FORMIA – “La lotta alla camorra non si compie ‘urlando sui social’ alla ricerca soltanto dei like. Servono comportamenti ‘chiari, lineari e virtuosi’ che il sottoscritto e la città, che ho avuto l’onere di guidare per quattro mandati, hanno tenuto nel corso degli ultimi 40 anni. La lotta al crimine organizzato non può svolgerla una sola persona ma un’intera comunità che, nonostante quello che leggo in giro, può fare affidamento su significativi e collaudati anticorpi. L’ha dimostrato ampiamente la sua imprenditoria. Non posso essere smentito quando affermo che nessun operatore economico che si rispetti di Formia, tranne le immancabili eccezioni, sia stato travolto da logiche criminali che talune famiglie hanno cercato di imporre al territorio tentando di trovarvi rifugio. Se non ci sono riuscite è perché questa città e i miei concittadini hanno dimostrato il contrario rispetto al contenuto di sterili invettive. Cosa bisogna fare? Continuando ad avere comportamenti virtuosi e collaborando e sostenendo, senza tentennamenti, l’operato delle forze dell’ordine e delle varie magistrature“.
E’ la sintesi, culturalmente elevata, di quanto ha deciso di affermare nell’intervista video allegata il quattro volte sindaco di Formia Sandro Bartolomeo. Ha chiesto di parlare, ma non a sproposito, dopo le indagini parallele di due Direzioni distrettuali antimafia, quelle di Roma e Napoli, per cercare di fare piena luce sul tentativo di omicidio del 15 febbraio 2022 di Gustavo Bardellino e per tentare di riscontro ad una nuova pista investigativa: e se il fondatore del clan dei Casalesi non fosse stato ucciso nel maggio 1988 per mano di Mario Iovine in Brasile e si sarebbe rifugiato in uno scomodissimo bunker trovato due settimane fa dai Carabinieri e Polizia sotto il pavimento di una villetta al civico 7 di via dei Pini all’interno del parco “Villaggio del Sole” in località Acquatraversa?
Sandro Bartolomeo esordisce nell’intervista affermando di “non avere i mezzi e le informazioni appropriate” per dimostrare se il fondatore e primo capo storico dei Casalesi Antonio Bardellino fosse o meno ancora in vita. Al contrario ha deciso di parlare ora da semplice cittadino per ripercorrere la sua personale lotta alla camorra quando “giovane consigliere comunale di opposizione, del Pci, agli inizi degli anni ottanta registravo l’arrivo a Formia di pezzi importanti della famiglia Bardellino e la discoteca Seven Up ai piedi del parco di Gianola saltava in aria per mano della stessa camorra”.
Il tono dell’intervista diventa più cadenzato quando quello che sarebbe stato il primo sindaco di Formia post comunista della storia “venivo minacciato di morte, insieme a Francesco Carta, da Franco Sorvillo. E’ stato un momento terribile della mia vita e le minacce di morte le abbiamo subite veramente. Altro che la ricerca dei like sui social. E’ antipatico dirlo ma quando Sorvillo, la moglie ed un loro figlio vennero uccisi nell’ambito di un regolamento di conti trovai un po’ di tranquillità che io e la mia famiglia, lo ammetto, avevamo perso”.
Sandro Bartolomeo poi ha avuto la responsabilità, affidatagli dall’elettorato, di guidare la città e, pertanto, di interloquire con quelle stesse forze dell’ordine che avevano dovuto proteggerlo dalle minacce camorristiche. Cita un’operazione, “Formia connection”, grazie alla quale “i cittadini, che siano pubblici amministratori o meno, possono rappresentare con i loro comportamenti virtuosi i principali alleati degli inquirenti. Ci fu un tentativo di Angelo Bardellino, figlio di Ernesto, di infiltrarsi con una cooperativa nella gestione di alcuni servizi sociali del comune – ha aggiunto l’ex primo cittadino – Come andò a finire sul piano investigativo e processuale basta chiederlo ad un poliziotto di qualità, il dottor Nicolino Pepe, che all’epoca dirigeva il commissariato di Formia e ora la guida la Questura di Avellino”.
Naturalmente un sindaco viene fotografato ogni giorno con lo scibile umano ma Bartolomeo afferma di essere stato “almeno nella mia fase storica” poco incline ai selfie. Io le persone le ho incontrate nel Comune, alla presenza di testimoni tuttora viventi, e ho avuto la forza, la responsabilità ed il coraggio di no. Il primo “no” lo ricevette – ricorda Bartolomeo – proprio Franco Sorvillo interessato ad una mega speculazione immobiliare nell’area appena tutelata nel nascente parco di Gianola.
Il secondo “no” lo pronunciai ad un avvocato che poi solo dopo capiì chi fosse. Era Cipriano Chianese che, secondo alcune sentenze passate in giudicato, era la longa manus del clan dei Casalesi – fazione Schiavone. Aveva acquistato l’ex discoteca Marina di Castellone sulla Litoranea che voleva trasformare in residence. Per fortuna non lo vidi più.
Il terzo “no”, quello più recente, è stato pronunciato a Giuseppe Favoccia e ad Ernesto Bardellino. Vennero da me, contrariamente a quanto si dice, per chiedere un patrocinio ed un contributo economico ad una loro associazione culturale. Vennero da me per offrirmi un servizio di vigilanza che quell’associazione, denominata ‘amici della Polizia’, garantiva al comune”.
Bartolomeo, poi, definisce una provocazione (“ma non ho saputo come andò a finire”) la consegna di una lettera che Bardellino senior consegnò in Comune alla sorella di Giovanni Falcone, in occasione della commemorazione del fratello ucciso dalla scorta a Capaci nel 1992. E i risultati conseguiti da evidenziare. L’ex sindaco Dem ne specifica tanti, due in particolare: l’acquisto da parte del Comune dell’ex discoteca Seven Up a Gianola (“peccato che la politica non l’abbia consegnata alla pubblica fruibilità”) e l’istituzione dell’osservatorio sulla legalità.
“Poteva essere uno strumento di collaborazione con le forze dell’ordine per monitorare la gestione di appalti, concessioni edilizie e autorizzazioni commerciali – ha concluso l’ex sindaco di Formia – Ma qualcuno dopo di me l’ha voluto sopprimere“. Questo qualcuno è il primo sindaco donna della città, Paola Villa, che il neuropsichiatra infantile artatamente non ha mai menzionato nell’intervista video.
C’è un motivo? Più di uno…tanti…
Intervista all’ex-sindaco di Formia Sandro Bartolomeo