PONZA – Accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, è comparso davanti il Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce Florian M., l‘uomo di 41 anni di Ponza a cui i Carabinieri della locale Stazone l’altro giorno avevano notificato il divieto di dimora sulla principale isola pontina. Il magistrato ha convalidato il provvedimento cautelare ma, su istanza della difesa rappresentato dall‘avvocato Vincenzo Macari, ha permesso, con il nulla osta del sostituto procuratore Chiara D’Orefice, all’uomo di tornare a Ponza dove può rimanere avendo un’abitazione ed un lavoro.
Ma con una precisa indicazione, secondo il Gip Di Croce: non potrà avvicinarsi alla moglie di 40 anni, ai figli di 20 e 15 anni e ad una nipote aggrediti in un’ala circostanza lo scorso 13 luglio. All’indomani dell’ennesima aggressione la moglie 41enne dell’uomo – operaio occasionale nel settore edile – decideva di rivelare la grave situazione di prostrazione, fisica psichica, cui era costretta a convivere dallo scorso gennaio. La donna, dal 2010 in servizio presso un noto albergo dell’isola, aveva denunciato come sino al giorno precedente la sua vita, insieme ai figli di 20 e 15 e ad una nipote adolescente, fosse diventata un inferno per via del continuo stato di alterazione psico-fisica del marito dovuta all’assunzione di sostanze alcooliche.
A far precipitare questo complicato menage familiare è stata – come detto – l’aggressione subita il 13 luglio dalla nipote, dalla moglie e dai figli, ad uno dei quali, rimproverandogli di non aver conseguita …la patente di guida, rivolgeva minacce di morte preannunciandogli che avrebbe incaricato finanche… qualcuno di malmenarlo. Il 40enne di Ponza era stato invitato dal Gip Di Croce ad abbandonare l’isola perché, in caso contrario, approfittando del gran numero di turisti presenti in questo periodo dell’anno sulla principale isola pontina, avrebbe trovato il modo per avvicinarsi e continuare a molestare moglie, figli e nipote.
Ora il 40enne ha avuto un’altra chance, di tornare a Ponza per continuare a lavorare con l’assoluto divieto di avvicinarsi ai familiari più volte da lui aggrediti e minacciati.