanno commentato il post del sindaco di Gaeta, a parti invertite, come reagirebbero se una simile tragedia avvenisse tra le loro mura domestiche o coinvolgesse un loro caro?
Il sindaco Leccese, sempre inconsciamente, proclamando una giornata di lutto cittadino in seguito ad un tristissimo suicidio, ha palesato un senso padronale all’istituzione che rappresenta.
Ha un solo modo, forse, per riparare: regalare a tutti i gaetani la poesia testamento del principe De Curtis: “’A morte..’o ssaje che d’è?…è una livella”.